Anis Amri è il super-ricercato per l'attentato a Berlino. Era arrivato nel nostro Paese nel 2011 per farsi subito riconoscere per il suo atteggiamento violento (aveva incendiato il centro di Lampedusa). Nel luglio 2015, aveva raggiunto la Germania. Nel frattempo, il ministro degli Esteri ha confermato la morte della ragazza di Sulmona scomparsa.
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- Trovate impronte del tunisino ricercato sulla portiera e il volante del camion killer 22 Dicembre
- Procura: "Gli arresti di questa mattina non sono legati alla strage dei mercatini" 22 Dicembre
- Blitz nel centro profughi dove viveva il ricercato Amri: quattro arresti 22 Dicembre
- Berlino, Anis Amri è il super-ricercato. Alfano: "Fabrizia di Lorenzo è morta" 22 Dicembre
Trovate impronte del tunisino ricercato sulla portiera e il volante del camion killer
Le impronte di Anis Amri sono state rinvenute sulla portiera del tir – lato guidatore – utilizzato per la strage dei mercatini. Lo riferiscono i media tedeschi come la Sueddeutsche Zeitung, basandosi su ricerche realizzate con il network che comprende le tv pubbliche Ndr e Wdr. Oltre che sulla portiera del guidatore, altre impronte digitali del tunisino sarebbero state ritrovate anche sul volante del tir. In questo caso a rivelarlo è a Berliner Zeitung, citando proprie informazioni.
Amri "era nei radar delle agenzie di intelligence statunitensi", scrive oggi il New York Times citando funzionari USA. "Aveva fatto ricerche online su come fabbricare una bomba e ha comunicato con l'Isis almeno una volta", affermano le fonti. Amri "era nella no-fly list statunitense".
L'uomo "si era forse radicalizzato nel carcere italiano dopo che aveva lasciato la Tunisia", ha detto alla Bild Abdelkader Amri, uno dei suoi fratelli rintracciato in Tunisia. "Se sarà provato che era coinvolto, non farà più parte della nostra famiglia", ha aggiunto.
Procura: "Gli arresti di questa mattina non sono legati alla strage dei mercatini"
La procura generale federale ha precisato che gli arresti di questa mattina non sono collegati all'attentato a Berlino. Lo ha reso noto – riporta la Dpa – un portavoce della procura a Karlsruhe. Al momento "sono in corso misure in tutta la Germania", si è limitato a dire. I provvedimenti sono avvenuti nel corso di diversi blitz delle unità speciali tedesche in due appartamenti di Dortmund, in tre di Berlino (nei quartieri di Kreuzberg, Moabit e Prenzlauer Berg) e nel centro profughi a Emmerich sul Reno. Secondo la tv pubblica Wdr, le quattro persone fermate "sarebbero state rilasciate dopo un breve interrogatorio".
Governo tedesco approva una legge per aumentare la videosorveglianza
Dopo la strage di lunedì sera al mercatino di Natale di Berlino, il governo tedesco ha approvato un disegno di legge per aumentare la videosorveglianza nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto. "La protezione delle vite, della salute e della libertà delle persone attraverso video-sorveglianza gestita da operatori privati in luoghi accessibili al pubblico dovrebbe essere considerata questione di speciale importanza", si legge nel testo del provvedimento. Tra i siti giudicati a rischio, oltre ai mercatini di Natale, ci sono stadi e centri commerciali. La legge sulla protezione dei dati dovrà essere modificata per adottare un sistema di sorveglianza "intelligente", che consenta l'identificazione automatica de volti. Inoltre verranno concessi nuovi poteri e strumenti alla polizia, fra cui apparecchi di lettura delle targhe d'auto e le cosiddette "bodycam", oltre all'uso di stazioni di monitoraggio delle conversazioni telefoniche. È in discussione anche la possibilità, seppur parziale, dell'occultamento del volto, anche per questioni di servizio.
Strage Berlino: riapre il mercatino di Natale, dove sono morte 12 persone
A tre giorni dall'attentato che ha causato 12 morti e 48 feriti, il mercatino di Natale sulla Breitscheidplatz riapre, almeno in parte: al momento un quarto degli negozianti ha riacceso le luci nelle casette di legno e uno sparuto numero di turisti e visitatori è già presente tra gli stand sulla piazza. Una serie di cubi di cemento sono stati posizionati per motivi di sicurezza lungo i perimetri del mercato.
Blitz nel centro profughi dove viveva il ricercato Amri: quattro arresti
La polizia ha perquisito il centro profughi a Emmerich sul Reno, in Nordreno-Vestfalia al confine con l'Olanda. Il blitz è stato compiuto all'alba e ha visto in azione circa un centinaio di agenti, tra cui alcuni delle unità speciali. Quattro le persone fermate di cui non è stato rivelata l'identità. Già mercoledì le forze di sicurezze si erano asserragliate attorno al centro, nel quale il ricercato Anis Amri aveva il suo domicilio almeno per diverso tempo. La conferma arriva dalla procura generale che parla dell'"arresto di quattro persone che avevano contatti con Anis Amri sono state arrestate", come riporta la Bild online. In merito ai fermi, il sito della tv pubblica Wdr riferisce che alcune persone sarebbe state prese in due appartamenti perquisiti a Dortmund. Non è ancora chiaro se siano aggiuntivi a quelli nel centro accoglienza o se, nella concitazione di informazioni di stampa ancora non confermate ufficialmente, vi sia una sovrapposizione.
Berlino, Anis Amri è il super-ricercato. Alfano: "Fabrizia di Lorenzo è morta"
Anis Amri, 24 anni, tunisino, è attualmente l’uomo più ricercato d’Europa. Sarebbe stato lui a guidare il camion che lunedì sera si è schiantato sulla folla del mercatino di Natale a Berlino. Nel nostro Paese era stato per 4 anni in carcere e, dopo aver scontato la pena, aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. Nel luglio 2015 si era poi trasferito in Germania e dall'aprile 2016 risulta "tollerato". Il governo tedesco ha offerto fino a 100mila euro di taglia a chiunque fornisca informazioni che conducano alla cattura di Amri.
Bruciò il centro di Lampedusa: 4 anni all'Ucciardone di Palermo – L’uomo aveva lasciato la Tunisia sette anni fa circa come migrante illegale. Era giunto a Lampedusa nel febbraio del 2011: aveva 18 anni e sulle spalle una condanna a 5 anni in contumacia per una rapina a mano armata e altre denunce per furti e traffico di alcoolici. Nel centro era stato fino al settembre di quell'anno: quando assieme a un gruppo di suoi connazionali partecipò a una rivolta che diede alle fiamme e distrusse la struttura. Si beccò quattro anni di prigione da scontare Palermo, nel carcere dell'Ucciardone, perché accusato di aver incendiato una scuola. Nella struttura italiana, Amir si sarebbe fatto riconoscere per alcuni “comportamenti violenti”. In attesa del provvedimento di espulsione, è stato poi trasferito nel Cie di Caltanissetta. Provvedimento che però non è mai arrivato. Così Amri ha raggiunto la Germania.
Il tunisino super-ricercato in Germania – Ora la polizia lo sta cercando, sembra, soprattutto nella zona del Nordreno-Vestfalia, nell'ovest della Germania, dove, secondo la tv N24, "il giovane avrebbe vissuto in un centro accoglienza profughi di Kleve", comune di 50mila abitanti al confine con l'Olanda e distante oltre 600 chilometri da Berlino. Mentre secondo il sito dell'emittente pubblica regionale Rbb, la polizia starebbe cercando l'attentatore fra i feriti in tutti gli ospedali della capitale tedesca. Sono comunque solo ipotesi. Come un’ipotesi è che Anis Amri avesse un profilo Facebook, che ora non è più online. Informazione da prendere comunque con le molle: a rivelarla è la direttrice del centro di monitoraggio dei siti islamici "Site", Rita Katz. Nel profilo, si precisa, il 24enne aveva messo il suo "like" alla pagina social "Ansar al Sharia", il gruppo jihadista tunisino.
Angelino Alfano: "Fabrizia di Lorenzo è morta". E' arrivata la conferma del decesso della 31enne di Sulmona coinvolta nell'attentato di lunedì. A riferirla è stato il ministro degli esteri: "La magistratura tedesca ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo ora abbiamo la certezza che tra le 12 vittime c'è anche Fabrizia".
La famiglia dell’italiana dispersa a Berlino attendeva solo riconoscimento della salma rinvenuta sul luogo della strage. "E' un dolore troppo grande, sento che mi ha abbandonata. Era così contenta, felice di essere lì, è triste che una persona esca dal lavoro e non rientri più". Sono le drammatiche parole della madre di Fabrizia Di Lorenzo, citata dal vescovo di Sulmona Angelo Spina, che l’ha sentita per assicurare la vicinanza nella preghiera dell'intera Diocesi. "A mia zia le autorità tedesche ancora non consentono di poter procedere al riconoscimento proprio perché sono ancora in corso le operazioni preliminari mirate a stabilire l'eventuale legame di parentela. In questo momento non possiamo fare altre che pregare e sperare", dice invece Danilo Bianchi, cugino di Fabrizia. La madre è da due giorni in Germania dove ha accompagnato il cognato Gaetano.