Sono iniziati i funerali di Michela Murgia, morta il 10 agosto all'età di 51 anni, nella Basilica di Santa Maria in Montesanto (degli Artisti) sita in piazza del Popolo a Roma. Le esequie, descritte da Roberto Saviano come "funerale politico", non saranno trasmesse in diretta tv. In chiesa la sua famiglia queer, il marito Lorenzo Terenzi, sposato con matrimonio in articulo mortis, i suoi figli dell'anima, Roberto Saviano, Paola Turci, Elly Schlein e Chiara Tagliaferri.
La scrittrice aveva espresso la volontà di avere un funerale in chiesa: a celebrare la funzione c'è don Walter Insero, che ha celebrato, tra gli altri, anche i funerali di Gina Lollobrigida e Maurizio Costanzo. Michela Murgia a maggio aveva raccontato di essere malata e di avere un tumore al rene al IV stadio con metastasi diffuse.
Migliaia di persone ai funerali di Michela Murgia, il racconto della cerimonia
I funerali di Michela Murgia hanno visto la partecipazione di migliaia di persone. La scrittrice è morta a 51 anni il 10 agosto e i suoi funerali si sono tenuti nella Chiesa degli Artisti di Roma il 12 agosto. Alla cerimonia hanno preso parte anche le persone a lei più vicine, tra cui scrittori e intellettuali che si erano avvicinati molto a lei negli ultimi anni, tra cui Chiara Valerio e Roberto Saviano.
Paolo Virzì ricorda Michela Murgia: "Persona dal talento puro, selvaggio e indomabile"
Ai funerali di Michela Murgia presente anche Paolo Virzì, regista che dai suoi scritti trasse il film Tutta la vita davanti. Al culmine della cerimonia, all'esterno della chiesa, Virzì ha parlato così della scrittrice: "Una persona dall'eloquenza formidabile. La sua era una battaglia continua contro il potere e la sua prepotenza e arroganza. In certe circostanze fare ricordi personali mi sembra di cattivo gusto, però ho avuto il piacere quella ragazza sarda appena sbarcata, anzi non ancora sbarcata, visto che aveva scritto solo un blog che mi aveva molto colpito e quella è stata una fortuna per me. Una ragazza dal talento così puro, selvaggio e indomabile. Era anche difficile averci a che fare, il nostro incontro fu in realtà un combattimento, però ne è nato un film di cui sono fiero e sono qui per salutarla e ringraziarla a nome di tutta una comunità molto ampia che è quella degli italiani".
Michela Murgia, anche all'uscita del feretro standing ovation per la scrittrice
Alla fine della messa per Michela Murgia le tante persone assiepate fuori alla Basilica di Santa Maria in Montesanto hanno intonato ancora una volta "Bella ciao", urlando il nome della scrittrice e tributandole una lunghissima standing ovation. La bara della scrittrice è stata portata a spalla da alcuni componenti della famiglia e da Roberto Saviano.
All'esterno della chiesa la gente saluta Michela Murgia cantando "Bella ciao"
Le migliaia di persone accalcate fuori alla Basilica di Santa Maria in Montesanto (la Chiesa degli Artisti) cantano "Bella ciao", e tributano un lunghissimo applauso alla scrittrice, urlando anche "Michela". Per l'occasione anche l'Anpi aveva voluto salutare la scrittrice: "È stata una partigiana, sempre e comunque libera. Anche l'ultimo periodo più doloroso lo ha reso politico, condividendo con la comunità e lottando, fino all'ultimo" hanno detto all'Adnkronos i membri della delegazione dell'Anpi presenti al funerale
Roberto Saviano ricorda Michela Murgia: "Le parole più difficili. Mi disse: Che casino, cosa mi perderò!"
Il primo a prendere la parola per ricordare Murgia è Roberto Saviano: "Sono le parole più difficili della mia vita. Michela voleva che questa giornata fosse per tutti, tutti coloro che avevano percorso la sua strada. Mettere il segno, sapere chi erano tutti coloro che hanno avuto il suo sentire, mi aveva detto: ‘Cosa mi perderò immagina che gran casino'. Michela aveva talento che permetteva di ribaltare le cose, questo la rendeva pericolosa ai potenti. La scrittura era una grande fatica anche se mangiava la tastiera, pero odiava scrivere perché la lasciava troppo tempo da sola forse è per questo che scriveva nei bar. Per Michela era la condivisione il tutto, ma spesso per ottenerla devi passare per la solitudine. La vita di Michela è la prova finale che si sceglie di essere differenti, e Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo dolore dentro di sé, nei momenti difficili Michela c'era e quando mi attaccavano diceva: "Non sei contento?", "Ma in che senso", "Siamo in due, ci vengono dietro". Diceva "Abbi fiducia in chi ci legge". Chi ha fatto davvero del male a Michela sono i pavidi per interesse, quelli che spacciano opportunismo per moderazione con la loro mancanza di orizzonte, ad aver reso la vita di Michi difficilissima"
Michela Murgia, le prime parole dell'omelia: "Questo addio ha il significato di un arrivederci"
Don Walter Insero ha cominciato l'omelia in memoria di Michela Murgia nella Basilica di Santa Maria in Montesanto (la Chiesa degli Artisti) con queste parole: "Michela ha pensato questo, voleva che la salutassimo qui e l'accompagnassimo con la nostra preghiera. Siamo qui per renderle il nostro affetto, per ringraziarla, ma soprattutto siamo qui per accompagnarla in questo viaggio verso la cada del padre. Le diremo oggi addio, affidandola alla misericordia di dio, sapendo che questo addio ha il significato di un arrivederci". Il parroco ha anche detto: "Michela ci lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, è possibile salutare tutti e riconciliarsi col dolore. Chi ha potuto condividere con lei gli ultimi momenti del trapasso ha visto una donna affidarsi a Dio, una donna che non ha mai avuto timore o complesso di manifestare la sua fede".
"Abbiamo scelto questa pagina dal Vangelo di San Giovanni con Michela. Gesù è simboleggiato con la porta, cioè la soglia, quel luogo di passaggio che permette di attraversare lo spazio e andare oltre – ha continuato Don Walter Insero -. Lei è nell'oltre, la sua anima è in viaggio verso il Padre non verso il nulla".
In Chiesa per salutare Michela Murgia anche Roberto Saviano, Francesca Pascale e Paola Turci
Arrivano alla spicciolata le persone che hanno voluto dare l'ultimo saluto alla scrittrice. Nelle prime file si sono visti Roberto Saviano, Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri, Teresa Ciabatti, c'è anche la segretaria del Partito democratico Elly Schleyn e sono arrivate anche Francesca Pascale con la moglie Paola Turci che si sono dirette verso i primi posti. Stando a quanto apprende LaPresse Murgia aveva espresso il desiderio che non ci fossero fiori recisi in Chiesa, quindi i cuscini di fiori sono rimasti all'esterno
Funerali di Michela Murgia, l'arrivo del feretro alla chiesa degli Artisti di Roma
Un applauso durato 10 minuti dei presenti ha accolto il feretro di Michela Murgia, arrivato presso la Chiesa degli Artisti intorno alle 14.45 circa. Presenti sul posto moltissime persone. Avvistate anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e la scrittrice Chiara Tagliaferri, profondamente legata a Michela Murgia. Entrambe hanno deciso di non rilasciare dichiarazioni per il momento. La folla si è riunita in piazza già un'ora prima dell'inizio della funzione rendendo omaggio alla scrittrice con palloncini a forma di unicorno e cartelloni con la scritta "questa piazza è antifascista, grazie Miky Murgia".
Il tumore al rene che ha colpito Michela Murgia
Michela Murgia è morta a causa di un tumore al rene, la cui notizia ha reso pubblica con un'intervista al Corriere della Sera quando la malattia non era già più curabile: "Mi sto curando con un'immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L'obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti" aveva confidato. Non aveva potuto operarsi perché era troppo tardi: "Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello". La scrittrice aveva già avuto un tumore nel 2014, mentre era candidata alla Presidenza della Regione Sardegna, ma questa volta era al polmone.
Come si legge sul sito dell'AIRC: "Il cancro del rene è un tumore che in genere si origina dalla proliferazione incontrollata di cellule renali. I reni sono due organi pari, posti simmetricamente nella parte posteriore dell'addome, a livello lombare. Hanno la forma di due fagioli, delle dimensioni di un pugno, e contengono formazioni tubulari che filtrano il sangue trattenendo le sostanze di rifiuto prodotte dall’organismo. Queste sono poi espulse con le urine, che sono il prodotto finale della filtrazione renale. Spesso il tumore del rene si sviluppa da cellule che rivestono l’interno di questi tubuli, anche se talvolta può aver inizio anche da altri tessuti o dalla capsula che ricopre esternamente l’organo stesso".
I libri di Michela Murgia: i romanzi e i saggi
Michela Murgia aveva esordito nel mondo della letteratura nel 2006 con il romanzo "Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria", da cui Paolo Virzi avrebbe tratto il film "Tutta la vita davanti", a cui seguì "L'accabadora", libro che vinse il Premio Campiello. L'ultimo romanzo, "Tre ciotole", pubblicato da Mondadori ha seguito una serie di opere di saggistica in cui la scrittrice sarda ha indagato il femminismo, anche in relazione alla religione (aveva studiato teologia) e i comportamenti fascisti nella società attuale. Questo afflato civile era evidente anche nei romanzi in cui si toccavano temi come il precariato e l'eutanasia. Questa l'opera completa di narrativa e saggistica
Opere di Narrativa
- Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria
- Accabadora
- L'incontro
- Chirú
- Tre ciotole
Saggistica
- Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede
- Ave Mary. E la chiesa inventò la donna
- L'ho uccisa perché l'amavo (falso!), con Loredana Lipperini
- Futuro interiore
- Persone che devi conoscere
- Istruzioni per diventare fascisti
- Noi siamo tempesta
- Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe, con Chiara Tagliaferri
- Morgana. L'uomo ricco sono io, con Chiara Tagliaferri
- Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più
- God Save the Queer. Catechismo femminista
I funerali di Michela Murgia non saranno in diretta tv
I funerali di Michela Murgia non saranno in diretta televisiva. Per la scrittrice scomparsa a causa di un cancro al rene il 10 agosto, non è stata prevista una diretta televisiva. Chi vuole darle l'ultimo saluto dovrà andare alla Basilica di Santa Maria in Montesanto (degli Artisti) in piazza del Popolo a Roma, dove si riuniranno amici, familiari e i suoi lettori per un momento di comunità e amore. Per ricordare la scrittrice, venerdì 11 luglio la Rai ha cambiato i palinsesto, mandando in onda una puntata di “Quante storie” in cui la scrittrice parla del suo ultimo romanzo pubblicato, ‘’Tre ciotole’, e della sua malattia, mentre su Rai 1 alle 02.05 del 12 agosto è andato in onda la puntata di Sottovoce, programma notturno condotto da Gigi Marzullo, con ospite proprio Michela Murgia.
Chi sono i figli d'anima di Michela Murgia
Michela Murgia aveva quattro figli d'anima, come li ha sempre chiamati. Fillus de anima era anche l'espressione con cui partiva il suo libro "Accabadora", che avrebbe vinto il Premio Campiello: "Fillus de anima. È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra". Murgia ne ha parlato spesso di questi quattro uomini: Raphael Luis, il cantante lirico Francesco Leone, l’attivista Michele Anghileri e Alessandro Giammei, critico e professore di Letteratura italiana a Yale che gestirà anche i libri futuri della scrittrice.
Nell'intervista che qualche settimana fa aveva dato a Vanity Fair, Michela Murgia lo spiegava così: "Ci sono quattro figli. Ciascuno di loro si crede figlio unico rispetto a me. Sono entrati nella mia vita in tempi diversi. Da Raphael, il più piccolo, agli altri. Stanno con me da quasi vent’anni. Abbiamo mantenuto delle relazioni più o meno vicine in anni diversi ma nei momenti di transizione importanti erano tutti presenti in modo parentale. Dico parentale usando un termine improprio: i termini figlio, padre, madre, fratello, sorella non si adattano a queste relazioni (…) Quando la differenza di età contava moltissimo, io sono stata madre. Oggi siamo più amici, più paritari".
Il testamento di Michela Murgia: a chi vanno vestiti, libri e gioielli
Nelle scorse ore si è delineato anche l'aspetto testamentario di Michela Murgia, che ne aveva già parlato qualche settimana fa in un'intervista a Vanity Fair. Alcuni dettagli ulteriori, però, sono stati svelati dall'avvocata Cathy La Torre, che ha aiutato la scrittrice nell'estensione del testamento. Nell'intervista a Vanity Fair, Murgia aveva specificato: "Tutto il mio armadio va in capo a Chiara Tagliaferri, che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia Renzi avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria, trenta chili di cianfrusaglie accumulate".
La richiesta più strana, spiegò, è arrivata da Alessandro Giammei: "Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community. Chiara Valerio invece non ne vuole sapere niente, lei è nella fase rifiuto, dice: ‘Io voglio trattarti da viva fino all’ultimo giorno, io voglio far finta che questi preparativi verso la morte non esistano'. È il suo modo di proteggersi dal pensiero della perdita"
L'avvocata ha specificato, invece, la battaglia di Murgia per una sorta di equiparazione tra la sua famiglia queer e quella tradizionale, anche per quanto riguarda la questione dell'eredità:
Non posso entrare nei dettagli del suo testamento, posso però dire che mesi fa Michela ha iniziato una lotta politica perché ogni tipo di famiglia, anche quella che non è esattamente riconducibile all'eteronormatività e alla tradizione, cioè che non prevede legami di sangue tra i suoi componenti, potesse avere un riconoscimento, prima di tutto di linguaggio. Quindi lei per la prima volta ha parlato di famiglia queer e mostrato che esistono altri modelli di famiglia. E questo è stato un gesto politico incredibile, perché centinaia di migliaia di persone si sono interrogate su che cosa è una famiglia queer. Il secondo passo è stato di dare concretezza a tutto questo di fronte alla legge e allo Stato, visto che lo Stato non riconosce alcun tipo di famiglia che non sia quella tradizionale, o le convivenze di fatto che siano registrate di fronte a un Comune di residenza. Quindi quello che abbiamo fatto è stato non solo dare dignità politica a questa forma di famiglia e relazioni, ma anche dargli una dignità di fronte alla legge, e lo abbiamo fatto attraverso un testamento articolato, attraverso una cosa che spesso la gente non fa perché pensa che costi molti soldi, invece in realtà scrivere un testamento di proprio pugno, olografo, non ha alcun costo e in qualche modo è uno dei primi passi che si può fare in questo senso. Così come un testamento biologico, che è una dichiarazione anticipata di volontà o anche nominare un esecutore o una esecutrice testamentaria che possano seguire in qualche modo l'applicazione di quel testamento.
La famiglia queer di Michela Murgia
Michela Murgia in questi anni è stata circondata da quella che più volte ha definito la sua famiglia queer, ovvero un nucleo familiare in cui contano le relazioni più che i ruoli. Durante l'intervista al Corriere della Sera in cui parlava per la prima volta del suo cancro, la scrittrice disse: "Io non sono sola. Ho dieci persone. La mia queer family.Un nucleo familiare atipico, in cui le relazioni contano più dei ruoli. Parole come compagno, figlio, fratello non bastano a spiegarla. Non ho mai creduto nella coppia, l'ho sempre considerata una relazione insufficiente. Lasciai un uomo dopo che mi disse che sognava di invecchiare con me in Svizzera in una villa sul lago. Una prospettiva tremenda". E della sua queer family fanno parte, oltre ai tantissimi amici e alle tantissime amiche, come Roberto Saviano, Teresa Ciabatti, Chiara Valerio e Chiara Tagliaferri, il marito Lorenzo Terenzi e i figli d'anima Raphael Luis (e la madre Claudia), Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei.
L'ultima telefonata alla madre, una settimana prima della morte
Al Corriere della Sera ha parlato la madre di Michela Murgia che ha ricordato la figlia che ha visto per l'ultima volta quasi un anno fa. Risale alla settimana scorsa, invece l'ultima telefonata, quella in cui le annunciava che l'avrebbero trasportata dall'ospedale a casa, perché era lì che voleva morire. La donna non potrà essere ai funerali a causa di problemi alle gambe che le impediscono di muoversi dalla Sardegna, ma nell'intervista ha detto di aver saputo della malattia quasi subito e di sempre appoggiato le scelte della figlia, compresa la scelta di attorniarsi della sua famiglia queer: "la famiglia queer era il suo sogno, ha sempre voluto tanta gente intorno, voleva molti amici". A darle la notizia della morte è stato il figlio Cristiano, con una telefonata. Da una settimana, Murgia, però, aveva smesso di chiamarla, quando, evidentemente, le condizioni sono peggiorate, nell'ultima chiamata aveva cercato di rassicurarla: "Mi ha detto che stava bene, che era serena".
A che ora iniziano i funerali
Il funerale di Michela Murgia si terrà oggi alle 15.30 presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti. Sarà un rito cattolico celebrato da don Walter Insero, docente associato alla Pontificia università gregoriana e Cappellano alla Rai dal 2004, a cui parteciperanno amici, famiglia e le tantissime persone che le hanno voluto bene e l'hanno considerata un'intellettuale di riferimento.
"Quello di Michela Murgia è un funerale politico": le parole di Roberto Saviano
Nel ricordarla e nell'annunciare il funerale di Michela Murgia, Roberto Saviano ha parlato di "funerale politico", spiegando che la stessa scrittrice lo aveva pensato come un atto politico, pensato come un incontro di tutte le persone che le sono state vicine: "Michela ha immaginato il suo funerale come atto politico, un incontro di tutti coloro che l'hanno letta, voluta bene, difesa, sostenuta. Una celebrazione della strada percorsa insieme" si legge nel post di Saviano.
Lo scrittore di Gomorra ha anche voluto specificare che quello che si terrà oggi alle 15.30 presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto sarà un funerale aperto, della gente. Sempre nel suo post su Instagram, infatti, Saviano ha scritto: "Questo funerale non ha nulla di privato, per tutti è stato il suo scrivere, per tutti è stato il suo dire, per tutti il suo lottare e per tutti sarà questo saluto". Murgia, quindi, ha deciso un funerale come aveva vissuto, ovvero rumoroso, pieno d'amore, di lotta e di comunità.
Morte Michela Murgia, oggi i funerali a Roma nella Chiesa degli Artisti
Michela Murgia è morta giovedì 10 agosto 2023 a Roma, all'età di 51 anni. Malata da tempo di tumore, la scrittrice aveva deciso di non sottoporsi a cure specifiche, essendo di fatto non operabile. I funerali, come comunicato dai familiari, si svolgeranno oggi nella chiesa degli Artisti, la Basilica di Santa Maria in Montesanto, a piazza del Popolo, alle ore 15.30. Nella giornata di ieri sono stati tanti i messaggi di cordoglio, proveniente da personaggi della cultura, dello spettacolo e della politica, compresi i rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal premier Giorgia Meloni.
Scrittrice e attivista femminista, si è fatta conoscere con "Il mondo deve sapere", un racconto tragicomico e autobiografico sulla sua esperienza di centralista per un callcenter nato come un blog e pubblicato come un libro, poi divenuto anche spettacolo teatrale e un film, Tutta la vita davanti, con la regia di Paolo Virzì. Negli ultimi anni della sua vita Michela Murgia ha avuto un ruolo importante nel dibattito pubblico, rappresentando un punto di riferimento in relazione al femminismo e la lotta contro le diseguaglianze di ogni tipo.