Domani riprenderanno le consultazioni al Colle, ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rimane in attesa di nuovi segnali positivi che al momento non sembrano arrivare: Salvini e Di Maio non si vedranno prima di salire al Quirinale, ma si sono sentiti al telefono. Intanto dal Pd arriva qualche messaggio di apertura, pur continuando a ribadire il no a un governo con i Cinque Stelle.
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Salvini: "Non penso che Mattarella darà incarichi a caso, non c'è maggioranza al momento"
"Non penso che il Presidente della Repubblica conferirà incarichi a caso a qualcuno che non ha una maggioranza ed oggi noi non l'abbiamo". Pur rispettando l'autonomia del Presidente, lo escludo. Ho perfettamente consapevolezza del fatto che non ho la maggioranza alla Camera ed al Senato. Fra 10 o 15 giorni magari sarà diverso, oggi però non chiederei un incarico per non concludere nulla", ha dichiarato Matteo Salvini dando un parere sull'esito del secondo giro di consultazioni al Quirinale.
Quanto all'ipotesi di andare in aula al Parlamento, presentare il programma e chiedere la fiducia, Salvini ha spiegato che vorrebbe arrivare pronto in Aula: "Non è che mi indebolisce, ma non è serio. Il mio programma ce l'ho ben chiaro in testa. Ad oggi ho perfettamente consapevolezza del fatto che non ho la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Con Di Maio ho parlato oggi, è giusto ascoltare i Cinque stelle, io all'interno della coalizione di centrodestra sono quello che più di tutti dice di rispettare il voto degli italiani che ha detto che il centrodestra è primo, i Cinque stelle secondi e il Pd non pervenuto. E allora i Cinque stelle-devono ricordarsi che sono secondi. E' una strana partita quella in cui i secondi arrivati vorrebbero dettare le regole ai primi quindi rimettiamo le cose al loro posto".
Salvini: "Di Maio deve scendere dal piedistallo e smetterla di dire 'io, io, io"
"Di Maio deve scendere dal piedistallo, non può continuare a dire io io io. Noi diciamo noi, e voi, con umiltà, buonsenso e la voglia di cominciare a lavorare prima possibile. Se mi accorgessi che non vogliono cambiare nulla, io dirò, torniamo al voto, torniamo ad ascoltare voi", ha dichiarato Matteo Salvini durante una diretta Facebook da Fiumicino.
Gelmini-Bernini: “Pena infinita per l'odio irresponsabile di Di Battista verso Berlusconi”
Dopo le dure parole di Alessandro Di Battista, ex deputato del MoVimento 5 Stelle, che ha definito Silvio Berlusconi come il “male assoluto”, la replica di Forza Italia è stata affidata alle due capigruppo alla Camera e al Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini. “Sia chiaro a tutte le forze politiche – affermano le due – è irresponsabile l'odio nel quale Di Battista pesca il suo livore, oggi contro Berlusconi e Forza Italia e domani chissà contro chi altri”.
Secondo Gelmini e Bernini “è talmente ignobile il contenuto dell'ultima invettiva di Alessandro Di Battista nei confronti di Silvio Berlusconi che meriterebbe solo il disprezzo dell'indifferenza. Immerso nella sua palude dell'odio dove sguazza senza vergogna, l'ex deputato grillino sparge schizzi di fango a beneficio di chi vive e si nutre di rancore. Proviamo una pena infinita per il livello infimo toccato da Di Battista che con il suo turpiloquio non offende solo il presidente Berlusconi ma l'intera comunità degli elettori che ancora un mese fa hanno attribuito cinque milioni di voti a Forza Italia”.
Le capigruppo di Camera e Senato di Forza Italia richiamano l’importanza di questo momento “nel quale la politica è chiamata a essere responsabile e rispettosa” e proprio per questo “sarebbe auspicabile che dai dirigenti del Movimento 5 Stelle arrivassero parole chiare e definitive di condanna rispetto alle indecenti dichiarazioni di Di Battista”.
La rivolta delle donne dem contro i vertici Pd: "Non ci fidiamo più, trattative solo tra uomini"
Quasi 500 donne del Pd rivolgono un appello al vertice del partito definito sempre più chiuso e trincerato “dietro trattative di soli uomini”. L’obiettivo delle firmatarie è far tornare protagoniste le donne dem, con un atto pubblico promosso da Francesca Puglisi, ex presidente della commissione contro il Femminicidio del Senato. Le quasi 500 donne affermano di non fidarsi più del gruppo dirigente e ribadiscono che la scelta delle pluricandidature per poche esponenti al femminile alle ultime elezioni sia stato un errore che ha permesso, in realtà, di portare in Parlamento più uomini. In un altro passaggio, le firmatarie chiedono anche che le regioni a guida Pd “introducano la doppia preferenza di genere nelle leggi elettorali”.
La critica da parte di Puglisi e di tutte le altre parte da un presupposto che è innegabile dopo le consultazioni: il Pd su questo tema è indietro rispetto agli altri partiti, anche rispetto a Forza Italia che al Colle ha portato due esponenti al femminile e che ha eletto al Senato una presidente donna. Le 460 firmatarie affermano che “per la prima volta il Pd è sovrastato nella rappresentanza femminile parlamentare dal M5s e dalla destra e mentre chi ha vinto le elezioni affida la leadership dei gruppi parlamentari e le cariche istituzionali alle elette, nel Pd un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e trattative di soli uomini”.
"Nella scorsa legislatura eravamo il gruppo più rosa del Parlamento – affermano ancora -. Abbagliate dal primo Governo con il 50 e 50, ci siamo fidate. Abbiamo pensato: è fatta. Un errore politico fatale che non ripeteremo mai più. Mai più pluricandidature femminili di poche per far eleggere molti uomini. Sono bastate le pluricandidature di 8 donne per escludere 39 candidate e favorire l'elezione di altrettanti uomini. Il cinismo non ha sortito pienamente i propri effetti perché il flipper si è incagliato nella batosta elettorale. Il tutto in violazione palese dello Statuto e nel silenzio degli organismi preposti al controllo”.
Altra critica viene rivolta ai 100 punti presenti nel programma elettorale, “mai condivisi con alcuno, temi controversi mutuati dalla destra”. “È arrivato il momento di passare dalle promesse alle azioni – concludono – la crisi di identità del Pd e dei Partiti del Socialismo Europeo nasce dalla difficolta' a rappresentare i bisogni della società e soprattutto delle fasce più deboli che inevitabilmente si sono affidate a promesse populistiche o si sono chiuse nelle paure. Abbiamo perso la sfida contro le disuguaglianze. Vogliamo essere protagoniste della necessaria fase costituente del Pd a cominciare dall'effettiva rappresentanza paritaria ad ogni livello, ispirata a merito, competenze e rappresentatività politica territoriale, piuttosto che a logiche di fedeltà politica. Ferma restando la necessità di rilanciare la Conferenza delle Democratiche, da subito ci mettiamo al lavoro per riannodare fili con la società e ridare credibilità e forza al Pd”.
Telefonata Salvini - Di Maio: "Collaboriamo per rendere operativo il Parlamento al più presto"
Alla vigilia del secondo giro di consultazioni, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si apprende da una nota congiunta di Lega e M5S, si sono sentiti oggi al telefono e con spirito di collaborazione, hanno dichiarato di essere intenzionati a rendere operativo il Parlamento al più presto,concordando di votare domani il deputato della Lega Nicola Molteni, alla presidenza della commissione speciale della Camera.
Di Battista: "Berlusconi è il male assoluto, come può dettare ancora legge?"
"Non tollero che una Repubblica fondata sul lavoro sia stata trasformata in una Repubblica fondata sul ricatto politico. Come può un uomo come Berlusconi dettare ancora legge? Che armi ha in mano per far tutto ciò oltre alle televisioni? Come può Salvini parlare di legalità e andare a braccetto con un uomo dalla "naturale capacità a delinquere" (parole del Tribunale di Milano) come Berlusconi? Di cosa hanno paura certi leghisti? Di qualche dossier in mano al "Tinto bass" di Arcore o della fine di qualche possibile finanziamento?". Lo scrive Alessandro Di Battista in un post su Facebook. "Oggi la condizione necessaria per tirare su il nostro Paese sia far fuori, definitivamente, il berlusconismo. Lo deve far fuori la Lega che ancora ne è permeata, lo deve far fuori il PD che si è lasciato contaminare irresponsabilmente. Lo dobbiamo far fuori un po' tutti noi quando pensiamo che esser furbi sia meglio che esser bravi", ha detto.
Salvini: "Se non ci sono altre soluzioni andiamo al governo da soli"
Il leader della Lega Matteo Salvini è pronto ad andare al governo da solo con il centrodestra, se il MoVimento 5 Stelle non rivedrà le sue posizioni e non si aprirà al dialogo. “La strada è semplice – dice Salvini da Terni -: noi vogliamo dialogare con tutti, eccezion fatta per il Pd. Se gli altri non ci stanno le vie sono due: o andiamo al voto, dove penso potremo vincere da soli superando chi pone veti e fa capricci, oppure, come extrema ratio, andiamo da soli, ci facciamo carico noi della situazione”. Il leader della Lega non chiarisce però fino in fondo le sue intenzioni e a chi gli chiede se punta a cercare i voti in Parlamento, replica sorridendo: “Io non faccio il cercatore d’acqua. Vale quello che ho detto”.
Secondo Salvini il centrodestra “può dialogare con i secondi arrivati se questi ci stanno a ragionare, a mettere giù i programmi ed essere responsabili, se la smettono di mettere veti, bene, si parte”. Altrimenti o si torna alle elezioni o il centrodestra è pronto ad andare a governare da solo, secondo il segretario del Carroccio. Salvini afferma ancora: "Farò il possibile per dare un governo serio, onesto e concreto all'Italia, io ascolto tutti ma non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno. Conto di tornare a Terni per festeggiare un sindaco in gamba e di tornarci da presidente del Consiglio".
Salvini rivolge anche un appello ai suoi alleati di Forza Italia: "L'unica alternativa al Pd è la Lega, deve essere chiaro una volta per tutte che siamo radicalmente alternativi alla sinistra", dice rivolgendosi direttamente al partito di Silvio Berlusconi. Non manca, da parte del leader del Carroccio, un giudizio sull'operato del MoVimento 5 Stelle nelle città in cui amministra: "La prova del governo, se devo giudicare da come stanno gestendo Roma, Livorno e Torino, è preoccupante. Noi, invece, governiamo bene da anni regioni importanti". In ogni caso Salvini ribadisce di essere al lavoro "per una soluzione di buon senso e normalità". E, infine, ancora un attacco a Luigi Di Maio: "Io continuo a volere il dialogo e a sperare che tutti vogliano governare questo Paese, ma se vuoi costruire qualcosa di concreto non puoi metterti sul piedistallo e dire, come faceva Alberto Sordi, io sono io e voi siete… poca roba".
Governo, è ancora stallo: ferme le trattative tra Di Maio e Salvini, domani le consultazioni
L’inizio delle nuove consultazioni si avvicina: domani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà tutti i gruppi parlamentari, chiudendo la giornata di incontri con il MoVimento 5 Stelle. Ma negli ultimi giorni non sembrano esserci importanti passi avanti nelle trattative, tanto che ieri sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini hanno lasciato intendere che tra i due non ci sarà alcun incontro prima che le delegazioni salgano al Colle, al contrario di quanto annunciato sul finire della scorsa settimana. Da una parte c’è il M5s che continua a non voler parlare con Silvio Berlusconi e Forza Italia, dall’altra c’è la Lega che sembra non essere intenzionata a fare alcun passo indietro sull’alleanza con il centrodestra, almeno per il momento.
C’è poi il Pd che negli ultimi giorni sembra avere un atteggiamento leggermente più conciliante con qualche leggera apertura nei confronti dell’appello del M5s: un incontro sembra ora possibile, anche se le condizioni poste dai dem sembrano ancora difficilmente valicabili. Ieri il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha detto che ora il Pd deve condizionare il quadro politico, iniziando a intervenire seriamente nel dibattito, anche se questo – secondo l’esponente del Pd – non vorrebbe dire un appoggio a un governo Di Maio. Fa registrare un’apertura anche Andrea Orlando, leader della minoranza dem, che questa mattina ai microfoni di Radio Anch’io chiede al capo politico del M5s di rinunciare all’interlocuzione con la Lega per aprire una discussione con il Pd. E anche lui ribadisce che il partito dovrebbe “assumere una posizione più attiva, parlare di contenuti”.
Intanto il MoVimento 5 Stelle torna a escludere l’ipotesi di un premier terzo, continuando a puntare tutto su Di Maio. Il capogruppo al Senato Danilo Toninelli, in una intervista al Quotidiano nazionale, sostiene che “non ha alcun senso parlare di premier terzo”. E ribadisce il veto su Forza Italia, a cui risponde il presidente del Parlamento europeo e tra i fondatori di Fi, Antonio Tajani: “Il problema è rappresentato dal partito dei 5 Stelle: cercano poltrone e non conoscono le regole della democrazia”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera. Permanendo la situazione di stallo, potrebbe quindi essere ancor più determinante il ruolo di Mattarella che, secondo quanto riportato da alcuni giornali, potrebbe decidere di affidare il pre-incarico a Salvini o Di Maio per metterli alla prova e, ancor di più, per metter loro pressione. Altra ipotesi al vaglio del Colle sembra quella di affidare l’incarico esplorativo alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. La diretta interessata, però, si augura che questo scenario venga scongiurato. Da domani la partita tornerà in mano al capo dello Stato che, in caso di mancanza di forti segnali di avvicinamento alla formazione di un governo, potrebbe trovare una soluzione in grado di sparigliare le carte sul tavolo.
Casellati: "Non chiamatemi la presidente, sono battaglie vetero-comuniste"
La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati riapre la discussione sull’uso dei termini al femminile per i ruoli ricoperti dalle più importanti cariche istituzionali. Durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, la Casellati afferma che “non c’è bisogno di mettere un articolo o vocaboli cacofonici come ‘ministra', mi sembrano battaglie vetero-comuniste”. Casellati dice di preferire l’espressione “il presidente a la presidente perché non c'è bisogno di un articolo per affermare la parità, si tratta di battaglie vetero-comuniste superate dai tempi”.
La presidente del Senato si sofferma anche sulla situazione politica e sullo stallo nelle trattative per il governo che proseguono, anche se senza importanti novità positive. “I veti – dice riferendosi soprattutto al M5s – rallentano le trattative perché non danno risposte ai cittadini e non permettono una serena formazione del governo, danno una situazione di stallo che non fa bene al Paese. È necessaria una pacificazione che metta attorno a un tavolo tutti gli attori della nostra politica”.
Casellati è sicura che un ritorno al voto sarebbe “un fallimento, una sconfitta di tutti che riporterebbe il Paese in una situazione in cui non succederebbe niente. Io sono molto perplessa su questo”. E la soluzione non è “tornare al voto con questa legge elettorale”. Ma neanche un sistema di voto “è il rimedio di tutti i mali: non è detto che fare una legge sia una buona cosa facendo una fotografia del presente anche perché qualcuno ha pensato di fare una legge elettorale preconfezionando un vestito e abbiamo visto che la taglia è stata sbagliata”.
La presidente del Senato vorrebbe evitare di avere l’incarico esplorativo da Mattarella: “Non si tratta di essere pronti o meno. Spero non ci sia bisogno di dare l’incarico a me. Spero prevalga la ragione sul pregiudizio”.
L'appello di Di Maio a Berlusconi: "Sei in politica da 24 anni, ora cedi il passo"
Il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio torna a chiedere a Silvio Berlusconi di farsi da parte per poter permettere la nascita di un governo tra M5s e Lega. Parlando da Isernia Di Maio rivolge una sorta di appello al presidente di Forza Italia: “A Silvio Berlusconi dico: sono 24 anni che stai in politica, cedi il passo e fai partire il cambiamento”.
Di Maio è fiducioso sulla nascita del nuovo governo: “Sono molto fiducioso. I partiti hanno bisogno di un po’ di tempo, a quello che sto vedendo, sia nel centrodestra che nel Pd ci sono evoluzioni e discussioni che io rispetto. Noi siamo pronti, gli altri hanno bisogno di un po’ di tempo e non saremo noi a metter fretta, l’obiettivo è fare un governo ben fatto non per tirare a campare”.
Il capo politico del M5s si trova in Molise per sostenere il candidato alle elezioni regionali Andrea Greco: “In Molise – afferma Di Maio – diciamo no alle ammucchiate che potrebbero farci rivivere quel film horror che abbiamo visto in Sicilia. Ma è anche un po’ quello che sto cercando di scongiurare a livello nazionale. Quando mi sentite dire che voglio firmare un contratto per gli italiani ma non con tutti è perché vorrei proprio evitare le ammucchiate”.
Sempre da Isernia, Di Maio parla anche del Def, il Documento di economia e finanza e che è già pronto, secondo quanto annunciato dal capo politico del M5s: “Adesso abbiamo avuto accesso a qualche documento in più e, con l’aiuto dei nostri tecnici, abbiamo già pronto il nostro Def. Vi dico che non superiamo l’1,5% di deficit-Pil. Abbiamo fatto tutto e ci sono i soldi per realizzare il nostro programma. Invece, per anni ci hanno detto che non c’erano risorse”.
Franceschini: "Basta assistere, Pd condizioni il quadro politico e renda riformista il M5s"
Chiede un nuovo approccio alla fase che si sta aprendo in questi giorni Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e uno degli esponenti di spicco del Pd. Durante la riunione dei gruppi parlamentari in corso al Nazareno in previsione delle nuove consultazioni al Colle, Franceschini ha lanciato un messaggio in parte diverso da quello del segretario reggente Maurizio Martina: “Nessuno ha vinto per governare il Paese. Io penso che non basti più assistere a quello che avviene. La prima fase, con la direzione che ha dato la linea dell’opposizione, è stata giusta ma adesso dobbiamo prepararci alla seconda fase, in cui il Pd può e deve condizionare il quadro politico. Non sto proponendo il governo con i Cinque Stelle o di entrare in un governo con Di Maio”.
Secondo Franceschini “l’interesse del Paese deve venire prima di quello del partito” e in questa ottica sembra proporre una linea da seguire: “Dobbiamo condizionare il M5s perché diventi una forza riformista”, dice ancora durante la riunione. L’idea di base è evitare “che nasca un governo tra Lega e M5s”. Un esecutivo di questo genere, secondo il ministro dei Beni culturali, “distorcerebbe il processo europeo e porterebbe l’Italia più vicina all’Ungheria che alla Francia e alla Germania”. Infine, Franceschini rivolge un ringraziamento a Martina e un apprezzamento delle sue parole: “Grazie a Maurizio che ha individuato un percorso ragionevole. Dobbiamo recuperare capacità di discutere senza gettare fango, quando uno di noi indica una direzione diversa o una idea diversa”.
Il presidente del Pd Matteo Orfini replica immediatamente a Franceschini: “Non possiamo non stare all’opposizione. Qui nessuno pensa che voi vogliate fare i ministri in un governo Di Maio ma dobbiamo chiudere il ragionamento di Dario ricordando che il 50% degli italiani ha votato i sovranità. Noi li abbiamo contrastati nella legislatura scorsa, oggi hanno l’onore di tentare di governare l’Italia”.
Martina: "Siamo responsabili verso l'Italia, ma la logica di Di Maio è irricevibile"
“Non possiamo immaginare la strada proposta da Di Maio, la sua è una logica irricevibile”. Con queste parole il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, torna a rifiutare l’offerta del MoVimento 5 Stelle di trovare un accordo su un contratto di governo per arrivare così alla formazione del nuovo esecutivo. Martina parla durante la riunione dei gruppi parlamentari del Pd, in corso al Nazareno. E spiega la linea politica del Pd in vista delle consultazioni dei prossimi giorni: “Pd e Lega non sono certo intercambiabili. Denunciare questo non significa essere indifferenti a quello che accade. Dobbiamo interpretare fino in fondo una posizione onesta e limpida, dicendo chiaramente che noi siamo parte di una iniziativa che si svilupperà per le vie parlamentari, senza stare alla finestra”.
Il Pd non starà sull’Aventino, afferma ancora Martina, precisando: “Il Pd interpreta una posizione limpida, noi siamo parte di una iniziativa che non starà mai alla finestra. Ci riteniamo responsabili verso l’Italia, anche da posizioni di minoranza. Non rinunciamo all’ambizione di dire la nostra anche su grandi temi”. L’intervento del segretario reggente dem è iniziato con una premessa in cui ribadisce che il suo partito non sarà al governo: “Riprendiamo il nostro confronto a seguito degli ultimi passaggi e mi riferisco al primo giro di consultazioni. Lo scenario vede il Pd attestato sulla linea decisa in direzione. Il giudizio severo del 4 marzo ci impone una riorganizzazione profonda, non siamo noi a poter esprimere una opzione di governo”.
“Seguiamo l’evoluzione dello scenario e continuiamo a confrontarci seguendo la linea che abbiamo costruito – conclude Martina – Abbiamo il dovere di richiamare alla responsabilità chi è uscito vincitore dall’esito elettorale. Discutere e confrontarci senza per forza prenderci a stracci si può fare”. E, riferendosi a Lega e M5s aggiunge: "I vincitori del 4 marzo, Lega e M5s, stanno già dimostrando la loro incapacità a essere all’altezza: facciamo bene a denunciare le loro insufficienze”.
Salvini: "Non ho sentito Di Maio, possibile che non ci sia alcun incontro con lui"
Solamente ieri il segretario della Lega Matteo Salvini aveva chiesto un incontro a Luigi Di Maio, capo politico del MoVimento 5 Stelle, prima del nuovo giro di consultazioni che avrà inizio giovedì al Quirinale. Ma dopo le tensioni delle ultime ore tra i due la situazione sembra decisamente più complicata. Lasciando il Senato, Salvini ha detto ai cronisti che non ha parlato con Di Maio e che è possibile che non ci sia alcun incontro tra i due in questi giorni. “Non ci siamo sentiti, a vostro sommo sconforto”, ha risposto il leader della Lega ai giornalisti che lo hanno incrociato vicino Palazzo Madama e gli hanno chiesto se avesse notizie dirette di Di Maio.
A chi invece gli chiedeva se è probabile che non ci sia un incontro con Di Maio, Salvini ha risposto semplicemente con un “è possibile”. Il segretario della Lega non si è comunque voluto soffermare più di tanto sulla questione, tanto da affermare: “Non parlo, oggi parlo solo della festa della polizia”. Ma, incalzato ancora dai cronisti, Salvini ha definito “eccezionale” la figura della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, rispondendo a chi gli chiedeva cosa pensasse di lei e della possibilità che le venga affidato l’incarico esplorativo dal presidente della Repubblica. Ipotesi di cui comunque Salvini non ha voluto parlare, spiegando: “Non mi permetto di lavorare al posto di Mattarella”.
Emiliano: "Il Pd deve fare il governo con M5S, non c'è alternativa"
"Potrebbe essere che il Pd decida di mandare il Paese in stallo, tornare al voto, e liquidare se stesso e trasformarsi in un'altra cosa, facendo fuori tutto quel poco che rimane di vivacità politica dentro il partito. Anche questo è un disegno folle dal mio punto di vista e va assolutamente fermato. Adesso bisogna che Martina incontri Di Maio, stabiliscano i punti di governo e facciano il governo. È molto semplice. Lo devono fare, non c'è nessuna alternativa. Ovviamente Martina deve sapere che ci sono moltissimi militanti che valuteranno il futuro sulla base di questa capacità che il Pd avrà o non avrà costruire il nuovo governo. E quindi ognuno si regolerà", ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all'agenzia di stampa Ansa.
Di Maio: "Finito il tempo dei premier non votati, al governo va chi è legittimato dagli italiani"
"Per Palazzo Chigi sento parlare di Cottarelli, Severino, Cantone… ma se hanno preso zero voti? Non si sono candidati e rispetto la loro posizione ma perché allora a me si dice ‘tu che hai preso 11 milioni di voti devi fare un passo indietro'? In Europa secondo voi avrebbe più credibilità un premier che ha preso zero voti o uno che ne ha presi 11 milioni? Ai tavoli europei ci deve andare gente legittimata dal popolo e da forze politiche che si mettono d'accordo per fare le cose. Va al governo chi è legittimato dal voto degli italiani, non è più tempo dei presidenti del consiglio votati da nessuno", ha dichiarato Luigi Di Maio durante un evento elettorale tenutosi a Termoli, nell'ambito della campagna per le regionali del Molise. "
Via al secondo giro di consultazioni al Quirinale: ecco il calendario ufficiale
Il Quirinale ha convocato il secondo giro di consultazioni, che si terranno giovedì e venerdì prossimi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa volta partirà con i partiti e chiuderà con le alte cariche istituzionali. Giovedì chiuderanno la giornata di consultazioni delle forze parlamentari i 5 stelle, mentre il centrodestra unito rimarrà nella casella già assegnata alla Lega al primo giro di consultazioni.
I colloqui del capo dello Stato avranno inizio giovedì 12 aprile alle ore 10, con il gruppo Per le Autonomie del Senato. Si passerà poi al gruppo Misto del Senato e poi a quello della Camera. Alle 11.30 una novità rispetto al primo giro di consultazioni: ci sarà anche il gruppo di Liberi e Uguali, appena formato alla Camera grazie a una deroga concessa dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Si prosegue nel pomeriggio con i principali partiti: alle 16.30 il Pd, alle 17.30 la coalizione di centrodestra formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Alle 18.30 si chiude con il MoVimento 5 Stelle. Il giorno dopo, venerdì 13 aprile, toccherà invece al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano alle 10.30 e a seguire al presidente della Camera Roberto Fico e a quella del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Serracchiani: "Potrei candidarmi alla guida del Pd, c'è del lavoro da fare e non mi sottraggo"
Debora Serracchiani potrebbe candidarsi alla guida del Pd. O almeno il governatore uscente del Friuli non lo esclude, in un'intervista su Radio24: ""Credo che il partito democratico abbia ben altri problemi, prima di trovare il candidato probabilmente deve ritrovare se stesso".
"Adesso le dirò una frase un po' forte – ha continuato la Serracchiani – ma credo che abbiamo molto da lavorare e non sarà un candidato a tirare fuori il Pd dal pantano in cui è finito. Attendiamo che venga fatto un governo perché, e le dico una cosa che la farà sorridere, per fare un'opposizione ci vuole un governo!". Alla domanda specifica di Luca Telese sulla futura leadership del partito, la Serrachiani risponde: "Quando ci saranno le primarie farò una valutazione molto attenta della possibilità di essere tra le persone che si candidano a cambiare il Partito Democratico, ritrovare un'identità che evidentemente abbiamo smarrito, dei valori che ci tengano insieme, ragionare di nuovo con chi ha pensato di uscire dal Partito Democratico". E conclude: "Credo che ci sia veramente tanto lavoro da fare e non intendo sottrarmi".
Martina: "Renzi è una risorsa per il Paese e per il Pd. Abbiamo fatto tanto al governo"
"Se Di Maio pensa di spaccare il Pd non ce la farà, il Pd discute ha punti di vista differenti, ma non ci facciamo comandare da qualcuno. Quello che contesto a Di Maio è che uno possa fare il pane in due forni e rischiare di bruciare tutto: per me infatti è inaccettabile che si pensi che Lega e Pd siano intercambiabili. Contano le coerenze programmatiche e di ideali. Non convince l'approccio che il primo che ci sta si governa. Non si governa così l'Italia". Con queste parole, il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, attacca il capo politico del Movimento 5 Stelle e ribadisce il "no" a un'interlocuzione con Di Maio per un eventuale accordo di governo.
Proseguendo, Martina ha inoltre spiegato la situazione interna al Partito Democratico: "Non credo che il tema sia quello di andare oltre il Pd. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di formule divisive e di ennesimi contenitori. Il tema è il rilancio del nostro progetto, non è una questione di andare indietro o di andare oltre. Renzi è un'energia per questo partito e per il Paese. Abbiamo lavorato insieme, quando si governa è chiaro che si facciano anche errori ma questo non ci far venire meno alla consapevolezza che abbiamo fatto tanto. L'energia espressa in questi anni è un valore. Il 21 aprile noi ci confronteremo in maniera libera e nel pieno rispetto delle opinioni differenti. Mi sono candidato a segretario convinto che non sia un impegno che posso esaurire da solo, credo nella costruzione di una squadra, un gruppo, una collegialità. Non servono conte e divisioni ma unità per ricostruire il progetto democratico".
Stallo nelle trattative, botta e risposta tra Di Maio e Salvini. Martina: "Pd e Lega non sono intercambiabili"
Mancano due giorni all'inizio del secondo giro di consultazioni – il programma ufficiale verrà diffuso stasera, ma si svolgeranno con certezza tra giovedì e venerdì o tra venerdì e sabato – e tra Di Maio e Salvini i toni sembrano essersi inaspriti, dopo il serrato botta e risposta di ieri. Il punto dirimente continua a essere Berlusconi. Il M5S lo vorrebbe fuori da un'eventuale governo con Salvini, e su questo non sembra disponibile a trattare, come ha ribadito anche oggi in un'intervista sul Fatto Quotidiano. Il segretario del Carroccio, dopo il vertice del centrodestra di domenica, ha rafforzato l'idea di un'alleanza compatta con Forza Italia e e Fratelli d'Italia, e il centrodestra intende andare unito al Colle. Il leader della Lega aveva proposto al capo politico del M5S un incontro, ma Di Maio ha rifiutato, rispondendo così: "Se dobbiamo vederci per discutere di Berlusconi non serve". E lo stallo va ormai avanti da giorni. Il M5S ripropone il contratto sul modello tedesco, da far firmare a chi ci sta, e l'offerta è rivolta alla Lega o al Pd.
Dal Partito democratico non ci sono aperture per trattare con il M5S. E lo ha ribadito questa mattina anche il segretario reggente Martina: "Se Di Maio pensa di spaccare il Pd non ce la farà, il Pd discute ha punti di vista differenti, ma non ci facciamo comandare da qualcuno. Quello che contesto a Di Maio è che uno possa fare il pane in due forni e rischiare di bruciare tutto: per me infatti è inaccettabile che si pensi che Lega e Pd siano intercambiabili. Contano le coerenze programmatiche e di ideali. Non convince l'approccio che il primo che ci sta si governa. Non si governa così l'Italia". Questa è linea ufficiale, anche se non mancano le posizioni dei dissidenti, che invece vorrebbero sedersi al tavolo con i pentastellati, come hanno più volte chiesto Orlando e Franceschini. Nel pomeriggio intanto è prevista l'assemblea dei gruppi parlamentari del Pd.
Ma dal M5S si levano voci di chi vorrebbe parlare con il Pd, ma solo a patto che sia de-renzizzato, come ha spiegato questa mattina Roberta Lombardi, ex parlamentare M5S, ora consigliera regionale nel Lazio: "Bisogna scavallare il 21 aprile, il giorno cioè dell'assemblea del Pd, per capire se sarà archiviata l'era Renzi oppure no. E allora, in quel caso, potrebbe rimanere in piedi l'ipotesi di un accordo con un Pd derenzizzato. Altrimenti, con l'ex segretario in campo, qualsiasi intesa è irricevibile per noi e per loro. Ma non è l'unica data da attendere", ma bisogna aspettare anche l'esito delle regionali in Friuli e in Molise a fine aprile.
Delrio (Pd): "Non negoziamo con il M5S perché italiani hanno detto che non tocca a noi"
"Non siamo in minoranza per un capriccio", questa è la posizione del capogruppo alla Camera del Pd Graziano Delrio che stasera a "Otto e mezzo", ha spiegato le motivazioni per cui il suo partito non si siederà al tavolo con il Movimento 5 stelle. "Perché ci sono consultazioni in corso, perché Di Maio non ha un incarico formale – ha elencato – e terzo motivo perché le distanze di merito non possono essere scomparse in pochi giorni, tra il 4 marzo e il 4 di aprile" per cui un dialogo "richiede un ripensamento sostanziale del loro approccio. Non dobbiamo negoziare nulla perché gli italiani hanno detto che non tocca a noi".
Ma spiega che tra un mese, se dovesse continuare lo stallo, il Pd sarà più disponibile a discutere con più attenzione sui programmi con M5s, "ma questa cosa richiede un ripensamento sostanziale del loro approccio".
"Il Pd deve scegliere una strada e ha uno strumento che sono le primarie e io proporrò con il percorso congressuale, una discussione ampia", ha detto poi Delrio. La prossima tappa sarà l'assemblea del 21 aprile, e poi le primarie tra 6 o 7 mesi: "In fondo le primarie aperte a tutti sono la nostra genetica, siamo nati così e dobbiamo continuare così". Infine alla domanda su una sua possibile candidatura alla guida Dem, Delrio l'ha escluso e ha chiarito di averlo deciso insieme alla sua famiglia e ai suoi 9 figli: "Abbiamo deciso così. L'importante è che non perda di vista la mia vita normale e la mia lucidità", ha scherzato. Nessuna preferenza di candidati tra Matteo Richetti o Debora Serracchiani o Maurizio Martina: "Richetti è una delle personalità più moderne del Pd ma anche Serracchiani e Martina. Però non basta l'età".
Di Maio a Salvini: "Berlusconi è il passato, gli italiani hanno votato per il cambiamento"
"Tu devi scegliere tra Berlusconi e il cambiamento del Paese, perché chi abbraccia un'idea di politica come quella abbraccia un'idea del passato e gli italiani il 4 marzo hanno detto che di un certo tipo di politica non vogliono più sentirne parlare". Luigi Di Maio lancia da Termoli un messaggio a Matteo Salvini a Termoli durante un comizio: "Ce la metteremo tutta a formare un governo del cambiamento. Non sto chiedendo un'alleanza, ma sto proponendo un contratto per risolvere i problemi degli italiani".
Ma assicura che un governo ci sarà: "Per questo che stiamo chiedendo che il premier sia del M5s" perchè solo "noi possiamo garantirvi che le cose scritte nel contratto si faranno. Si parla tanto di presidenti del Consiglio che non hanno preso neanche un voto e invece io che ho preso 11 milioni di voti mi devo fare da parte? Fatemi capire…"
E aggiunge: "E' chiaro a tutti ormai che il M5s non lo si può escludere da un governo. Si rivolgono per questo a noi. Ma noi dobbiamo porre condizioni: potete immaginare un governo con noi e Berlusconi?".
Salvini: "Disponibile a dare una mano al Paese, ma solo con una maggioranza certa"
"Se non c'è un governo serio si torna a votare. Non possiamo essere l'ultima ruota del carro. Farò di tutto per dare un governo a questo Paese che chiede cambiamento. Io mi sento pronto a prendere per mano questo Paese ma solo con una maggioranza certa. Serve un accordo scritto tra centrodestra e Cinque Stelle". Lo afferma Matteo Salvini leader della Lega a Stasera Italia su rete4. Ma non è detto che Salvini faccia il presidente del Consiglio: "Non ho l'arroganza di dire che voglio fare il premier a tutti costi, per eleggere i presidenti di Camera e Senato la Lega ha fatto grandi passi indietro".
Ma ribadisce: "Non farò mai un governo con il Pd. Gli italiani hanno dato più voti alla coalizione di centrodestra che aveva un programma comune, le regole non le dettano i secondi classificati".
Quando inizierà il secondo giro di consultazioni
Il secondo giro di consultazioni si avvierà non prima di giovedì. Il calendario dovrebbe essere diffuso domani sera dal Quirinale e l'orientamento è quello di confermare lo svolgimento in due giorni. Quindi, al momento, le consultazioni potrebbero svolgersi o giovedì e venerdì o venerdì e sabato.
Alla Camera via all'iter per abolire i vitalizi. Fico: "Politica faccia sacrifici per prima"
L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via all’iter procedurale per l’eliminazione dei vitalizi parlamentari. La decisione è arrivata con una delibera dell’ufficio di presidenza che ha deciso di affidare al collegio dei questori un mandato a svolgere un’istruttoria relativa alle possibili proposte di superamento dell’attuale sistema dei vitalizi. I deputati questori hanno 15 giorni di tempo per l’istruttoria. "Dobbiamo riconoscere che dopo le riforme degli ultimi anni, la sensazione diffusa nel Paese è che la classe politica abbia chiesto ai cittadini sacrifici senza essere disposta a farne essa stessa, per prima. Non possiamo rimanere inerti. Una delle prime direttrici su cui dobbiamo muoverci è una riforma dei vitalizi di cui godono gli ex parlamentari", afferma il presidente della Camera Roberto Fico.
“Questo è l'atto che molti cittadini italiani si aspettavano”, sottolinea Riccardo Fraccaro, questore anziano e deputato del MoVimento 5 Stelle. “È la fine dell'era dei privilegi, inizia quella della Terza Repubblica – continua Fraccaro – in cui le istituzioni sono al servizio dei cittadini e non templi della casta. L’intenzione è quella di andare verso una delibera, che è molto più celere rispetto a una legge. Ricordo che i vitalizi sono stati istituiti per delibera presso l'ufficio di presidenza di Camera e Senato e quindi credo il meccanismo giusto sia quello della delibera. Così come sono stati introdotti possono essere anche eliminati”. Secondo Fraccaro i vitalizi sono “una pensione privilegiata, un sistema pensionistico comunque diverso rispetto a quello del resto degli italiani. Abbiamo tante cose su cui intervenire, ora ci sono 15 giorni per preparare un'istruttoria”.
Ok a deroga per la nascita del gruppo di LeU
L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera unanime anche alla costituzione in deroga del gruppo parlamentare di Liberi e Uguali. La formazione guidata alle scorse elezioni da Pietro Grasso è composta da 14 deputati a fronte di un minimo di 20 previsti dal regolamento di Montecitorio per comporre un gruppo. Anche in passato, comunque, si è sempre deciso di concedere la deroga alla Camera per i gruppi più piccoli. LeU non sarà quindi più parte del gruppo Misto ma sarà un gruppo parlamentare a sé.
Giachetti: "Di Maio apre al Pd? Tatticismi. La minoranza sostiene accordo? Lo dica apertamente"
"Emiliano, Orlando e altri che sono su una linea aperturista, di che stanno parlando? Io non ho visto grandi aperture di Di Maio, che vorrebbe tenere due forni aperti. Parliamo di tatticismi". Con queste parole il deputato Pd Roberto Giachetti, intervistato da Radio Radicale, ha chiuso a ogni possibile accordo di governo tra dem e M5S. "La loro mi pare più un'esigenza di posizionarsi fino all'assemblea del 21", prosegue riferendosi ai compagni della minoranza. "Il 21 sarebbe molto utile che qualcuno di quelli che sono su questa posizione si prenda la responsabilità, ci metta la faccia e guidi una linea, in modo che possiamo prendere una decisione a cui poi tutti si sentano vincolati. Contarsi in democrazia non è mica un fatto negativo. Il 21 chi ha una linea politica si candidi e faccia in modo che la sua linea sia maggioritaria in assemblea. Poi chiunque sarà il segretario eletto, con qualunque missione, se breve e lunga per andare a congresso in un tempo molto breve o più in là, dovrà tenere la posizione decisa in assemblea".
Salvini: "Di Maio mi interessa meno di zero"
Il leader della Lega Matteo Salvini torna ad attaccare il capo politico del MoVimento 5 Stelle dopo il botta e risposta di questa mattina sulle possibilità di formare un nuovo governo. Parlando con l’Ansa al suo arrivo a Spilimbergo (Pordenone), il segretario del Carroccio ha commentato proprio le ultime parole di Di Maio che su Twitter ha parlato dello 0% di possibilità di formare un governo con quella che definisce l’ammucchiata di centrodestra. “Di Maio – risponde Salvini – in questo momento mi interessa meno di zero”.
Pochi minuti prima Salvini aveva già rivolto un attacco allo stesso Di Maio, pur senza citarlo mai direttamente. Ma, nel tweet del leader del Carroccio, il riferimento al capo politico del M5s sembra evidente dopo gli screzi di questa mattina: "Umiltà, coerenza, ascolto e buonsenso – scrive sui social Salvini -. Per governare occorrono queste doti, con l'arroganza e l'egoismo non si costruisce nulla e non si fa il bene dell'Italia". In mattinata era iniziato il battibecco a distanza tra i due leader, con Salvini che aveva parlato del 51% di possibilità per centrodestra e MoVimento 5 Stelle di trovare un accordo. Secondo Di Maio, invece, questa possibilità è pari allo 0%: il capo politico ha ribadito che il M5s non accetterà mai una ammucchiata con il centrodestra e con Silvio Berlusconi.
M5S: "Stiamo dando al Pd l'opportunità di riscattarsi dai fallimenti degli ultimi anni"
Intervistato dai giornalisti del Tg2, il capogruppo M5S al Senato, Danilo Toninelli, torna ad aprire al Partito Democratico e invita i vertici a ripensare all'offerta di accordo avanzata nei giorni scorsi dai pentastellati: "Penso che il Pd nei prossimi giorni cambi idea perché gli stiamo dando un'importante possibilità di riscattarsi per i fallimenti degli ultimi anni".
Di Maio: "C'è lo 0% di possibilità che M5s vada al governo con Berlusconi e centrodestra"
Dopo il vertice di ieri del centrodestra nel quale Berlusconi, Meloni e Salvini hanno ribadito che la loro coalizione dovrà avere il compito di governare e di indicare il prossimo presidente del Consiglio, il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio è tornato a chiudere all'ipotesi di un governo ‘ammucchiata', di cui dovrebbe far parte anche Forza Italia e il suo presidente Silvio Berlusconi. "C'è lo 0% di possibilità che il MoVimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l'ammucchiata di centrodestra", scrive il capo politico del M5s su Twitter. Salvini, poco prima, aveva detto che ci sono "il 51% di possibilità di fare un governo tra il centrodestra e il MoVimento 5 Stelle". La riposta di Di Maio sembra quindi escludere che Salvini possa riuscire a tenere insieme da una parte il centrodestra per intero e dall'altra il MoVimento 5 Stelle.
Già ieri Di Maio aveva più volte ribadito che il MoVimento 5 Stelle sarebbe rimasto contrario all'ipotesi di quella che definisce una ammucchiata. Il veto di Di Maio riguarda Silvio Berlusconi e il suo partito. Ma i segnali di chiusura da parte del capo politico del M5s ieri si sono allargati anche a Matteo Salvini, il quale sarebbe ‘colpevole' di seguire Berlusconi e di rischiare così di condannarsi "all'irrilevanza". Le parole del leader del MoVimento erano nate dalla nota diffusa congiuntamente dai tre leader del centrodestra dopo il vertice di Arcore: Salvini, Berlusconi e Meloni hanno sostenuto che il compito di formare il governo spetti a loro, così come dovrebbero essere loro a indicare il nome del futuro presidente del Consiglio.
Il leader della Lega ha poi risposto nuovamente, senza però fare alcun riferimento esplicito a Di Maio: "Umiltà, coerenza, ascolto e buonsenso. Per governare occorrono queste doti, con l’arroganza e l’egoismo non si costruisce nulla e non si fa il bene dell’Italia", scrive Matteo Salvini su Twitter lanciando gli hashtag "io sono pronto" e "prima gli italiani".
Salvini: "Chiederò a Di Maio di incontrarci prima delle consultazioni"
Nonostante la parziale chiusura arrivata ieri da Luigi Di Maio nei confronti di Matteo Salvini, il segretario della Lega continua a voler instaurare un dialogo con il capo politico del MoVimento 5 Stelle, tanto da volerlo incontrare in questa settimana, prima delle consultazioni. “A Di Maio chiederò un incontro volentieri”, dice Salvini intervistato da Rainews. Una risposta a una precisa domanda sulla possibilità che i due si vedano prima del secondo giro di consultazioni al Colle. Allo stesso tempo, Salvini sottolinea che non sono previsti altri vertici all’interno del centrodestra prima dei colloqui al Quirinale: “Non ci sono vertici, esiste il telefono”.
Salvini farà una precisa domanda a Di Maio, “al di là dei veti”: “Facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no si torna al voto”. Il leader della Lega comunque sa bene che le trattative per la formazione del nuovo governo non si sbloccheranno in tempi rapidi: nuovo esecutivo questa settimana? “Mi sa che sei troppo ottimista”, risponde a un cittadino che gli rivolgeva questa domanda. “Di veto in veto – afferma ancora Salvini – non si va lontani, bisogna rispettare il voto degli italiani, che hanno dato più voti alla coalizione di centro destra e tanti voti ai 5 Stelle, che sono arrivati secondi".
Secondo il leader della Lega ora il centrodestra e i Cinque Stelle “devono avere la responsabilità di mettersi a un tavolo e ragionare di pensioni, tasse, giovani, Europa, giustizia, scuola, lavoro. Io sono pronto a farlo anche domani. Se qualcuno non ha voglia di farlo e non si sente in grado di governare, lo dica”. E si rivolge di nuovo al capo politico del M5s: “Se Di Maio, come a parole dice, vuole rispettare il voto degli italiani, l'unico dialogo possibile è Lega-5 Stelle. Lui parla di nuovo, se per nuovo intende andare a colazione con Renzi o con la Boschi è uno strano concetto di nuovo”.
Meloni: "Formazione del governo spetta al centrodestra, Di Maio se ne faccia una ragione"
Il vertice del centrodestra che si è tenuto ieri ad Arcore ha fatto emergere diverse posizioni all’interno della coalizione: da una parte Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni chiedono di andare a prendere i voti in Parlamento, dall’altra Matteo Salvini continua a voler dialogare con il MoVimento 5 Stelle. Meloni parla proprio di questo in un’intervista alla Stampa e spiega perché Salvini potrebbe comunque incontrare Di Maio: “Lo faccia e gli spieghi bene che non riuscirà a dividerci. Saranno i 5 Stelle a dover decidere cosa vogliono fare”, afferma la leader di Fratelli d’Italia.
“Quello che conta – dichiara tornando ancora alla divisione nel centrodestra – è il comunicato al termine dell'incontro ad Arcore. Abbiamo concordato che spetta al centrodestra formare il governo. Di Maio se ne faccia una ragione”. Meloni commenta l’ipotesi di un governo tra M5s e Pd: “Sarebbe veramente assurdo, fuori dal mondo che i partiti che sono arrivati secondo e terzo, cioè M5S e Pd, possano governare insieme e mandare all'opposizione il centrodestra premiato dagli elettori con il 37%. È ora di finirla con gli esecutivi che nascono da inciuci e da operazioni di palazzo”.
Altro aspetto su cui si sofferma la Meloni riguarda le prossime consultazioni: il centrodestra andrà, come annunciato, unito al Quirinale e chiederà di dare l’incarico a Salvini. Al termine dell’incontro con Mattarella “parleremo tutti e tre – assicura la presidente di FdI – Inizierà Salvini, poi io e Berlusconi. Del resto nelle delegazioni composite, formate da tre partiti come in questo caso, è naturale e giusto che ognuno prenda la parola”.