Domani riprenderanno le consultazioni al Colle, ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rimane in attesa di nuovi segnali positivi che al momento non sembrano arrivare: Salvini e Di Maio non si vedranno prima di salire al Quirinale, ma si sono sentiti al telefono. Intanto dal Pd arriva qualche messaggio di apertura, pur continuando a ribadire il no a un governo con i Cinque Stelle.
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Quando inizierà il secondo giro di consultazioni
Il secondo giro di consultazioni si avvierà non prima di giovedì. Il calendario dovrebbe essere diffuso domani sera dal Quirinale e l'orientamento è quello di confermare lo svolgimento in due giorni. Quindi, al momento, le consultazioni potrebbero svolgersi o giovedì e venerdì o venerdì e sabato.
Alla Camera via all'iter per abolire i vitalizi. Fico: "Politica faccia sacrifici per prima"
L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via all’iter procedurale per l’eliminazione dei vitalizi parlamentari. La decisione è arrivata con una delibera dell’ufficio di presidenza che ha deciso di affidare al collegio dei questori un mandato a svolgere un’istruttoria relativa alle possibili proposte di superamento dell’attuale sistema dei vitalizi. I deputati questori hanno 15 giorni di tempo per l’istruttoria. "Dobbiamo riconoscere che dopo le riforme degli ultimi anni, la sensazione diffusa nel Paese è che la classe politica abbia chiesto ai cittadini sacrifici senza essere disposta a farne essa stessa, per prima. Non possiamo rimanere inerti. Una delle prime direttrici su cui dobbiamo muoverci è una riforma dei vitalizi di cui godono gli ex parlamentari", afferma il presidente della Camera Roberto Fico.
“Questo è l'atto che molti cittadini italiani si aspettavano”, sottolinea Riccardo Fraccaro, questore anziano e deputato del MoVimento 5 Stelle. “È la fine dell'era dei privilegi, inizia quella della Terza Repubblica – continua Fraccaro – in cui le istituzioni sono al servizio dei cittadini e non templi della casta. L’intenzione è quella di andare verso una delibera, che è molto più celere rispetto a una legge. Ricordo che i vitalizi sono stati istituiti per delibera presso l'ufficio di presidenza di Camera e Senato e quindi credo il meccanismo giusto sia quello della delibera. Così come sono stati introdotti possono essere anche eliminati”. Secondo Fraccaro i vitalizi sono “una pensione privilegiata, un sistema pensionistico comunque diverso rispetto a quello del resto degli italiani. Abbiamo tante cose su cui intervenire, ora ci sono 15 giorni per preparare un'istruttoria”.
Ok a deroga per la nascita del gruppo di LeU
L’ufficio di presidenza della Camera ha dato il via libera unanime anche alla costituzione in deroga del gruppo parlamentare di Liberi e Uguali. La formazione guidata alle scorse elezioni da Pietro Grasso è composta da 14 deputati a fronte di un minimo di 20 previsti dal regolamento di Montecitorio per comporre un gruppo. Anche in passato, comunque, si è sempre deciso di concedere la deroga alla Camera per i gruppi più piccoli. LeU non sarà quindi più parte del gruppo Misto ma sarà un gruppo parlamentare a sé.
Giachetti: "Di Maio apre al Pd? Tatticismi. La minoranza sostiene accordo? Lo dica apertamente"
"Emiliano, Orlando e altri che sono su una linea aperturista, di che stanno parlando? Io non ho visto grandi aperture di Di Maio, che vorrebbe tenere due forni aperti. Parliamo di tatticismi". Con queste parole il deputato Pd Roberto Giachetti, intervistato da Radio Radicale, ha chiuso a ogni possibile accordo di governo tra dem e M5S. "La loro mi pare più un'esigenza di posizionarsi fino all'assemblea del 21", prosegue riferendosi ai compagni della minoranza. "Il 21 sarebbe molto utile che qualcuno di quelli che sono su questa posizione si prenda la responsabilità, ci metta la faccia e guidi una linea, in modo che possiamo prendere una decisione a cui poi tutti si sentano vincolati. Contarsi in democrazia non è mica un fatto negativo. Il 21 chi ha una linea politica si candidi e faccia in modo che la sua linea sia maggioritaria in assemblea. Poi chiunque sarà il segretario eletto, con qualunque missione, se breve e lunga per andare a congresso in un tempo molto breve o più in là, dovrà tenere la posizione decisa in assemblea".
Salvini: "Di Maio mi interessa meno di zero"
Il leader della Lega Matteo Salvini torna ad attaccare il capo politico del MoVimento 5 Stelle dopo il botta e risposta di questa mattina sulle possibilità di formare un nuovo governo. Parlando con l’Ansa al suo arrivo a Spilimbergo (Pordenone), il segretario del Carroccio ha commentato proprio le ultime parole di Di Maio che su Twitter ha parlato dello 0% di possibilità di formare un governo con quella che definisce l’ammucchiata di centrodestra. “Di Maio – risponde Salvini – in questo momento mi interessa meno di zero”.
Pochi minuti prima Salvini aveva già rivolto un attacco allo stesso Di Maio, pur senza citarlo mai direttamente. Ma, nel tweet del leader del Carroccio, il riferimento al capo politico del M5s sembra evidente dopo gli screzi di questa mattina: "Umiltà, coerenza, ascolto e buonsenso – scrive sui social Salvini -. Per governare occorrono queste doti, con l'arroganza e l'egoismo non si costruisce nulla e non si fa il bene dell'Italia". In mattinata era iniziato il battibecco a distanza tra i due leader, con Salvini che aveva parlato del 51% di possibilità per centrodestra e MoVimento 5 Stelle di trovare un accordo. Secondo Di Maio, invece, questa possibilità è pari allo 0%: il capo politico ha ribadito che il M5s non accetterà mai una ammucchiata con il centrodestra e con Silvio Berlusconi.
M5S: "Stiamo dando al Pd l'opportunità di riscattarsi dai fallimenti degli ultimi anni"
Intervistato dai giornalisti del Tg2, il capogruppo M5S al Senato, Danilo Toninelli, torna ad aprire al Partito Democratico e invita i vertici a ripensare all'offerta di accordo avanzata nei giorni scorsi dai pentastellati: "Penso che il Pd nei prossimi giorni cambi idea perché gli stiamo dando un'importante possibilità di riscattarsi per i fallimenti degli ultimi anni".
Di Maio: "C'è lo 0% di possibilità che M5s vada al governo con Berlusconi e centrodestra"
Dopo il vertice di ieri del centrodestra nel quale Berlusconi, Meloni e Salvini hanno ribadito che la loro coalizione dovrà avere il compito di governare e di indicare il prossimo presidente del Consiglio, il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio è tornato a chiudere all'ipotesi di un governo ‘ammucchiata', di cui dovrebbe far parte anche Forza Italia e il suo presidente Silvio Berlusconi. "C'è lo 0% di possibilità che il MoVimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l'ammucchiata di centrodestra", scrive il capo politico del M5s su Twitter. Salvini, poco prima, aveva detto che ci sono "il 51% di possibilità di fare un governo tra il centrodestra e il MoVimento 5 Stelle". La riposta di Di Maio sembra quindi escludere che Salvini possa riuscire a tenere insieme da una parte il centrodestra per intero e dall'altra il MoVimento 5 Stelle.
Già ieri Di Maio aveva più volte ribadito che il MoVimento 5 Stelle sarebbe rimasto contrario all'ipotesi di quella che definisce una ammucchiata. Il veto di Di Maio riguarda Silvio Berlusconi e il suo partito. Ma i segnali di chiusura da parte del capo politico del M5s ieri si sono allargati anche a Matteo Salvini, il quale sarebbe ‘colpevole' di seguire Berlusconi e di rischiare così di condannarsi "all'irrilevanza". Le parole del leader del MoVimento erano nate dalla nota diffusa congiuntamente dai tre leader del centrodestra dopo il vertice di Arcore: Salvini, Berlusconi e Meloni hanno sostenuto che il compito di formare il governo spetti a loro, così come dovrebbero essere loro a indicare il nome del futuro presidente del Consiglio.
Il leader della Lega ha poi risposto nuovamente, senza però fare alcun riferimento esplicito a Di Maio: "Umiltà, coerenza, ascolto e buonsenso. Per governare occorrono queste doti, con l’arroganza e l’egoismo non si costruisce nulla e non si fa il bene dell’Italia", scrive Matteo Salvini su Twitter lanciando gli hashtag "io sono pronto" e "prima gli italiani".
Salvini: "Chiederò a Di Maio di incontrarci prima delle consultazioni"
Nonostante la parziale chiusura arrivata ieri da Luigi Di Maio nei confronti di Matteo Salvini, il segretario della Lega continua a voler instaurare un dialogo con il capo politico del MoVimento 5 Stelle, tanto da volerlo incontrare in questa settimana, prima delle consultazioni. “A Di Maio chiederò un incontro volentieri”, dice Salvini intervistato da Rainews. Una risposta a una precisa domanda sulla possibilità che i due si vedano prima del secondo giro di consultazioni al Colle. Allo stesso tempo, Salvini sottolinea che non sono previsti altri vertici all’interno del centrodestra prima dei colloqui al Quirinale: “Non ci sono vertici, esiste il telefono”.
Salvini farà una precisa domanda a Di Maio, “al di là dei veti”: “Facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no si torna al voto”. Il leader della Lega comunque sa bene che le trattative per la formazione del nuovo governo non si sbloccheranno in tempi rapidi: nuovo esecutivo questa settimana? “Mi sa che sei troppo ottimista”, risponde a un cittadino che gli rivolgeva questa domanda. “Di veto in veto – afferma ancora Salvini – non si va lontani, bisogna rispettare il voto degli italiani, che hanno dato più voti alla coalizione di centro destra e tanti voti ai 5 Stelle, che sono arrivati secondi".
Secondo il leader della Lega ora il centrodestra e i Cinque Stelle “devono avere la responsabilità di mettersi a un tavolo e ragionare di pensioni, tasse, giovani, Europa, giustizia, scuola, lavoro. Io sono pronto a farlo anche domani. Se qualcuno non ha voglia di farlo e non si sente in grado di governare, lo dica”. E si rivolge di nuovo al capo politico del M5s: “Se Di Maio, come a parole dice, vuole rispettare il voto degli italiani, l'unico dialogo possibile è Lega-5 Stelle. Lui parla di nuovo, se per nuovo intende andare a colazione con Renzi o con la Boschi è uno strano concetto di nuovo”.
Meloni: "Formazione del governo spetta al centrodestra, Di Maio se ne faccia una ragione"
Il vertice del centrodestra che si è tenuto ieri ad Arcore ha fatto emergere diverse posizioni all’interno della coalizione: da una parte Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni chiedono di andare a prendere i voti in Parlamento, dall’altra Matteo Salvini continua a voler dialogare con il MoVimento 5 Stelle. Meloni parla proprio di questo in un’intervista alla Stampa e spiega perché Salvini potrebbe comunque incontrare Di Maio: “Lo faccia e gli spieghi bene che non riuscirà a dividerci. Saranno i 5 Stelle a dover decidere cosa vogliono fare”, afferma la leader di Fratelli d’Italia.
“Quello che conta – dichiara tornando ancora alla divisione nel centrodestra – è il comunicato al termine dell'incontro ad Arcore. Abbiamo concordato che spetta al centrodestra formare il governo. Di Maio se ne faccia una ragione”. Meloni commenta l’ipotesi di un governo tra M5s e Pd: “Sarebbe veramente assurdo, fuori dal mondo che i partiti che sono arrivati secondo e terzo, cioè M5S e Pd, possano governare insieme e mandare all'opposizione il centrodestra premiato dagli elettori con il 37%. È ora di finirla con gli esecutivi che nascono da inciuci e da operazioni di palazzo”.
Altro aspetto su cui si sofferma la Meloni riguarda le prossime consultazioni: il centrodestra andrà, come annunciato, unito al Quirinale e chiederà di dare l’incarico a Salvini. Al termine dell’incontro con Mattarella “parleremo tutti e tre – assicura la presidente di FdI – Inizierà Salvini, poi io e Berlusconi. Del resto nelle delegazioni composite, formate da tre partiti come in questo caso, è naturale e giusto che ognuno prenda la parola”.
L'appello del presidente della Camera Fico: "Ora serve dialogo per formare il governo"
Dopo il vertice del centrodestra di ieri ad Arcore e dopo le ultime parole di Luigi Di Maio, lo stallo per la formazione del nuovo governo continua e al momento non sembra esserci nessuno sbocco nelle trattative per arrivare alla composizione dell’esecutivo. A provare a rivolgere un messaggio a tutte le forze politiche è il presidente della Camera, Roberto Fico, che si appella a tutti nella speranza che si possa trovare una soluzione: “I gruppi parlamentari – dice al Gr1 Rai – devono dialogare fino in fondo per cercare di risolvere i problemi che affliggono il Paese: dalla lotta alla povertà, alla corruzione fino all'obiettivo di annullare gli incidenti sul lavoro”.
Fico reitera il suo messaggio: “Auspico che i gruppi dialoghino per fare un governo che alla fine riesca a risolvere questi problemi, così come la gente ci chiede”. L’appello alla responsabilità del presidente della Camera viene accompagnato anche da un altro punto fermo che Fico vuole seguire durante la sua presidenza: “Dobbiamo combattere i privilegi che fanno parte dei costi della politica e razionalizzare i costi della Camera senza penalizzare la democrazia”, afferma ancora al Gr1 rispondendo anche a una domanda sul reddito di cittadinanza: "Serve mettere al centro dell'agenda politica nazionale la lotta alla povertà e riuscire a risolverla".
Brunetta: "Non sosterrò mai governo Lega-M5S, Salvini non può dettare la linea con un 3% in più"
Renato Brunetta si oppone fermamente a un'ipotesi di governo che veda tra gli attori il Movimento 5 Stelle. In un'intervista concessa al Corriere della Sera, l'ex capogruppo di Forza Italia ha dichiarato: "Io un governo leghista-grillino non lo voto, non lo voterò mai. Sarò da solo, sarò con altri dieci o con altri cento; ma non lo voto. Non possiamo allearci con un movimento che tributa una standing-ovation al pm Di Matteo, che dà del mafioso al nostro leader, Silvio Berlusconi. Se qualcuno dentro Forza Italia se la sente, lo faccia. Io no".
"Io parto dal fatto che il centrodestra ha vinto le elezioni e i 5 Stelle le hanno perse, come le ha perse il Pd. La coalizione che ha vinto ha il diritto e il dovere di indicare il premier. Io personalmente, pur di dare un governo al Paese, mi alleerei anche con il diavolo, a partire però dal programma del centrodestra (i cui 10 punti ho personalmente redatto), ma con le condizioni poste da Berlusconi dopo il suo incontro al Quirinale con Mattarella: no al populismo, no al pauperismo, no al giustizialismo, no all’invidia e all’odio sociale", prosegue Brunetta.
"Centrodestra con i grillini? Non lo vogliamo noi, non lo vogliono loro. Quanto a un governo Lega−5 Stelle, e cito Berlusconi sempre nella sua dichiarazione al Quirinale, metterebbe in difficoltà il nostro Paese in Europa, e innescherebbe una spirale recessiva fatta di disoccupazione crescente, tasse elevate, fuga di imprese e di capitali, di fallimenti a catena, a partire dalla nostre banche. Il centrodestra deve governare con chi ci sta. Senza subire veti, senza tollerare discriminazioni. Ne va dell’essenza stessa della nostra democrazia", sottolinea Brunetta, aggiungendo: "Non è che l’amico Salvini con un 3% in più rispetto a Forza Italia possa pensare di dettare la linea. La leadership di una coalizione si conquista con il rispetto e la pazienza; come quelli che Berlusconi ha avuto con la Lega per 24 anni".
Orlando: "Di Maio poco credibile. Non vedo punti in comune, ma il Pd non può fare lo spettatore"
Il ministro della Giustizia e leader della minoranza dem, Andrea Orlando, è molto scettico riguardo un'eventuale alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle. Ospite di Circo Massimo su Radio Capital, il guardasigilli ha spiegato: "Non so se ci sono le condizioni per un'intesa con il M5s sul governo, partiamo da punti molto distanti tra loro. Mi pare molto difficile pensare a qualche forma di collaborazione se non convergere su singoli punti, come succede in democrazia. Ma credo che quello che rende poco credibile Di Maio è il fatto di dire: ‘se c'è Salvini sto con Salvini, se no mi rivogo al Pd'. Come se fosse indifferente l'elemento di merito. In ogni caso, bisogna apprezzare quando i toni cambiano, perché quelli usati contro il Pd in questi anni hanno avvelenato il dibattito e la vita pubblica. Che questo poi porti a fatti concreti è un altro discorso. Un conto è migliorare le modalità di dialogo, un altro è basarsi sui contenuti e non sui tatticismi".
Proseguendo, il ministro Orlando ha sottolineato che "in democrazia nessuno è spettatore, specialmente quando ci si trova in una situazione difficile come la nostra. Siamo tutti d'accordo sul fatto che l'esito delle elezioni è una collocazione all'opposizione, le possibilità di realizzare un percorso di governo serio sono remote. Ma opposizione significa cose diverse, una collocazione contemplativa o un ruolo attivo, sulla base di punti precisi che si possono realizzare. L'idea di stare a guardare mangiando pop corn non mi piace, in democrazia nessuno è spettatore".
Infine, per quanto riguarda l'assemblea nazionale del Partito Democratico in programma il prossimo 21 aprile, Orlando ha dichiarato: "Il partito prima deve provare a costruire una piattaforma programmatica, mi interessa poco se il segretario lo elegge l'assemblea o le primarie, basta che quando si arriva al Congresso sia stato fatto quel lavoro. Credo sia più semplice farlo attraverso l'assemblea che elegge un segretario, ma a patto che non sia un elemento di divisione".
Governo sempre più lontano: Salvini non lascia Berlusconi e rivendica l'incarico
A pochi giorni dall'inizio del secondo giro di consultazioni al Quirinale, le trattative per la formazione del nuovo governo appaiono in stallo. Dopo la decisione del centrodestra di presentarsi unito al Colle per proporre un programma e un candidato unitario di coalizione, che potrebbe a questo punto essere anche una figura terza e non più per forza il leader della Lega, l'accordo programmatico con il Movimento 5 Stelle appare sempre più lontano. Di Maio ha ribadito di non essere intenzionato a discutere con Silvio Berlusconi e rifiuta in ogni modo quella che ha definito "un'ammucchiata". Matteo Salvini non sembra intenzionato a lasciare il leader di Forza Italia – probabilmente perché conscio di essere in una posizione di forza solo come leader della coalizione di centrodestra e presentarsi al cospetto dei 5 Stelle con il solo 17% riscosso dalla Lega alle ultime elezioni lo porrebbe in condizione di estrema inferiorità – mentre il PD rivendica con forza il proprio ruolo di opposizione e rifiuta ogni accordo con M5S, nonostante alcune correnti interne stiano cercando di spingere al dialogo con i pentastellati.