Liu Xiaobo, Nobel per la pace 2010: Cina contro Norvegia
Scrivere di Liu Xiaobo, significa raccontare di un uomo, che ha lottato per il suo paese fino al punto di privarsi della libertà. Significa ricordare che la democrazia e la speranza possono non essere semplici utopie. Significa sostenere il suo pensiero in difesa dei diritti umani e della libertà di stampa, anche in Cina.
Liu Xiaobo, 54 anni, è stato ufficialmente arrestato il 23 giugno 2009, dopo aver trascorso più di sei mesi in un posto segreto. La colpa è aver aderito al movimento Charta08, che chiede l'instaurazione di un sistema politico democratico, anche in Cina. E per questo è stato considerato un criminale sovversivo, condannato ad 11 anni di prigione, pena ufficializzata il 25 dicembre 2009. Questo criminale sovversivo, l'8 ottobre scorso, è stato insignito del Nobel per la Pace 2010, in quanto grande il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina. E' il primo del suo Paese a ricevere un tale riconoscimento.
Decine sono i dissidenti agli arresti domiciliari, tra cui anche la moglie Liu Xia, che non potranno recarsi ad Oslo per ricevere il premio. In tutta risposta il portavoce della Cina ha confermato che sarà difficile mantenere "relazioni" con la Norvegia.
Fra otto giorni avrà luogo, ad Oslo, la cerimonia della premiazione, ma la Cina ha chiesto ad altri Paesi di non prendervi parte: Russia, Cuba, Iraq, Marocco e Kazakistan hanno confermato ufficialmente la loro assenza. Ma 36 saranno, invece, i Paesi che onoreranno l'impegno di Liu Xiaobo. Tra questi, anche l'Italia.