L’Italia di corsa verso il nucleare: nel 2014 la prima centrale
Il Governo si muove verso il nucleare, e lo fa a grandi passi, senza perdere tempo. Dopo che il 18 febbraio era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto sulla localizzazione degli impianti, arriva oggi la notizia che la prima pietra per la costruzione di una centrale nucleare sarà posata nel 2014. A dichiararlo è il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, nel corso di un'intervista al "Quotidiano Nazionale":
Quella dell'atomo, come ho già detto, è per noi una strada obbligata. In pochi mesi abbiamo costituito l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare e abbiamo perfezionato la legislazione, accogliendo i rilievi delle Regioni. La posa della prima pietra? Puntiamo al 2014.
Il Ministro ha poi aggiunto che l'Italia sconta un grave ritardo, dovuto all'onda emotiva che si scatenò dopo il disastro della cittadina ucraina di Chernobyl, (tra l'altro una recente notizia racconta di nuovi pericoli nucleari) . Una dichiarazione che non capita di certo come un fulmine al ciel sereno nella questione nucleare, infatti, già il decreto sulla localizzazione degli impianti era un chiaro segnale della volontà del Governo di velocizzare i tempi e di dare una stretta decisiva alla situazione dell'energia nucleare in Italia. In particolare, il decreto approvato a febbraio limitava la competenza territoriale delle Regioni sul tema; queste, infatti, sebbene siano chiamate ad esprimere un parere obbligatorio sulla localizzazione, la realizzazione e l’attività degli impianti, tale parere non ha carattere vincolante. Com'è facile immaginare il decreto non è stata accolto positivamente dalla maggioranza delle regioni italiane; soltanto 4 sono, infatti, le regioni favorevoli: Piemonte, Lombardia, Campania e Veneto.
Il decreto non fa altro che centralizzare questioni vitali per i singoli territori, non più in grado di decidere autonomamente sulla volontà o meno di avere una centrale a pochi chilometri da casa, coi rischi connessi a tale evenienza. A tal proposito, sul tema della sicurezza e dell'impatto ambientale sono intervenuti, esprimendo un parere contrario, i senatori del Partito Democratico Francesco Ferrante e Roberto della Seta, entrambi ex Presidenti di Legambiente. I due senatori, oltre ad essere impegnati da anni sul tema, hanno recentemente firmato il ricorso al Giurì dell' autodisciplina della comunicazione commerciale contro lo spot del Forum nucleare, dichiarato successivamente ingannevole, in quanto non si palesava nel messaggio che l'ente che aveva commissionato lo spot era in realtà un convinto sostenitore del progetto nucleare.