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Lino Banfi nella delegazione UNESCO, Salvini sfotte Di Maio: “E Jerry Calà? E Pozzetto?”

Non si è fatto attendere il commento di Matteo Salvini alla notizia della nomina di Lino Banfi quale rappresentante dell’Italia all’UNESCO. Il leader della Lega sorride a chi gli chiede una valutazione e aggiunge sornione: “Apriamo il dibattito, perché non Jerry Calà? E Renato Pozzetto allora?”
A cura di Redazione
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Come vi abbiamo raccontato, Lino Banfi rappresenterà l’Italia nella commissione per l’UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. L’annuncio fatto da Luigi Di Maio, nel corso dell’evento pubblico per la presentazione del reddito di cittadinanza, è stato accolto con sorpresa e ironia da tantissimi cittadini, che hanno sottolineato come il profilo dell’attore pugliese non corrisponda esattamente a quello richiesto per rappresentare l’Italia nella prestigiosa organizzazione delle Nazioni Unite. Anche perché l'Italia riveste un ruolo centrale all'UNESCO, considerando che il nostro Paese è il primo al mondo per numero di siti nella lista UNESCO del patrimonio mondiale, con 54 siti e beni e con altre 7 iscrizioni nella lista del patrimonio culturale immateriale, ed esprime una rappresentanza permanente.

E se lo stesso Lino Banfi confessa di essersi chiesto cosa c’entrasse lui con la cultura, va registrata anche la posizione serafica di Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, rispondendo a una domanda di un suo follower su Facebook nel corso di una diretta dall’esterno dell’ex Penicillina occupata a Roma, non perde occasione per lanciare una stoccata al Movimento 5 Stelle. “Per carità, Lino Banfi va benissimo”, spiega il leader leghista, aggiungendo sarcastico: “E Jerry Calà? E Renato Pozzetto? E Umberto Smaila? Apriamo questo dibattito!” Poi ha provato a smorzare i toni: “Scherzi a parte, l’Italia è così bella che chiunque la può difendere e valorizzare in giro per il mondo. Evviva la tradizione, la cultura, il cinema e il modo di vivere italiano”. E da lì ha cambiato immediatamente discorso, tornando a parlare delle confische fatte negli ultimi giorni dalle forze di polizia al patrimonio di mafiosi e corrotti.

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