L’incomprensibile silenzio di Salvatore Parolisi sulla morte di Melania Rea
Venerdì scorso il giorno tanto atteso dell'interrogatorio: i pm di Ascoli Piceno, Umberto Monti e Ettore Picardi, hanno esposto a Parolisi e ai suoi avvocati, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, i motivi per i quali è ritenuto responsabile della morte della moglie, Carmela Melania Rea, barbaramente uccisa da 32 coltellate nel bosco delle Casermette e lì abbandonato il corpo dopo il delitto.
L'incontro con gli inquirenti si è svolto a partire da una lunga fase preliminare, a seguito della quale Parolisi si è avvalso della facoltà di non rispondere. E' stato l'avvocato Biscotti a spiegare la scelta del silenzio, così aspramente accolta da quanti, invece, attendevano da Parolisi tutte le spiegazioni sul caso:
Salvatore Parolisi in questi due mesi ha risposto ad oltre 40 ore di domande, abbiamo ritenuto oggi di avvalerci di uno strumento tecnico, della facoltà di non rispondere. Si sarebbe trattato di un ripetere le stesse cose. Quando avremo elementi meno fluidi riguardo all'incolpazione, saremo noi a richiedere un interrogatorio.
I difensori di Parolisi hanno, inoltre, depositato nella cancelleria del Gip di Ascoli Piceno la richiesta di incidente probatorio, volta ad accertare davanti ad un giudice terzo luogo, ora e dinamica dell'omicidio di Melania Rea. L'avvocato Biscotti ha poi aggiunto: Parolisi non teme la verità, al contrario, la cerca.
La Procura è ancora in attesa del deposito di fondamentali accertamenti legati all'indagine, quali i risultati dell'autopsia, i rilievi dei carabinieri del Ris e dei Ros sui reperti sequestrati e sul traffico telefonico della vittima e dell'unico indagato. Inoltre, dalla notifica dell'atto depositato ieri, dovrà formulare le proprie osservazioni al Gip, il quale poi potrà accogliere l'istanza, respingerla o differirla nel tempo. E Mauro Gionni, l'avvocato della famiglia Rea, ha commentato così il tentativo della difesa di Salvatore Parolisi:
è legittimo ma inutile: la procura ha già disposto tutti gli accertamenti richiesti, e l'anatomopatologo sta concludendo la relazione sull'autopsia
Elementi meno fluidi, incolpazioni e strategie giudiziarie incomprensibili agli occhi della famiglia Rea, che conosce una ed una sola scelta: quella di raccontare dell'ultimo giorno di Melania, spiegare una, due, cento, anche mille volte cosa accaduto, per permettere agli inquirenti di individuare il colpevole di questo efferato delitto, contribuire finalmente ad inchiodarlo. Perché la voce della verità non può temere giudizi e pregiudizi, fosse solo per amore di Melania. La sua famiglia attendeva da Parolisi un gesto che potesse finalmente sfondare il muro di dubbi e sospetti cementatisi nelle ultime settimane e, invece, si è preferito avvalersi di uno strumento tecnico, che nulla a che vedere con il ricordo di Melania.
Michele Rea ha così commentato la scelta di Salvatore Parolisi di non rispondere alle domande degli inquirenti:
Siamo molto delusi, iniziamo ad avere qualche sospetto su Salvatore. Penso che non abbia fatto una scelta saggia, purtroppo. È un suo diritto quello di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma così facendo non ha aiutato a trovare l'assassino di sua moglie, non ha collaborato, così come invece ha sempre detto di voler fare.
Non so ancora cosa pensare ma a questo punto tutti in famiglia iniziamo a sospettare di Salvatore, è inutile nascondersi: se si è in buona fede e non si ha nulla da temere, si parla. Iniziamo ad avere qualche dubbio su tutta la vicenda anche se dobbiamo e vogliamo ancora capire che cosa è successo durante l'interrogatorio.
Perché la voce della verità non può temere giudizi e pregiudizi, fosse solo per amore di Melania.