Liliana Segre propone una legge contro l’odio fra diversi: “Rivedo un osceno sospetto”
Ieri, da neo-senatrice a vita, Liliana Segre ha tenuto il suo primo intervento davanti all’assemblea di Palazzo Madama. Un discorso incentrato sui motivi per cui è stata scelta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come senatrice a vita, raccontando a tutti i presenti in aula la sua esperienza, la sua permanenza ad Auschwitz, e lanciando un messaggio in difesa di tutte le minoranze, a partire da quelle rom e sinti. Un discorso applaudito da tutto il Senato e con cui ha lanciato un forte messaggio, ribadito quest’oggi in un’intervista rilasciata a Repubblica. Segre annuncia di aver preparato una “proposta di legge contro questo parlar d’odio gli uni contro gli altri e per i diritti umani”. E ribadisce il messaggio già lanciato ieri in Parlamento, parlando di analogie tra quello che succede oggi e quello che ha subito lei: “Io non sono indifferente. La combatto, l’indifferenza, e continuerà a farlo finché vivo”.
Ieri Segre aveva annunciato un suo impegno personale in difesa delle minoranze: “Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da leggi speciali contro i popoli nomadi: se dovesse accadere mi opporrò con tutte le forze che mi restano”, aveva affermato nell’aula di Palazzo Madama. Nell’intervista a Repubblica Segre spiega come è nata questa replica a un appello del professor Melloni:
L’ho incontrato al ricevimento del presidente della Repubblica, il primo giugno. Mi aveva detto: ma lei sa che se una persona non manda il figlio a scuola deve pagare 30 euro di multa, ma se lo fa un rom gli tolgono il figlio? Mi ha proprio colpito. E allora gli ho raccontato che io me li ricordo gli zingari nei campi di sterminio, ma siccome non hanno una tradizione scritta come gli ebrei, queste cose non le sa nessuno. Forse neppure gli zingari stessi di oggi, rom o sinti che siano. Non potevo non rispondere al suo appello.
Da qui Segre allarga il discorso, ricordando la sua storia: “C’erano le leggi razziali, eravamo perseguitati da anni, cos'altro si poteva fare che cercare di fuggire? Io ero una richiedente asilo: negato. Avevo documenti falsi, cercavo di passare in Svizzera perché è chiaro che saremmo stati in salvo, ma gli svizzeri mi hanno respinto con mio papà e due vecchi cugini. Più tardi hanno deportato anche i miei nonni. Nessuno di noi aveva fatto nulla. Ci sono analogie ma non sono situazioni uguali, a distanza di 80 anni. E io non sono indifferente: la combatto, l'indifferenza, e continuerò a farlo finche' vivo. Questa emigrazione è completamente diversa. Noi fuggivamo perché sapevamo che saremmo stati deportati e uccisi. Questa emigrazione è un fenomeno enorme, una quantità di casi diversi, non si può generalizzare. Arrivano persone di tutti i tipi: chi scappa, chi vuole migliorare il proprio tenore di vita, bambini abbandonati da madri che sperano in un destino migliore… La mia mente torna a cose viste”.
Il contratto di governo
Nonostante il ministro dell’Interno Matteo Salvini abbia smentito progetti di leggi speciali, Segre non si sente rassicurata. “Rivedo l’osceno sospetto di chi fino ad adesso non ha osato e adesso osa”, afferma Segre a Radio Capital. La preoccupazione della senatrice a vita nasce anche da quanto previsto dal contratto di governo, soprattutto su alcuni temi come immigrazione e rom. Il contratto M5s-Lega prevede infatti un intero capitolo dedicato ai campi nomadi.
Nel contratto si parla del dilagare dei campi nomadi con un “aumento esponenziale di reati commessi dai loro abitanti”. Secondo quanto si legge nel contratto questo comporta un “grave problema sociale”, con circa 40mila rom che vivono nei campi nomadi, di cui il 60% sono minori. E allora le azioni previste dal governo sono: “Chiusura di tutti i campi nomadi irregolari, contrasto ai roghi tossici, obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà genitoriale”. L’obiettivo finale è comunque il “pieno superamento dei campi rom in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea”.
Alla senatrice a vita, inoltre, saranno venuti in mente anche i discorsi di Salvini sulle ruspe da usare nei campi rom, oltre ad altri punti del contratto, come quelli riguardanti l’immigrazione, tema toccato durante l’intervista da Segre. Secondo il contratto di governo, l’obiettivo è “puntare alla riduzione della pressione dei flussi”, ma tra i punti che potrebbero suscitare la preoccupazione di Segre ci sono anche i passaggi sullo status di rifugiato. Per lei che ha vissuto da richiedente asilo, quando cercava di sfuggire alla deportazione, farà sicuramente effetto leggere nel contratto di governo che uno degli obiettivi è una revoca più veloce dello status di rifugiato dopo le verifiche del caso. E, stando al suo racconto e al suo intervento ieri in aula, anche per questo la Segre si batterà in difesa di tutte le minoranze e di chi è costretto a scappare dal proprio paese, proprio come avvenuto nel suo caso più di 70 anni fa.