Libia, uccisi ambasciatore Usa e il suo staff: terrorismo o reazione al film choc su Maometto
L'ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens è rimasto ucciso, assieme ad altri tre membri dello staff, due dei quali marines, nell'attacco di ieri al consolato di Bengasi. Il diplomatico si trovava nella sede di rappresentanza statunitense ed è morto per asfissia.
Secondo i media in lingua araba l'attacco sarebbe organizzato da un gruppo di manifestanti che protestavano contro un film ritenuto "blasfemo" sulla vita del profeta Maometto prodotto negli Usa. La notizia della morte dell'ambasciatore non trova finora conferme ufficiali e fino a stamattina si parlava di un solo cittadino americano ucciso nell'attacco.
Il film si chiama "L'innocenza dei Musulmani", è di produzione americana e il regista israeliano, autore della pellicola, Sam Bacile, ha affermato che "L'islam è un cancro" e che il suo film è una provocazione politica di condanna alla religione musulmana. La pellicola è costata 5 milioni di dollari finanziati con l'aiuto di oltre 100 donatori ebrei. La prime proteste per il film sono scoppiate al Cairo e poi ieri, a Bengasi, in un attacco, è stato appiccato il fuoco del consolato americano, che ha causato la morte del diplomatico e del suo staff.
I siti web vicini alle organizzazioni terroristiche sostengono tuttavia che i fatti di Bengasi non siano collegati al film bensì siano una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi, il libico numero 2 di Al Qaeda.