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Libia, Renzi: “Con me premier l’Italia non va in guerra, non è un videogioco”

Il Premier smentisce le ipotesi di un intervento armato. Sugli italiani rapiti nel Paese rivela: “I quattro sono entrati in Libia quando c’era un esplicito divieto di entrarci da parte nostra, dobbiamo capire le responsabilità”.
A cura di Antonio Palma
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L'intervento militare in Libia da parte dell'Italia "oggi non è all'ordine del giorno". Così il Premier Matteo Renzi smentisce ancora una volta le ipotesi si un imminente intervento armato del nostro esercito nel Paese africano come già aveva fatto nei giorni scorsi. "L'Italia non si tira indietro ma non c'è l'ipotesi dei 5000 uomini, a fare l’invasione della Libia, con 5mila soldati, con me presidente, l’Italia non ci va", ha assicurato infatti Renzi intervistato oggi nel corso della trasmissione tv Domenica Live. “Vedo gente che dice mandiamo 5mila uomini. Ma che è, un videogioco? Quando l’Italia deve fare la sua parte, chiaro che la fa. Ma la situazione in Libia non è a questo livello" ha proseguito il Presidente del Consiglio, non rinunciando a dare una stoccata alla Francia secondo lui colpevole in parte della situazione libica.

"Se la Libia è in questa situazione di difficoltà è perché qualche politico – non italiano, ma francese – ha avuto la bella idea di fare un intervento senza pensare al dopo. E sono quattro anni che siamo in una situazione di stallo” ha sottolineato infatti Renzi nel corso del suo intervento, aggiungendo: "Per prima cosa serve un Governo in Libia che sia solido, che abbia la possibilità di chiamare un eventuale intervento della comunità internazionale e non ci faccia rifare gli errori del passato”. Diverso il caso dell'Iraq dove ci saranno militari italiani. “C’è una diga rischia di crollare, a livello internazionale ha vinto un’azienda italiana per ristrutturarla. Mi ha chiamato Barack Obama e poi anche nell’ultimo incontro mi ha ricordato che è un passaggio importante, perché rischiano centinaia di migliaia di persone. Mi ha detto di dare una mano a quell’azienda. Manderemo dei soldati, non ci tiriamo indietro”.

Inevitabile il riferimento anche ai quattro italiani rapiti in Libia e in particolare alle due vittime: Salvatore Failla e Fausto Piano. Il premier sottolinea che i quattro sono entrati nel Paese per ordine della compagnia quando già c'era un divieto esplicito della Farnesina. “Dobbiamo capire le responsabilità perché i quattro sono entrati in Libia quando c'era un esplicito divieto di entrarci da parte nostra. C'è stata un'operazione di intervento, probabilmente dei cantieri da visitare. È ancora da chiarire. La vicenda è molto delicata" ha commentato Renzi, aggiungendo: "Da parte nostra ci sarà tutto il sostegno necessario alle famiglie delle vittime e ai due che sono rientrati e hanno saputo solo stamattina della sorte dei due colleghi. Ma vorrei dire a tutti i politici di tutti gli schieramenti. Almeno su questo possiamo evitare strumentalizzazioni selvagge e bieche".

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