Libia: Obama annuncia le sanzioni. E l’Italia abbandona Gheddafi
In risposta alla sanguinosa repressione di Gheddafi a seguito della rivolta contro il suo regime, il presidente Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo che comprende una serie di sanzioni nei confronti del clan Gheddafi, tra le quali il congelamento dei beni depositati negli Stati Uniti del leader libico e di quattro dei suoi congiunti (Ayesha, generale dell'esercito; Khamis; Mutassim, consigliere per la sicurezza nazionale e Saif al-Islam) . "Il regime di Muammar Gheddafi ha ridicolizzato le norme internazionali e la più elementare morale, deve esserne ritenuto responsabile," si legge nel comunicato diramato dl presidente americano "Queste sanzioni riguardano di conseguenza il regime Gheddafi, ma proteggono i beni che appartengono al popolo libico”. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti fa sapere che il ricorso bloccherà ingenti somme di denaro libico e ne impedirà il saccheggio da parte del governo di Gheddafi, ma ha rifiutato di offrire un valore in dollari.
L'amministrazione Obama era stata criticata per la sua risposta relativamente contenuta finora alla turbolenza. Ma i funzionari Usa hanno detto che i timori per la sicurezza degli americani presenti in Libia hanno portato a temperare la risposta di Washington alle azioni del regime Gheddafi. Non è un caso se l'annuncio del provvedimento è giunto subito dopo l'ultimazione delle operazioni di rimpatrio degli americani che erano nel paese nordafricano. Altre sanzioni verranno prese già oggi dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunitosi (alle 17.00 ora italiana) per votare un atto contro il regime del rais.
Intanto, Ignazio La Russa, ha fatto sapere che "il trattato Italia-Libia non c'è già più, è inoperante, è già sospeso". Il ministro della Difesa in visita a Livorno ai soldati della Folgore ha aggiunto: "Per esempio gli uomini della Guardia di Finanza, che erano sulle motovedette per fare da controllo a quello che facevano i libici, sono nella nostra ambasciata". La Russa ha poi detto di temere che gli extracomunitari dello stato africano che arriverranno in Italia, possano essere molti di più di quelli giungevano nel nostro paese prima del trattato e in tal senso "non si può immaginare che l'Europa del nord lasci sola l'Italia in questa situazione di emergenza."