Il piano degli Usa per bombardare l’Isis in Libia con l’aiuto anche dell’Italia
Le salme dei due tecnici italiani rimasti uccisi in Libia – Salvatore Failla e Fausto Piano – dovrebbero essere rimpatriate in giornata. Il condizionale è d’obbligo visto che non c'è ancora alcuna certezza sui tempi. In mattinata, il sindaco di Sabrata, Hussein Al-Zawadi, contattato per telefono dall’Ansa, aveva detto che “i corpi devono essere consegnati a Tripoli al procuratore generale e, se tutto andrà come previsto, saranno a Tripoli nella tarda mattinata”, riferendosi appunto alle salme dei due ex ostaggi, che si trovano al momento nella vicina Surman. Tuttavia, l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, difensore della famiglia Failla che da ieri è a Roma, ha detto chiaramente che “non abbiamo alcuna conferma che le salme rientrino oggi. Non sappiamo neanche se si trovino ancora a Sabrata o se siano state trasferite a Tripoli”, ha dichiarato. “Ci auguriamo che quanto annunciato dal ministro Gentiloni, su un rientro in giornata, venga confermato perché questo ritardo sta assumendo aspetti inquietanti”, ha spiegato ancora il penalista. Una situazione complicata che non fa altro che acuire il dolore dei familiari delle vittime. Solo ieri Rosalba Failla, vedova di Salvatore, ucciso giovedì in Libia, ha accusato le autorità italiane di aver “fallito”, sottolineando che “la liberazione dei due ostaggi [Gino Pollicardo e Filippo Calcagno] è stata pagata con il sangue di mio marito".
Attesa per il rientro delle salme dei due ostaggi italiani uccisi
Di "problemi logistici" che hanno rallentato fino ad oggi il processo di trasferimento dei corpi dei due tecnici italiani della Bonatti da Sabratha a Tripoli, ha parlato il ministro degli Esteri Ali Ramadan Abuzaakouk in un’intervista al Corriere della Sera, pur ammettendo che la consegna delle salme a Roma "è solo una faccenda di poche ore". Il procuratore di Tripoli ha assicurato al Governo di Tripoli che fino a questa mattina, le salme di Failla e Piano si trovavano ancora nella zona di Sabratha. "Laggiù le carte sono pronte. Occorre trovare l'elicottero che li porti qui nella capitale. La regione è troppo instabile per viaggiare via terra. Si potrebbe anche pensare ad un battello. Ma sono altri ad occuparsene", ha sottolineato Ali Ramadan, confermando che il trasferimento è ormai prossimo.
Il piano di raid USA contro l'Isis
Nel frattempo il New York Times scrive che il Pentagono avrebbe presentato al presidente Obama un nuovo piano per combattere l'Isis in Libia insieme agli alleati Italia, Francia e Regno Unito. In particolare si parla di almeno 30-40 obiettivi da bombardare in quattro aree del Paese nordafricano: campi di addestramento, centri di comando, depositi di munizioni e altri siti in cui si raggrupperebbero i jihadisti del Daesh.