Ostaggi italiani liberati in Libia, il mistero della data sbagliata sul bigliettino
Della liberazione dei due ostaggi italiani Filippo Calcagno e Gino Pollicardo probabilmente non conosceremo mai tutta la verità, proprio come per Giulio Regeni. I dettagli dell'operazione, il ruolo dei servizi segreti italiani, i tempi e i modi esatti, gli elementi base per raccontare una storia, non ci sono. Soprattutto mai il governo italiano chiarirà in modo inoppugnabile se è stato pagato un riscatto ai rapitori, pratica recentemente denunciata da un'inchiesta di Al Jazeera che ha fortemente indignato la Farnesina.
Ma torniamo alla liberazione di Pollicardo e Calcagno. Proviamo a mettere in fila gli elementi emersi nelle ultime ore e facciamoci qualche domanda: quando sono stati rilasciati i due ostaggi italiani? Chi li ha liberati? Come sono morti i loro colleghi Fausto Piano e Salvatore Failla? E che valore hanno le ricostruzioni giornalistiche emerse nelle ultime ore, in assenza di fonti ufficiali e di un minimo di lavoro di inchiesta? Il rischio, come accade spesso, è quello di una "corsa allo scoop" buona solo a confondere le idee ai lettori.
Il "mistero" del bigliettino con la data sbagliata
Questa mattina la pagina Facebook del Sabratha Media Center ha pubblicato due fotografie: una ritraeva i due operai italiani seduti in una stanza, con le barbe lunghe e i volti evidentemente provati. Un'altra era l'immagine di un bigliettino scritto (pare) proprio da Pollicardo e Calcagno: "Sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia". Non notate nulla di strano? La data è quella del 5 marzo, ovvero domani. Bizzarro che nessuno se ne sia accorto tra gli uomini dei servizi segreti italiani che sicuramente erano presenti. Strano che nessuno abbia chiesto di correggere. La liberazione dei due ostaggi doveva essere comunicata oggi, come avvenuto grazie ai giornalisti libici del Sabratha Media Center, oppure domani? E perché?
Le modalità della liberazione
I due più autorevoli quotidiani italiani riportano, dalle loro home page, versioni diametralmente opposte riguardo la liberazione di Pollicardo e Calcagno. Repubblica ha a lungo raccontato che i due italiani sarebbero riusciti a liberarsi da soli, uscendo dalla cantina di una casa di proprietà di una famiglia marocchina in cui erano reclusi senza cibo né acqua. Il Corriere, invece, sostiene che i dipendenti della Bonatti sono stati liberati dopo un blitz condotto dalle forze di sicurezza libiche in cui una donna tunisina (una carceriera dei due operai?) si sarebbe fatta esplodere, uccidendo persino i suoi due figli. Ma è tutto un forse, tutto un condizionale, una fonte che smentisce completamente l'altra. Secondo il sito Assabah News gli uomini del "Consiglio Militare", responsabile della sicurezza di Sabratah, dopo il suicidio della donna sono "entrati per ispezionare la casa ed hanno trovato i due ostaggi italiani". Qual'è la verità? E perché Hosin al-Dawadi, sindaco di Sabratah, ha dichiarato che Pollicardo e Calcagno "sono stati trovati lunedì", cioè quattro giorni fa?
Le immagini dei corpi di Fausto Piano e Salvatore Failla
Una ricostruzione di Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere in Libia, sostiene la tesi che Fausto Piano e Salvatore Failla – gli altri due ostaggi italiani morti – siano stati sequestrati dal loro autista Mohammed Yahia (a luglio del 2015) a scopo di ottenere un riscatto. L'Italia, secondo una fonte citata dal giornalista e rilanciata dal sito Middle Est Online, avrebbe pagato solo la metà della somma richiesta (12milioni di euro) confidando che gli aguzzini si sarebbero "accontentati". Così non è stato e mercoledì, durante un conflitto a fuoco con le forze libiche, tra i morti ci sarebbero stati anche i nostri connazionali. Il Corriere pubblica anche un video girato presumibilmente in un obitorio e che mostrerebbe le vittime occidentali: stranamente, però, i vestiti indossati dai morti non sono quelli mostrati in una serie di foto diffuse dal Sabratha Media Center.
Stabilire una verità oggettiva sulla morte di Fausto Piano e Salvatore Failla e sulla liberazione di Filippo Calcagno e Gino Pollicardo sarà un'impresa non facile, tra notizie decisamente discordanti, misteriosi errori e una situazione che in Libia appare giorno dopo giorno più drammatica. In questo quadro la prudenza è d'obbligo e i giornali, più che fornire retroscena e risposte "fantasiose", farebbero forse meglio a porre domande al governo italiano. Chi ha ucciso i nostri connazionali? Quando sono stati liberati Pollicardo e Calcagno? E' stato pagato un riscatto?