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Libia, i ribelli pronti all’assalto di Tripoli: Fayez al Serraj proclama lo stato di emergenza

Il consiglio presidenziale presieduto da Fayez al Serraj ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli a causa di una serie di scontri tra milizie intorno alla capitale libica. Stando a informazioni diffuse dal governo di Tripoli e dalla stampa locale, la decisione sarebbe stata assunta “per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili”.
A cura di Charlotte Matteini
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Foto di repertorio
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Il consiglio presidenziale presieduto da Fayez al Serraj ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli a causa di una serie di scontri tra milizie intorno alla capitale. Stando a informazioni diffuse dal governo di Tripoli e dalla stampa locale, la decisione sarebbe stata assunta "per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili". Inoltre, diversi media locali hanno riferito dell'avanzata a sud della 7/a Brigata, con violenti combattimenti lungo la strada verso l'aeroporto. Secondo le prime informazioni, sarebbero almeno 39 le persone rimaste uccise nel corso degli scontri mentre 96 sarebbero i feriti.

Il consiglio presidenziale, in una nota diffusa in giornata, ha definito "un attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti, davanti ai quali non si può restare in silenzio", il cui obiettivo è "interrompere il processo pacifico di transizione politica" cancellando "gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese". Il leader della settima Brigata, Abdel Rahim Al Kani, ha annunciato ai media locali l'imminente assalto alla capitale: "Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico".

Sempre secondo le prime informazioni diffuse, la Brigata ieri avrebbe assunto il controllo della zona di al Kurayema e "i residenti erano costretti a pagare un tributo alla milizia 301". "Lo stato d'emergenza è stato annunciato a Tripoli. Medici Senza Frontiere resta altamente preoccupato per i cittadini libici nelle aree residenziali e per i rifugiati e migranti intrappolati, le cui sofferenze sono state aggravate dalle politiche dell'Unione europea. La Libia non è un Paese sicuro", ha commentato la Ong Medici Senza Frontiere.

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