Libia, i ribelli arrivano a Bani Walid. Oggi in visita il Premier turco Erdogan
Dopo Sirte, è la volta di Bani Walid. I ribelli, dopo aver attaccato la città natale di Gheddafi, sono entrati nella città roccaforte del Rais. Migliaia i guerriglieri che sono arrivati a Sud di Tripoli, per combattere con le truppe del dittatore. Sono arrivati sul posto a bordo di carrarmati e hanno espresso l’intenzione di non voler attaccare i civili, e che per questo motivo, eviteranno di usare artiglieria pesante, evitando, così, morti innocenti. I soldati di Gheddafi hanno risposto alla situazione, lanciando cinque razzi su una fabbrica, usata come ospedale. Fortunatamente non ci son state vittime. Intanto i ribelli sono in cammino per raggiungere la roccaforte di Gheddafi.
Oggi è arrivato a Tripoli il primo ministro turco Tayyp Erdogan, dopo la visita diplomatica di Sarcozy e Cameron. Erdogan si augura che i futuri dirigenti libici riescano a capire il ruolo della Turchia, impegnatasi per far cadere il regime di Gheddafi, e ottenerne benefici di natura politica ed economica. Le forze anti-gheddafiste sono sostenute dalla Nato e, al momento, controllano la gran parte della Libia, compresi Tripoli e i centri petroliferi, sin dal mese di agosto. I ribelli hanno dichiarato di avere sotto controllo la valle che porta a Bani Walid e di avere molti uomini per combattere la loro battaglia “Abbiamo circa un migliaio di combattenti”, è quanto riferiscono dal fronte.
Le milizie pro-Rais non si fanno spaventare dall’arrivo del Cnt e fanno sapere, tramite il loro portavoce Mousa Ibrahim, il quale ha parlato ad un’emittente televisiva, rivelando che Gheddafi fa appoggio su migliaia di sostenitori: “Da domani ci saranno atroci attacchi della Nato e dei loro agenti sul terreno sulle città che resistono, a Sirte, Bani Walid e Sabha”. Il portavoce del Rais, inoltre, ha dichiarato che il premier francese e quello inglese si sono recati in territorio libico solo per “trasformare la Libia in feudo dell’Occidente” e che, nello specifico, “La Francia cerca di rafforzare i suoi agenti in Libia e la Gran Bretagna di favorire figure politiche che le sono alleate”, e che dietro questa visita c’è un vero “progetto di colonizzazione in Libia”.