Libia, vittime civili nei raid egiziani. Domani riunione Consiglio sicurezza Onu
Ore 22.50 – Usa e Ue: in Libia soluzione è politica – I governi di “Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia. L'efferata uccisione di ventuno cittadini egiziani in Libia, da parte di terroristi affiliati all'Is, sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto, la cui prosecuzione va a beneficio esclusivo dei gruppi terroristici, Is compreso. Il terrorismo – si legge in una dichiarazione congiunta – colpisce tutti i libici e nessuna fazione può affrontare da sola le sfide cui il Paese è chiamato a confrontarsi. Il processo di dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite, volto alla formazione di un governo di unità nazionale, costituisce la speranza migliore per i libici, al fine di affrontare la minaccia terroristica e far fronte alla violenza e all'instabilità che impediscono la transizione politica e lo sviluppo della Libia. La comunità internazionale è pronta a sostenere pienamente un governo di unità nazionale per affrontare le sfide attuali della Libia”.
Ore 19.50 – Nel pomeriggio, il premier Renzi ha avuto un colloquio telefonico sulla Libia con Hollande. "Piena identità di vedute – fa sapere Palazzo Chigi – sulla centralità della iniziativa diplomatica da mettere in campo in ambito onu per promuovere stabilità e pace in Libia". Intanto arriva notizia dell'ultimo orrore firmato dall'Isis: i jihadisti avrebbero bruciato vive 45 persone ad al-Baghdadi, nella provincia di Anbar. Lo ha affermato senza dare altri dettagli un ufficiale della polizia locale, il colonnello Qasim al-Obeidi, citato dalla Bbc. In precedenza si era appreso dell'uccisione di almeno 27 poliziotti iracheni nella stessa città. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà domattina (ora di New York) per una seduta pubblica nel corso della quale il ministro degli esteri egiziano Sameh Shukri riferirà sulla situazione.
UPDATE: Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato stamattina i titolari dei ministeri degli interni, esteri e difesa (Alfano, Gentiloni e Pinotti). Al centro del vertice la crisi libica e la posizione che l'Italia dovrà adottare nel quadro internazionale, ovvero la promozione di un'azione diplomatica sotto l'egida Onu e il sostegno per una iniziativa urgente al Consiglio di sicurezza che promuova stabilità e pace in Libia.
E' di almeno sette vittime civili, tre dei quali bambini, il bilancio del secondo giorno di bombardamenti egiziani nel nord est della Libia. A renderlo noto è l'emittente Al-Jazeera, che ha spiegato come i raid siano stati lanciati prevalentemente sulla città costiera di Derna dopo che il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha promesso di punire i responsabili dell'uccisione di 21 cristiani copti egiziani rapiti dai miliziani dello Stato Islamico a Sirte. Le autorità del Cairo hanno comunicato di aver bombardato campi di addestramento dell'Isis e aree adibite allo stoccaggio delle armi, ma nulla è stato ancora detto in merito ai morti tra la popolazione civile. Al contrario, le autorità militari egiziane hanno dichiarato che i raid aerei "hanno colpito con precisione e i piloti stanno rientrando in sicurezza nelle basi". Malgrado i toni trionfali le forze armate egiziane devono fare i conti con molte critiche arrivate dopo la pubblicazione, sui social network, di fotografie che mostrano ampie zone residenziali di Derna completamente rase al suolo.
In questo quadro persino Omar al-Hassi, leader del governo legalmente instaurato a Tripoli, ha definito i bombardamenti nientemeno che un "atto terroristico": "L'orribile attacco portato dai militari egiziani rappresenta una violazione della sovranità della Libia e una chiara violazione del diritto internazionale. Non la pensa così il presidente egiziano al-Sisi, che ha appoggiato la richiesta della Francia della convocazione urgente di un Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che autorizzi un intervento internazionale in Libia: "Non ci sono altre scelte, tenendo in considerazione l'accordo del popolo libico e del governo, e che ci hanno chiesto di agire", ha detto il presidente egiziano, ignorando evidentemente le condanne ai raid espresse dal presidente libico.
In questo quadro è intervenuto stamattina Giuseppe Buccino Grimaldi, ambasciatore italiano in Libia, che è sembrato smorzare i toni bellicosi dei ministri Pinotti e Gentiloni. Intervistato da Radio Anch'io il diplomatico ha detto: "In Libia la situazione è certamente grave, ma non dobbiamo drammatizzarla. Dire che Sirte o Tripoli siano in mano all'Isis è assolutamente sbagliato – ha spiegato l'ambasciatore – purtroppo in questa polarizzazione così forte, con due schieramenti che si fronteggiano e si dividono al loro interno, è chiaro che prevalga la logica il nemico del mio nemico è mio amico ed è una logica pericolosissima che può portare a un rafforzamento del terrorismo estremo in Libia".