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Libia: Gheddafi verso la riconquista del paese. Intanto si discute per la no-fly zone

Dopo Zawiyah, Al-Uqayla, Ras Lanuf, le milizie di Gheddafi riconquistano Brega. Il prossimo obiettivo è Bengasi, sede del Consiglio nazionale dei ribelli.
A cura di Biagio Chiariello
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E' tutt'altro che chiara la situazione in Libia. Le emittenti televisive del paese non riescono a fornire le posizioni certe dei ribelli e dell'esercito di Gheddafi, salvo poi darne rettifica. Si sa che gli organi mediatici, sia locali che internazionali, sono parecchio vagliati e le news che filtrano vengono diffuse dai portavoce delle opposte fazioni. E' guerra, dunque, anche a livello mediatico.

A quanto pare Muammar Gheddafi avrebbe spinto il Consiglio Nazionale di Transizione fuori dal porto petrolifero di Brega, la quarta città in mano ai ribelli a cadere. Gli Stati Uniti ei suoi alleati sarebbero già mobilitati per fermare in anticipo l'avanzata dello schieramento del leader libico verso est.

Le truppe ribelli sono fuggite in tutta Brega ieri sotto il pesante attacco dell'esercito di Gheddafi, secondo l'Associated Press. La televisione libica di Stato ha mostrato filmati di quella che era Brega "dopo essere stata epurata da bande armate del terrorismo", tuttavia i rappresentati dei ribelli hanno rivelato di essere rientrati in città durante la notte. "Abbiamo fatto prigionieri 20 dei soldati di Gheddafi e ne abbiamo uccisi 25. Li abbiamo costretti a ritirarsi di 20 km dalla città,” dice Hamed Al Hasi, portavoce degli insorti. Anche Al Jazeera stamani comunica che i ribelli, dopo aver dislocato il fronte di resistenza a Al Ajdabiya, sono riusciti a riprendere il centro petrolifero di Brega, in fiamme dopo la scontro tra le due fazioni. Ma secondo il colonnello Milad Hussein, portavoce delle milizie di Gheddafi: "I terroristi si danno alla fuga sotto i nostri raid aerei. Abbiamo riconquistato Zawiyah, Al-Uqayla, Ras Lanuf, Brega, e l'esercito è in marcia per ripulire il resto della regione". Ai ribelli, dunque, non resterebbe che Misurata.

Il fine settimana in Libia è proseguito con molteplici colpi di scena, a causa della brutale superiorità delle forze fedeli al leader Gheddafi che ora sono sempre più vicine a Bengasi, sede del Consiglio nazionale di Transizione. Il rais ha usato armi e aerei per respingere i ribelli, che chiedono il sostegno occidentale per porre fine al dominio di quattro decenni di Gheddafi.

Intanto il segretario di Stato americano, Hillary Clinton prevede di incontrare i leader dell'opposizione libica a Parigi, dove arriverà oggi per alcuni colloqui con gli alleati europei. Il Regno Unito ha appoggiato le proposte per una no-fly zone sopra la Libia, anche se gli Stati Uniti hanno avvertito che una tale misura comporterebbe attacchi contro le difese aeree libiche. Anche la Lega araba sostiene la no-fly zone e la NATO, a cui spetterebbe probabilmente il compito di applicarla, suggerisce alle Nazioni Unite di approvare la missione.

Hadi Shalluf, leader d'opposizione del Partito per la giustizia e la democrazia, dice: "Abbiamo bisogno di militari a terra. Abbiamo bisogno di forze per aiutare i libici per la pace, ma abbiamo pure bisogno di aiuto delle Nazioni Unite ".

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