Libia, Gheddafi: “Se attaccati, bombarderemo il Mediterraneo”
Non si ferma la guerra civile in Libia. La riconquista dell'esercito del colonnello Muammar Gheddafi, mentre gli insorti della Tripolitania ripiegano in Bengasi pronto per lo scontro finale che potrebbe sancire la fine della rivolta e la vittoria dello storico autarca. La situazione sembra aver subito un'accelerata in vista del possibile attacco da parte delle forze militare delle Nazioni Unite, che necessitano dell'autorizzazione Onu. Gheddafi, in un'intervista radiofonica, e il ministro della Difesa affermano con tono inquietante che se la Libia sarà attaccata da Europa e Stati Uniti, l'esercito non esiterà a bombardare obiettivi civili – navi e aerei – in tutto il Mediterraneo.
Oggi, l'aviazione libica ha bombardato l'aeroporto di Benina, a soli 10 chilometri dalla capitale degli insorti Bengasi. Al Jazeera riferisce che uno degli aerei che hanno condotto il raid sarebbe stato abbattuto dai ribelli, i quali fanno sapere che un altro aereo pro-Gheddafi sarebbe atterrato a Benina, probabilmente per la defezione del suo pilota. Muammar Gheddafi fa sapere che entro domani sarà sferrato l'attacco finale a Misurata, che si trova a 150 chilometri da Tripoli.
Rassicurazioni sul fronte petrolifero nei rapporti tra Italia e Liba. Il ministro del petrolio della Libia dichiara che i rapporti con Eni e Italia sono buoni e che la compagnia italiana lavora dagli anni '50 ed è una delle più importanti per il governo libico. Il ministro Shukri Ghanem conclude: “Noi svolgiamo un ruolo fondamentale per la sicurezza energetica dell'Italia, Paese verso cui esportiamo un milione di metri cubici di gas. Per quanto ci riguarda confermiamo tutti i contratti con Eni, e speriamo che facciano lo stesso”