Libia: esplosioni nei pressi della residenza di Gheddafi. Intanto Russia e Cina lavorano a una soluzione diplomatica
Continuano i bombardamenti della Nato su Tripoli. E si fanno sempre più violenti. Stamattina una forte esplosione ha scosso il centro della capitale libica e alcuni testimoni hanno riferito di aver visto alzarsi una colonna di fumo dalla residenza bunker di Muammar Gheddafi. Le esplosioni che hanno coinvolto la zona, secondo fonti locali, sarebbero state almeno quattro, la prima delle quali alle 10:45. Alcuni bombardamenti s'erano già registrati nella notte e avevano riguardato il quartiere Al Karama. Il portavoce del governo Mussa Ibrahim ha riferito che nel corso degli attacchi è stata nuovamente colpita la caserma della guardia popolare, un edificio che si trova praticamente di fronte alla residenza bunker di Gheddafi. Per Ibrahim ci sarebbero anche delle vittime. Le potenze occidentali, però, incalzano e i loro bombardamenti si fanno sempre più frequenti. Si tratta di un'escalation che è iniziata poco dopo l'annuncio della Nato di prorogare la missione in Libia di altri 3 mesi.
Anche sullo scacchiere internazionale qualcosa comincia a muoversi davvero con Russia e Cina che si stanno impegnando sul fronte diplomatico. A Bengasi è arrivato Mikhail Margelov, emissario del presidente Dmitry Medvedev. Si tratta delle prima autorità russa giunta in terra libica dall'inizio delle ostilità. Margelov incontrerà Mustafa Abdul Jalil, presidente del Consiglio Nazionale Transitorio, e altri leader dell'opposizione. "Siamo venuti a Bengasi per facilitare il dialogo tra le due parti" ha detto l'inviato del Cremlino.
Anche la Cina nei giorni scorsi si era avvicinata all'opposizione libica: l'ambasciatore cinese in Qatar aveva incontrato il presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil e a Bengasi erano giunti alcuni emissari di Pechino per prendere contatti con le opposizioni. Intanto il Ministro degli esteri libico Abdelati Obeidi si trova a Pechino e vi sosterà fino a giovedì. Abdelati Obeidi si confronterà col suo collega Yang Jiechi col quale cercherà una possibile soluzione politica alla fine del conflitto.