Libia: Distrutto il bunker di Gheddafi. NATO: ”Non sappiamo se è vivo o morto”.
Notte di bombardamenti aerei in Libia. La NATO ha indirizzato i propri missili contro un centro di comando militare a Tripoli, mentre testimoni riferiscono di forti esplosioni nei pressi del compound del leader libico Muammar Gheddafi e degli gli uffici della televisione di Stato. "Tutti gli obiettivi della NATO sono obiettivi militari", ha detto il generale di brigata Claudio Gabellini, un ufficiale italiano in servizio presso la sede della NATO a Napoli, negando che le forze della coalizione stanno prendendo di mira Gheddafi. La Nato, fa sapere Gabellini, "non ha alcuna prova" che il Rais sia vivo o morto. "Non sappiamo ciò che il signor Gheddafi sta facendo in questo momento, e per dire la verità non siamo neanche molto interessati". C'è da dire che le sorti di Gheddafi sono avvolte dal mistero ormai da oltre dieci giorni, cioè dal raid del 30 aprile che uccise il figlio Saif al Arab. Il generale ha poi fatto presente che "le operazioni militari proseguiranno fino a quando saranno stati raggiunti i tre obiettivi" che gli alleati si sono posti: fine degli attacchi contro i civili, ritiro delle forze nelle caserme ed accesso agli aiuti umanitari, e "prima avrà luogo meglio sarà per la nazione", ha sottolineato Gabellini. "Ogni giorno che passa e ogni blitz che effettuiamo fa la differenza". Gabellini ha aggiunto che "dal 2 maggio ad oggi abbiamo distrutto oltre 30 obbiettivi militari nel settore di Misurata, piu' precisamente 9 carri armati da combattimento, 3 sistemi lancia missili, 3 pezzi di artiglieria semoventi e 15 depositi di munizioni".
Le esplosioni di Tripoli sono arrivate subito dopo che Anders Fogh Rasmussen, capo della Nato, ha detto che il tempo stava scadendo per Gheddafi, che "dovrebbe rendersi conto il più presto che non c'è futuro per lui o il suo regime".
Ma a Misurata, la sola roccaforte della Libia occidentale nelle mani dei ribelli, continuano i combattimenti. Un medico ha detto che le forze di opposizione sono riuscite a spingersi a quindici chilometri dal centro di Misurata, verso Dafniya, una cittadina alla periferia occidentale, come riferisce l'agenzia di stampa Associated Press. Se i ribelli saranno in grado di superare questo ostacolo, l'ultima città prima della capitale libica, Tripoli, sarebbe solo Ziltan. Scontri sono stati segnalati anche nella parte orientale della Libia, tra le città di Ajdabiya e Brega. Un comandante dei ribelli, Zakaria al-Mismari, ha detto ai giornalisti che le forze di Gheddafi si erano fatti avanti con circa una dozzina di veicoli, ma sono stati subito ricacciati indietro.
Nella giornata di ieri Valerie Amos, capo delle Nazioni Unite umanitaria, ha chiesto a tutte le parti in gioco una pausa delle ostilità per favorire l'invio di cibo, acqua, medicinali e altri aiuti da consegnare alle popolazioni bisognose.