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Libia, dall’inizio della guerra 1.000 morti e 3.000 feriti soltanto a Misurata

Misurata, l’unica città nell’ovest della Libia ad essere sotto il controllo degli insorti, è diventata il simbolo della resistenza ribelle contro le forze di Gheddafi che da più di 6 settimane la stanno assediando. Da allora i morti sarebbero più di 1.000 ed i feriti almeno 3.000.
A cura di Cristian Basile
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Misurata Guerra

I combattimenti che si sono registrati nella città libica di Misurata dalla fine di febbraio hanno provocato più di 1.000 morti e 3.000 feriti, come ha confermato oggi la direzione dell'ospedale della città ribelle, l'unica nell'ovest della Libia in mano agli insorti e assediata brutalmente dalle forze leali al regime di Mu'ammar Gheddafi. "L'80% delle vittime sono civili", ha dichiarato ai giornalisti il responsabile dell'amministrazione dell'ospedale, il dottor Khales Abou Falgha, precisando che tutti i letti dell'ospedale sono occupati dai feriti.

Soltanto ieri almeno 17 persone sono morti ed altre 70 sono rimaste ferite in questa grande città costiera, situata a 200 chilometri da Tripoli. Le forze leali a Gheddafi hanno bombardato continuano a far piovere sulla città centinaia di razzi,  come ha confermato ggi un portavoce degli insorti. "Le forze del regime stanno bombardando Misurata lanciando razzi e sparando raffiche di artiglieria sulla zona est e sulle aree residenziali".

Il medico intervistato ha anche sottolineato di aver constatato, durante l'ultima settimana, le gravi ferite provocate dalle bombe a grappolo, arme proibite che le forze di Gheddafi stanno utilizzando, pur negandolo categoricamente, come aveva denunciato qualche giorno fa l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch. Le bombe a grappolo, che rilasciano decine di submunizioni di grande potenza esplosiva ed in un'ampia zona, non possono essere lanciate con precisione e quando colpiscono una zona urbana ciò comporta un rischio altissimo per la popolazione causando il più delle volte un gran numero di vittime civili.

Resta drammatica anche la situazione ad Ajdabiya, altra città libica che sta subendo da giorni l'assedio dalle forze di Muammar Gheddafi. Nei giorni scorsi i ribelli, grazie ai bombardamenti degli aerei NATO, erano riusciti ad avanzare di circa quaranta chilometri verso l'importante porto petrolifero di Brega, ma ieri una violenta controffensiva dei lealisti ha costretto alla fuga centinaia di cittadini inermi ed agli insorti a ripiegare verso est.

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