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Libia, bombardamenti della NATO uccidono per errore decine di ribelli

La confusione in Libia aumenta di giorno in giorno, l’esito della guerra resta incerto e inevitabilmente a pagarne le conseguenze sono i civili. Oggi un bombardamento alleato ha causato la morte di almeno 60 persone tra le forze ribelli ed i civili.
A cura di Cristian Basile
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Guerra Libia Nato

La confusione nella guerra civile in Libia aumenta di giorno in giorno. Secondo la televisione araba Al Arabiya, i bombardamenti della NATO, che da una settimana ha preso il controllo di tutte le operazioni militari nel Paese, avrebbero causato oggi la morte di almeno 50 persone tra i civile ed i ribelli libici nei pressi della città di Brega, ad est di Tripoli, mentre la BBC araba ha comunicato che altri 13 ribelli sono rimasti uccisi dopo un bombardamento degli alleati nella città di Ayadabiya.

Soltanto sabato scorso, in un attacco degli aerei della NATO erano morti altri 17 membri delle forze ribelli che circolavano a bordo di un autobus sulla strada che collega Brega a Ajadabiya. Errori fatali come questi, oltre che a dimostrare l'enorme costo di vite umane che ogni guerra porta inevitabilmente con sé, potrebbero aiutare la campagna propagandistica di Gheddafi. Tuttavia, ieri i ribelli avevano mostrato la propria indignazione verso la NATO, non per i tragici errori, bensì per la sua "reazione troppo lenta".

I ribelli avevano denuciato che "a Misurata è in corso un vero e proprio sterminio e la NATO sta lasciando la gente morire" mentre il capo di Stato Maggiore del governo degli insorti, Abdelfatah Yunes aveva dichiarato: "Perchè non rispettano la risoluzione delle Nazioni Unite?". La risposta della NATO non si è fatta attendere e Russell, diplomatico delle Nazioni Unite ha dichiarato: "Posso assicurare che ogni ora ed ogni giorno stiamo facendo tutto il necessario per proteggere i civili".

In effetti i caccia alleati decollano almeno 150 volte al giorno per impedire che gli aerei delle forze di Gheddafi prendano il volo. Ma ai ribelli questo non basta e chiedono innanzitutto assistenza per combattere alla pari contro i loro nemici. Quattro giorni fa i ribelli hanno lanciato un'offensiva per controllare l'importante città petrolifera di Brega e pur riuscendo inizialmente a conquistare parte della città, sono stati costretti dopo un forte contrattacco delle forze del regime, a ripiegare verso Ajdabiya. Intanto stamattina Yunes ha annunciato che i ribelli hanno ricevuto importanti rinforzi umani e materiali e che si apprestano a condurre una "grande battaglia" per sconfiggere le forze di Gheddafi.

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