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Libia: altra notte di raid aerei su Tripoli

Altra notte di bombardamenti a Tripoli, dove gli aerei della Nato hanno portato a termine almeno 10 attacchi. Alcune esplosioni sono state localizzate nei pressi della residenza bunker di Gheddafi. Intanto pare che la Francia stia trattando la resa del raìs con persone a lui vicine.
A cura di Alfonso Biondi
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Rivolta contro Gheddafi

Dopo la decisione di prorogare di 3 mesi la missione in Libia, la Nato ha intensificato i raid aerei sulla capitale Tripoli. Nella notte gli attacchi degli aerei della coalizione sono stati almeno 10 e, secondo quanto riferito da un funzionario del governo libico, sarebbero state colpite le caserme vicine alla residenza bunker di Muammar Gheddafi, nella zona di Bab al-Aziziya. Attorno alle 23:30 si sono registrate 5 deflagrazioni al centro di Tripoli. Nella zona adiacente al complesso di Gheddafi, invece, ci sarebbero state 4 esplosioni attorno all'1:45. Gli aerei della Nato, secondo quanto evidenziato da alcune fonti della Cnn, hanno anche bombardato la stazione di polizia di al-Aziziya a est di Tripoli. Nel corso dell'attacco sarebbero morti 2 uomini.

L'Alleanza Atlantica non fa sconti e continua a bombardare, cercando di forzare la resa del raìs. La Francia starebbe lavorando a una soluzione "diplomatica" per far sì che il colonnello esca di scena; le autorità francesi, secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters, starebbero trattando con "persone vicine al leader libico".

Il ministro degli Esteri Alain Juppe ha dichiarato alla radio Europe 1: "Gheddafi è sempre più isolato. Ci sono state altre defezioni intorno a lui e abbiamo ricevuto messaggi dalla sua cerchia più stretta che ha capito che deve lasciare il potere". Juppe ha indicato la giusta strada da seguire al fine di aver ragione del colonnello, una strada che passa sicuramente per l'intervento militare ma che non preclude alcuna trattativa. "Intensificheremo la pressione militare come facciamo da diversi giorni, ma al tempo stesso stiamo parlando con chiunque possa convincerlo a lasciare il potere"- ha dichiarato il ministro francese.

Quello che è certo però è che in Libia di bombe continueranno a caderne e che il rischio di morire è alto anche tra i civili. Il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim, citando alcuni dati elaborati dal ministero della salute, aveva fatto sapere che nei raid della Nato dal 19 marzo al 26 maggio sono morti 718 civili e altri 4067 sono rimasti feriti. Si tratta- aveva precisato Ibrahim- esclusivamente di civili.

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