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Libia, 1000 morti nei bombardamenti. L’Onu teme un’emergenza umanitaria

Non si placa la brutale repressione delle proteste da parte del regime di Gheddafi. I bombardamenti aerei a Tripoli hanno provocato la morte di 1000 persone. L’Onu teme un’emegenza umanitaria e chiede aiuito all’Italia. Eni chiude il gasdotto di Greenstream.
A cura di Cristian Basile
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Il regime di Gheddafi continua, per il secondo giorno consecutivo, la sua campagna del  terrore contro la popolazione civile. Dopo che ieri i militari hanno bombardato Tripoli con aerei ed elicotteri, il regime ha fatto ricorso anche oggi a mercenari armati che pattugliano le strade della capitale per dare la caccia agli oppositori ed alle bombe degli aerei che avrebbero provocato 1.000 morti. Un testimone ha affermato: " gli elicotteri stanno sorvolando la città sparando sulla gente. Mercenari in macchina pattugliano la città e sperano a chiunque, donne comprese".

La situazione diventa ora dopo ora più caotica e per molti lasciare la città è diventata una missione impossibile: più di 3.000 turchi aspettano in aeroporto un volo per lasciare il paese. La tensione sale anche alle frontiere della Tunisia e dell'Egitto e comunicare è diventato molto difficile. Alto anche il rischio di una crisi energetica, soprattutto per l'Italia che riceve dalla Libia il 38% del suo fabbisogno di petrolio ed il 12% di gas. Dopo che stamattina i manifestanti hanno minacciato di bloccare il gasdotto che parte da Nalut, l'Eni ha confermato di aver chiuso il gasdotto di GreenStream: la condotta che trasporta dalla Libia all'Italia 9,2 miliardi di metri cubi di gas. Sempre sul fronte energetico è stata anche confermata la notizia del blocco dei terminali libici del petrolio.

Anche l'Alto Commissario per i rifugiati dell'Onu (UNHCR) ha espresso preoccupazione per quello che sta accadendo in Libia e in particolare per la sorte delle migliaia di "Somali, eritrei, etiopici – afferma Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr – sono la crisi nella crisi in Libia e rischiano di diventare il capro espiatorio della vicenda. Abbiamo raccolto racconti drammatici di irruzioni da parte delle milizie libiche nelle case di eritrei e somali accusati di essere mercenari  che al momento si sono salvati scappando". La crisi libica rischia di diventare dunque anche un'emergenza sanitaria.

L'UNHCR si è rivolta al nostro paese chiedendo di non respingere i profughi nordafricani: "Questo è il momento di mostrare il vostro spirito umanitario e la vostra generosità nei confronti delle persone che stanno attraversando un grave trauma e che scappano dalle guerre e dalle violenze in Africa".

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