Liberalizzazioni taxi: governo pronto a fare marcia indietro
Toccherà ai Comuni e alle Regioni decidere se aumentare o meno il numero delle licenze del servizio taxi. E' questo quanto previsto da un emendamento al decreto legge sulle liberalizzazioni avanzato dai relatori in Parlamento. E sull'emendamento sarebbe arrivato anche il parere positivo dell'esecutivo. Viene così pesantemente ridimensionato l'articolo 37 del decreto, che, nella sua formulazione iniziale, disponeva che a decidere sull'aumento delle licenze fosse l'Autorità dei trasporti e non i sindaci, essendo quest ultimi maggiormente soggetti alle pressioni della categoria.
Decideranno gli amministratori locali- L'emendamento in questione recita testualmente: "Comuni e Regioni, nell'ambito delle proprie competenze, provvedono, previa acquisizione di preventivo parere obbligatorio e non vincolante da parte dell'Autorità, ad adeguare il servizio dei taxi". L'Autorità dei trasporti, quindi, dovrà solamente fornire un parere che gli amministratori locali potranno anche non prendere in considerazione; ma se tale parere verrà disatteso, potrà essere impugnato al Tar dall'Autorità. La proposta dei relatori, poi, contiene anche ulteriori modifiche all'articolo 37: nello specifico viene disposto che sia un apposito ddl a determinare le funzioni della nuova Autorità, dilatandone di fatto i tempi di costituzione, che il decreto originale intendeva rendere molto brevi.
Consumatori e sindacati contro l'emendamento- Consumatori e sindacati, c'era d'attenderselo, protestano contro l'ennesima vittoria delle lobby. Le associazioni dei consumatori che aderiscono a Casper (comitato contro la speculazione cui aderiscono Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) sottolineano con amarezza la vittoria della lobby dei tassisti ai danni del governo Monti. Una liberalizzazione dei taxi fatta in questo modo, sostengono, "annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti", considerato il ruolo totalmente marginale dell'Autorità dei trasporti. Insomma, se passerà l'emendamento, per i consumatori non cambierà proprio un bel nulla. Sulla faccenda è intervenuto anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che in maniera un po' provocatoria ha dichiarato: "E' un mese e mezzo che dico che il governo non può essere forte con i deboli e debole con i forti".