Liberalizzazioni farmacie, nuovi orari e nuove regole per l’assegnazione delle sedi
Le liberalizzazioni e la concorrenza sono diventate il principale obiettivo del Governo dopo la manovra di fine anno. L'esecutivo è impegnato in questi giorni nella stesura di una bozza del decreto liberalizzazioni che diventerà il testo su cui verteranno tutte le prossime discussioni e trattative con le categorie interessate dalle riforme. Una di questa sarà quella de farmacisti, da tempo nel mirino dei Governi perché ritenuto un settore troppo chiuso alla concorrenza. Nei piani del Governo un impulso all'incremento sostanziale del numero delle farmacie attraverso la modifica di alcune norme che ne regolano l'apertura, ma anche nuove regole per quanto riguarda orari e farmaci.
L'impianto principale su cui ruota tutta la riforma delle farmacie è il numero delle autorizzazioni per nuovi esercizi che il Governo intende aumentare, abbassando i vincoli previsti dall'attuale legislazione in materia. Secondo l'art. 14 della bozza, infatti, tale limite scenderà a tremila abitanti rispetto ai quattromila e cinquemila previsti fino ad ora. In particolare saranno sufficienti 501 abitanti in più rispetto al limite per aprire una nuova farmacia, limite che salirà a 1500 per i comuni con una popolazione fino a novemila abitanti.
Insomma via libera immediato all'assegnazione di nuove licenze per le farmacie, che il Governo nella stessa bozza già disciplina nel metodo di attribuzione. Il Governo intende imporre alle Regioni il varo di misure ad hoc entro 120 giorni dal decreto liberalizzazioni che vadano a stabilire le piante organiche delle farmacie e l'attribuzione delle nuove sedi. Le Regioni e le Province a statuto speciale dovranno, in breve tempo, indire dei concorsi per soli titoli per l'assegnazione delle nuove sedi, riservando però le selezioni ai farmacisti non titolari di farmacia e ai titolari di farmacia rurale sussidiata, cioè a basso reddito. Per incrementare ancora di più il numero delle farmacie, lo stesso decreto prevede la possibilità da Parte delle Regioni di istituire nuove farmacie anche nei luoghi di grande flusso di persone, come aeroporti e centri commerciali.
Un'evidente e completa strategia di assegnazione di nuove farmacie a laureati che fino ad ora non sono riusciti ad aprirsi un'attività autonoma che, però, si scontra con le posizioni dei farmacisti già titolari di un esercizio. Federfarma è già sul piede di guerra e punta a far incrementare di nuovo il limite del numero degli abitanti. Neanche l'incontro di ieri con il sottosegretario Catricalà ha soddisfatto l'associazione dei titolari di farmacie che lamentano una scarsa considerazione da parte del Governo. Federfarma si dice disponibile all'apertura di nuovi esercizi anche se nel limite delle 2.000 nuove aperture, ma non ci sta soprattutto per le misure che prevedono la possibilità di vendita dei farmaci di fascia c anche da parte delle parafarmacie.
Il Governo, infatti, si impegna anche a verificare annualmente l'adempimento delle nuove norme da parte delle Regioni, affidando il controllo al tavolo congiunto della Conferenza Stato Regioni, e ha stabilito delle sanzioni per quelle Regioni che non si adegueranno nel tempo stabilito ad assegnare le nuove sedi di farmacie. In questo caso, cioè quando non sia stato assegnato almeno l’80 per cento delle sedi messe a concorso, scatterà immediatamente la possibilità di vendita di farmaci appartenenti alla classe c anche nelle parafarmacie. Ma ciò sembra non aver accontentato neanche queste ultime perché, come dice Alessandro Mazzocca, presidente di Essere Farmacisti, nel decreto "nulla è previsto specificamente per le parafarmacie" e chiede al Governo di riservare una parte di nuovi esercizi ai titolari di parafarmacie che hanno maturato un'adeguata esperienza nel campo.
Altra grande novità per la concorrenza nel settore saranno gli orari di apertura delle farmacie e la possibilità di praticare sconti. Nella bozza del Governo, infatti, è palese la volontà di accentuare la competizione tra farmacie con la possibilità di restare aperte anche oltre gli orari ed i turni stabiliti e praticare sconti sui prezzi dei farmaci e dei prodotti pagati direttamente dai clienti. Altra norma in questo senso è quella che riduce da due anni a sei mesi il tempo entro cui gli eredi del farmacista scomparso possano vendere o cedere l'attività a persone che ne abbiano i requisiti professionali.
Un altro fronte che farà molto discutere è quello sui farmaci, in primis la nuova regola per cui i medici avranno l'obbligo di prescrivere sulla ricetta medica “o farmaco equivalente se di minor prezzo", che ha trovato immediata opposizione da parte della Federazione dei medici di medicina generale. Se la nuova norma potrebbe portare notevoli risparmi per le casse dello stato, secondo il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo, minaccerebbe invece la liberta di prescrizione del medico e dunque i dottori si preparano a contestarla in tutte le sedi.