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Liberalizzazioni, anche i benzinai sul piede di guerra: 7 giorni di sciopero

Uno sciopero che durerà 7 giorni per dire no alle liberalizzazioni del governo Monti. E’ quanto annunciano i benzinai, che hanno definito la bozza dei ministri: “Mossa politica per giustificare l’aumento dei prezzi”.
A cura di Carmine Della Pia
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sciopero di 7 giorni per i benzinai

Proseguono le proteste circa le liberalizzazioni attuate dal governo Monti, stavolta sono i benzinai a far sentire la propria voce: la categoria ha annunciato 7 giorni di sciopero. La federazione che riunisce i benzinai della rete ordinaria, ‘Figisc', e quella che associa i gestori delle aree di servizio autostradali, ‘Anisa Confcommercio', hanno proclamato uno sciopero nazionale su tutta la rete stradale e autostradale di 7 giorni, perché "è in gioco il futuro della categoria". Nei prossimi giorni verranno fornite le modalità e le date precise dello sciopero, ma per il momento è certo lo stop prolungato del servizio: ben 7 giorni per dire no alla bozza sulle liberalizzazioni ideata dal nuovo governo.

"Liberalizzazioni, mossa politica per giustificare l'aumento dei prezzi"

Ad annunciare il lungo sciopero dei benzinai, Luca Squeri, presidente nazionale della ‘Figisc', e Stefano Cantarelli, presidente nazionale della ‘Anisa':

La posta in gioco è talmente importante da non consentire incertezze di sorta, ne va davvero dell'esistenza della categoria. Le modalità e le date precise dello sciopero saranno decise nei prossimi giorni, anche alla luce dei provvedimenti che il governo assumerà nel prossimo Consiglio dei ministri, ma sin d'ora sia chiaro che si tratterà di una chiusura prolungata, sette giornate di chiusura degli impianti".

Secondo Squeri e Cantarelli, la bozza ideata dai ministri non porterà ad una soluzione che possa favorire l'uscita del Paese dalla crisi, bensì un modo per eliminare definitivamente la categoria. Come hanno spiegato oggi:

La scelta di intervenire sull'esclusiva di fornitura nella rete carburanti non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito".

Recentemente aveva fatto discutere l'aumento dei prezzi del carburante, e Squeri si dice fortemente convinto che alla base delle liberalizzazioni a sfavore della categoria vi sia proprio la volontà di giocare "una mossa tutta politica per dare una qualche risposta mediatica alle tensioni sui prezzi".

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