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Letta: “Mio progetto convincerà tutti”. Napolitano: “Governo? La parola al PD”

Ore cruciali per l’esecutivo. Prende quota la staffetta Letta-Renzi. Alfano (Ncd): “Noi ci stiamo ma il Pd deve chiarire se sostiene il governo”. Nel frattempo rinviata la discussione sulla legge elettorale.
A cura di Redazione
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Ore 22.00 – Napolitano: "Con Letta affrontato temi governo, la parola al PD" – "Con il premier Letta abbiamo parlato delle cose all'ordine del giorno del governo, rapidamente perché avevamo tutti e due degli impegni". Con queste parole il capo dello stato ha risposto ai cronisti che chiedevano se fosse a rischio la stabilità di governo. "Sul governo la parola al Pd", ha poi detto ai reporter che gli chiedevano se ormai si dovesse aspettare la segreteria del Pd di giovedì prossimo per capire qualcosa della situazione politica.

Ore 19.30 – Alfano: "Il Pd dica se sostiene Letta" – Il vicepremier, Angelino Alfano, difende il presidente del consiglio Letta e chiede al Pd di fare chiarezza. "Ho sentito Letta e gli ho detto che noi siamo pronti ad andare avanti ma anche che questa stessa disponibilità deve ottenerla dal Pd, che deve chiarire se intende continuare a sostenere il governo o meno", ha detto il leader del Nuovo Centrodestra.

Ore 18:00 – Continuano ad essere insistenti le voci che vogliono come imminente una "staffetta" a Palazzo Chigi fra Enrico Letta e Matteo Renzi. Nella sostanza la situazione è nota: da una parte Giorgio Napolitano che si è detto indisponibile a riportare il Paese alle urne e spinge perché il Partito Democratico torni a sostenere Letta in maniera convinta, dall'altra Matteo Renzi convinto che "un semplice rimpasto" non basti a rilanciare l'azione di Governo e determinato a non concedere sconti a Letta. In mezzo tutti gli altri, con le prime avvisaglie di un crescente nervosismo testimoniate anche dallo strappo di Scelta Civica, con Romano che spiega: "Enrico Letta è uomo di grande esperienza e sensibilità istituzionale. Sono sicuro che lui per primo comprenda l’esigenza di voltare pagina davvero, aprendo una nuova fase della storia politica di questo paese e arrivando rapidamente ad un nuovo governo che sia guidato anche da un’altra personalità". E Alfano ripete:

Il Premier Enrico Letta si è recato al Quirinale stamane per incontrare il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano "per parlare delle prospettive di governo e delle scelte da fare", pur sottolineando  che "naturalmente i colloqui con il Capo dello Stato per loro natura sono riservati". Successivamente, a margine della visita alla Bit di Milano ha annunciato: "Nelle prossime ore presenterò il patto di coalizione alle forze politiche che sostengono il governo. E sarà una proposta molto concentrata sui temi economici che convincerà tutti i partiti, anche il Pd". Letta ha anche assicurato che uno degli obiettivi del patto sarà "il rilancio dell'economia. Il progetto di governo che presenterò è convincente e sono convinto che convincerà tutti i partiti che lo sostengono, anche il Pd. Ho incontrato questa mattina Napolitano e abbiamo parlato sulle prospettive di governo e le scelte da fare". Alla domanda sul perché Renzi vada di solito prima di lui al Quirinale, Letta ha replicato: "Non credo di dover rispondere".

Intanto c'è stato uno slittamento di 48 del voto agli emendamenti sulla nuova legge elettorale, in modo che questo avvenga dopo la direzione del Pd, anticipata al 13 febbraio. E' quanto è emerso a conclusione del comitato dei 9 della commissione Affari Costituzionali dove le modifiche del relatore Francesco Paolo Sisto sono state approvate a larga maggioranza, con il sì di Fi, Pd, Scelta civica e con l'"adesione tecnica" di Ncd. Hanno votato contro Popolari per l'Italia, M5s, Lega, Centro democratico. "Io mi fido del Pd e il Pd ne esce solo come una squadra unita. Se non portiamo a casa questo passaggio salta l'Italia e l'Italicum. Non salta solo una leadership ma tutto", aveva detto ieri Matteo Renzi. Il segretario ha ribadito che il testo "non può essere modificato in modo unilaterale". E alla minoranza che vuole l’emendamento Lauricella, per vincolare la legge elettorale alla riforma del Senato, ha risposto: "All’esigenza di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con un emendamento. La domanda è: il governo così com’è aiuta le riforme?".

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