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L’emergenza rifiuti a Napoli tra rassegnazione, problemi e strumentalizzazioni

A Napoli continua l’emergenza rifiuti e la città è in ginocchio. Berlusconi, forse anche in vista delle prossime elezioni amministrative, si è mosso e ha promesso di inviare l’esercito nella città campana. Ma i problemi sono strutturali e la loro risoluzione nel lungo periodo pare una chimera.
A cura di Alfonso Biondi
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Immondizia a Napoli

La pizza, il Vesuvio, la sfogliatella e l'immondizia. Già, l'immondizia che ormai a Napoli è diventata di casa. Questa è la storia di un'emergenza infinita, di collusioni tra politica, industria e criminalità organizzata. E' una storia di quotidianità e disperazione. A Napoli l'emergenza rifuti va avanti a periodi alterni dal 1994, da quando cioè venne dichiarato lo stato di emergenza e venne nominato il primo commissario straordinario. L'ultima crisi del delirio partenopeo è in scena da febbraio di quest'anno: le discariche di Chiaiano e Tufino sono sature e in una sola settimana per le strade del capoluogo campano si sono riversate ben 2mila tonnellate di rifiuti.

BERLUSCONI MANDERA' L'ESERCITO A NAPOLI- Ma partiamo dalla fine di questa storia, precisamente da qualche ora fa. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, constatato il perdurare dell'emergenza, proclama senza indugi:

Dato che a Napoli si sono riformati i mucchi di immondizia per le strade abbiamo chiesto ancora una volta l'intervento dei militari. Da lunedì i nostri uomini in campo con 73 mezzi e con 170 uomini per far ritornare Napoli ad essere una città civile.

L'esercito, con buona pace dei malpensanti e di chi pensa che la "straordinarietà" sia sempre un limite alla lunga, andrà a Napoli e sistemerà la situazione. Ma "dove saranno messi i rifiuti napoletani? A cosa serve l'esercito, a sedare i moti di piazza oppure a costringere i napoletani a tenere la monnezza a casa propria?". Queste sono le domande che si è posto pubblicamente Nello Di Nardo, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Ambiente al Senato. Domande lecite e provocatorie, fatte da un parlamentare che è nato a Castellammare di Stabia (30 km da Napoli) e che i problemi di quella zona dovrebbe conoscerli bene.

Immondizia a Napoli

ELEZIONI VICINE- La nuova emergenza, come abbiamo già detto, esplode già all'inizio di febbraio, ben 2 mesi fa. Ma come mai i proclami del Presidente del Consiglio arrivano soltanto adesso? Il motivo non è difficile da intuire: tra 10 giorni, infatti, a Napoli si terranno le elezioni amministrative che incoroneranno il nuovo sindaco del capoluogo campano. Tempismo perfetto, non c'è che dire. Risolvere la situazione a Napoli, anche se in maniera provvisoria, potrebbe portare un plebiscito di consensi al partito di Berlusconi e il buon operato del governo potrebbe influenzare positivamente non solo l'elettorato partenopeo, ma anche quello di altre zone d'Italia.

A pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca. Soprattutto quando si parla di recidivi. Già, perché l'emergenza rifiuti a Napoli e in Campania rappresentò un cavallo di battaglia vincente della campagna elettorale di Berlusconi per le politiche del 2008. Anche lì i proclami furono altisonanti tant'è che il primo Consiglio dei Ministri del nuovo esecutivo si tenne proprio a Napoli.

Ora non è nostra intenzione puntare il dito contro l'attuale governo, anche perché le responsabilità delle amministrazioni locali ci sono e sono evidentissime. Ma ricorrere alla demagogia e strumentalizzare situazioni complicate come questa per ottenere consenso pare decisamente cosa poco condivisibile.

Immondizia a Napoli

L'EMERGENZA ATTUALE- Le prime avvisaglie dell'attuale emergenza si registrano già nel mese di settembre 2010. Il 16 settembre per le strade ci sono 120 tonnellate di rifiuti che, una settimana dopo, diventano 600. La situazione difficile, nonostante le dichiarazioni del Presidente Berlusconi che promette di ripulire in pochi giorni la città, va avanti tra alti e bassi e si protrae fino al mese di dicembre. A gennaio le cose sembrano andare leggermente meglio, ma all'inizio di febbraio la città scoppia: 2mila tonnellate di immondizia affollano le strade del capoluogo campano. Ovviamente anche l'hinterland non se la passa meglio; secondo fonti locali, infatti, lì l'immondizia non verrebbe raccolta da mesi.

Ma nessuno fa nulla: la mole di immondizia cresce a dismisura e il 28 marzo per le strade di Napoli le tonnellate di rifuti sono 3500. Nessuno fa nulla, anche perché nessuno sa cosa fare: le discariche di Chiaiano e Tufino sono sature. La prima poi diventa anche oggetto di un'inchiesta della Dda di Napoli che decide di chiuderla perché sarebbe stata realizzata da ditte legate alla camorra, in particolare agli ambienti casalesi dei clan Mallardo e Zagaria.  La Cava S.A.R.I. di Terzigno, in base all'accordo preso col governo, può ricevere soltanto i rifiuti dei 18 comuni dell’area vesuviana. Gli Stir sono chiusi: Caivano, Giugliano, Tufino sono tutti pieni.

E, a fine aprile, la città è in preda al caos più totale. I rifiuti sommergono le strade, le proteste dei cittadini diventano vibranti e si vedono alcune scene apocalittiche: cassonetti incendiati, immondizia davanti alle scuole, persone esasperate che scaraventano sulle strade cassonetti traboccanti di rifiuti. E, purtroppo, la soluzione del problema è ben lontana dal venire.

Immondizia a Napoli

UN PROBLEMA DIFFICILE DA RISOLVERE- L'emergenza infinita scoppiata nelle crisi del 2001, del 2007-2008 e in quella attuale (solamente per citare i casi più significativi) potrà essere definitivamente risolta solamente con provvedimenti drastici da parte delle amministrazioni. Al momento le discariche sono sature e questo è un dato di fatto. Sul famosissimo termovalorizzatore di Acerra, poi, ci sono più dubbi che certezze (tralasciando anche perplessità di carattere "ideologico"): il termovalorizzatore è progettato per bruciare 2000 tonnellate di immondizia tritovagliata al giorno, ma, a quanto pare, non ha mai funzionato a pieno regime a causa di continui guasti sulle linee. La raccolta differenziata, infine, è un lusso che si concendono solo in pochi. Bisognerà quindi cambiare rotta e farlo presto, altrimenti la foto con l'immondizia, come si è visto più volte in questi giorni, per i pochi turisti che hanno ancora il coraggio di visitare Napoli diverrà un classico. Pizza, Vesuvio, sfogliatella e immondizia.

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