Legge elettorale, sbarramento al 3% e favorite le coalizioni: ecco il Rosatellum bis
Il grande giorno del Rosatellum bis, il nuovo testo base per la legge elettorale, è arrivato: oggi è stato depositato in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Testo depositato anche a Palazzo Madama da alcuni senatori del Pd. Si tratta di un sistema misto che prevede l’assegnazione del 36% dei seggi con l’uninominale e il 64% con il proporzionale. La soglia di sbarramento viene stabilita al 3% per le liste e al 10% per le coalizioni.
Nello specifico, al Senato 102 collegi verrebbero assegnati con l’uninominale e 206 con il plurinominale. In più ci sarebbero un collegio per la Valle d’Aosta e sei per l’estero, per un totale di 20 circoscrizioni. Alla Camera i collegi uninominali sono 231, contro i 386 plurinominali. Anche in questo caso si aggiungono un collegio per la Valle d’Aosta e 12 per l’estero, con un totale di 28 circoscrizioni.
Vietato il voto disgiunto: si va quindi verso un’unica scheda. Prevista per i partiti la possibilità di presentarsi da soli o in coalizione: la coalizione è unica a livello nazionale, mentre i partiti in coalizione presentano candidati unitari nei collegi uninominali. Nei collegi plurinominali è previsto un sistema proporzionale con listini molto corti, tra i due e i quattro candidati. Un candidato si potrà candidare al massimo in tre listini proporzionali diversi.
Saranno sei i collegi uninominali maggioritari in Trentino Alto Adige, con altri cinque deputati eletti con metodo proporzionale. Il testo ha quindi recepito le modifiche approvate in aula a Montecitorio a giugno con il voto segreto su un emendamento presentato dalla deputata di Fi Biancofiore. Il nuovo testo prevede anche una soglia regionale del 20% per il recupero proporzionale.
Altro elemento del nuovo testo base riguarda le quote di genere: nessuno dei due generi potrà superare la quota del 60% nei collegi uninominali a livello nazionale. Quote identiche anche per i partiti per quanto riguarda i nomi dei listini proporzionali.
La commissione Affari Costituzionali della Camera voterà per adottare il nuovo testo base martedì 26 settembre. Entro mercoledì 27 alle ore 17 sarà invece possibile presentare gli emendamenti. Il presidente della commissione, Andrea Mazziotti, ha inoltre annunciato che l’approdo in aula potrebbe essere rimandato di qualche giorno e ha sottolineato: “Non credo ci sia bisogno di tantissimo tempo per fare gli emendamenti”.
M5s contrario al nuovo testo, approvazione da Fi
Il MoVimento 5 Stelle ha subito criticato quanto previsto dal nuovo testo base della legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis: “Non perderemo tempo, neanche un istante, a discuterla – ha affermato Danilo Toninelli -. Non andrò in commissione a perdere tempo con chi vuole fare del male alla principale forza politica del paese cercando di creare una coalizione unica contro di noi”. Anche il vicepresidente della Camera e molto presto candidato premier del M5s, Luigi Di Maio, ha criticato il provvedimento che verrà discusso nei prossimi giorni: “Stanno facendo una legge elettorale per fermare il M5s, in cui Fi e Pd si trovano perché stanno facendo un grande inciucio per arginarci”. “Se prendi il 30% dei voti – ha aggiunto Di Maio – rischi di ottenere solo il 15% dei seggi, è un meccanismo collaudato per fermarci”.
“Questa legge – ha replicato il relatore Fiano – non è scritta per favorire o sfavorire qualcuno. Alle condizioni date questa era la strada per cercare un'equilibrio tra rappresentanza e governabilità”. Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e consigliere politico di Forza Italia, ha parlato del Rosatellum bis definendolo un “deciso passo avanti per cercare di dare al paese una legge elettorale che sia efficace, cioè permetta di governare”.
Critico, invece, è Arturo Scotto, deputato di Mdp: “C’è un desiderio irresistibile del Pd, di Forza Italia e di altri partiti di nominare i deputati – ha dichiarato questa mattina, prima che il testo venisse depositato -. Con questa legge, di cui aspettiamo di vedere il testo, i nominati sarebbero 700 su 1.045. Dopo la grande abbuffata dell’Italicum c’è ancora la scelta grave di un Parlamento di fedelissimi. E allo stesso tempo questa legge non garantisce la governabilità”.