Il vertice di maggioranza di Palazzo Chigi sembra essere riuscito laddove negli ultimi anni hanno fallito decine di riunioni in Commissione e centinaia di "abboccamenti reciproci": c'è il via libera a modifiche al Porcellum. Stando a quanto riferiscono i partecipanti al vertice alle agenzie di stampa, si tratterebbe di "riforme minimali del Porcellum, in modo da eliminarne gli aspetti macroscopicamente incostituzionali" e prevenire dunque una più che probabile stroncatura da parte della Corte Costituzionale (oltre che "mettere in sicurezza" la legge nel caso di una nuova crisi di Governo). Si tratta in sostanza di limare le lacune sul premio di maggioranza senza soglia di sbarramento e sulle discrepanze fra le modalità di voto per le due Camere (e non solo). A spiegarlo meglio è Renato Brunetta: "C'è un accordo a fare una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il Porcellum in tempi brevi che metta in sicurezza il sistema elettorale nel caso in cui si vada al voto in tempi brevi. È una rete di sicurezza da utilizzarsi subito, Dio non voglia". Quel "subito" è da intendersi come "prima dell'estate", come informa Pino Pisicchio di Centro Democratico: "Sulla riforma elettorale ci saranno prima dei correttivi al porcellum e poi una riforma vera e propria. L'incardinamento è previsto in commissione prima dell'estate".
Altro discorso invece per la nuova legge elettorale che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo, come sempre) sostituire il Porcellum. In questo caso, infatti, bisognerà pensare ad una legga da discutere "insieme alle riforme costituzionali, in modo che sia coerente con il sistema istituzionale che sarà scelto". Riforme su cui si dovrebbe cominciare a discutere a partire dal 29 maggio, quando si terrà alle Camere il dibattito sull'avvio dell'iter riformatore, alla presenza del Presidente del Consiglio Enrico Letta. Con buona probabilità la maggioranza presenterà una mozione unitaria per avviare "l'iter del ddl costituzionale di istituzione del comitato parlamentare, generato dalle due commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, che sara' l'organismo redigente delle riforme".