Il Governo si appresta ad incassare il via libera su tre dei quattro articoli dell’Italicum (l’articolo 3 non sarà esaminato poiché il Senato non aveva apportato modifiche al testo approvato in prima lettura dalla Camera), con la fiducia che sarà votata a larga maggioranza. Fra pochi giorni, dunque, la legge elettorale sarà approvata in maniera definitiva e manderà in pensione il Consultellum, ma solo per la Camera dei deputati.
La nuova legge elettorale dunque prevede:
- 20 circoscrizioni elettorali (le Regioni), divise in 100 collegi plurinominali
- seggi attribuiti su base nazionale (ogni collegio potrà assegnare da 3 a 9 seggi)
- soglia di sbarramento al 3% su base nazionale
- premio di maggioranza, con l’attribuzione di 340 deputati, alla lista che raggiunge il 40% dei voti
- turno di ballottaggio supplementare se nessuna lista raggiunge il 40%, alla lista che prevale nel ballottaggio sono attribuiti 340 seggi
- nessuna possibilità di collegamento in coalizione fra le liste e no all’apparentamento nel turno di ballottaggio supplementare
- i seggi sono successivamente ripartiti nelle circoscrizioni, in misura proporzionale al numero di voti che ciascuna lista ha ottenuto
- infine la ripartizione dei seggi nei collegi plurinominali delle circoscrizioni, anche in tal caso in misura proporzionale al numero di voti ottenuto da ciascuna lista
- le liste elettorali avranno i capilista bloccati, con la possibilità di candidature multiple solo per i capilista (che potranno presentarsi fino ad un massimo di 10 collegi)
- l'elettore può esprimere fino a due preferenze, per candidati di sesso diverso (la cosiddetta doppia preferenza di genere), nelle lste i candidati devono essere presentati in ordine alternato per sesso e non è possibile che più del 60% dei capilista sia dello stesso sesso
- è previsto il voto per corrispondenza per motivi di studio, lavoro o cure mediche
- i partiti che vogliono candidarsi hanno l’obbligo di depositare lo statuto
La legge elettorale entrerà in vigore dal primo luglio 2016 (il Senato ha infatti approvato la clausola di salvaguardia che differisce l'entrata in vigore delle nuove disposizioni). Come detto, la legge elettorale varrà solo per la Camera dei deputati, non per il Senato. In attesa dell'eventuale approvazione della riforma costituzionale che cancella l'elettività dei membri (o nel caso in cui saltasse la modifica della Costituzione), per il Senato resterebbe il Consultellum: preferenze, nessun premio di maggioranza e soglie di sbarramento molto alte (20% coalizioni, 8% liste non coalizzate, 4% liste in coalizione, su base regionale) con attribuzione dei seggi su base regionale.
L'Italicum, invece, garantisce alla lista "vincente" l'ottenimento di 340 deputati (la stessa quota che veniva assegnata alla coalizione più votata al primo turno dal Porcellum): un margine "di sicurezza" giudicato congruo per garantire la governabilità. I capilista bloccati consentiranno ai partiti di "controllare" la pattuglia degli eletti e ciò varrà in particolare per l'opposizione (dato il meccanismo elettorale, difficilmente saranno eletti altri candidati "oltre" ai capilista, a meno di un ricorso massiccio alle candidature multiple). La soglia di sbarramento relativamente bassa potrebbe garantire il pluralismo, con l'ingresso di formazioni politiche "minori e non coalizzate".
Le perplessità delle altre forze politiche sono note, a cominciare dalla minoranza del Partito Democratico:
No ai 100 capilista bloccati che “produrranno un Parlamento fatto a maggioranza di nominati”, con le preferenze che varranno solo per il partito che vince le elezioni e con una evidente disparità fra chi si sottopone al giudizio dei cittadini (con le preferenze) e chi invece è eletto per scelta del leader di partito; no ai collegi di 600mila abitanti, quattro volte più estesi di quelli del Mattarellum, che negano il “rapporto privilegiato dell’eletto con il territorio”; no alla ripartizione dei seggi su base nazionale, che favorisce quei candidati bocciati dal territorio; no al ballottaggio senza apparentamenti con premio alla lista
Il Movimento 5 Stelle, invece, sulla scia della proposta denominata "Democratellum", contesta essenzialmente il premio di maggioranza giudicato "abnorme", le soglie di sbarramento (nella proposta grillina le soglie di sbarramento sono "naturali"), l'attribuzione dei seggi su base nazionale e il meccanismo dei capilista bloccati: rilievi peraltro simili a quelli formulati dalla Consulta sul Porcellum.