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Legge elettorale con preferenze e premio di maggioranza: il PD non ci sta

Primo via libera dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato alla riforma della legge elettorale: premio di maggioranza del 12,5% e preferenze. Ma il Partito Democratico e l’Italia dei Valori votano contro.
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Alla fine la prova di forza c'è stata, o meglio, in parte. Perché questa mattina in commissione Affari Costituzionali del Senato è passata con i soli voti di Pdl, Lega ed Udc, la proposta di legge di riforma della legge elettorale a firma del senatore del Popolo della Libertà Lucio Malan. Il testo, che ora passerà all'esame del Senato, prevede l'elezione di deputati e senatori su base proporzionale, con la reintroduzione delle preferenze ed un premio di maggioranza del 12,5% alla coalizione che otterrà più voti alle urne. Una proposta figlia di un compromesso, ma allo stesso tempo di una precisa volontà politica (oltre che della volontà di far decadere la proposta Bianco sui collegi uninominali). In effetti inizialmente il centrodestra (con l'Udc) pensava ad un premio di circa il 10% al primo partito, mentre il Partito Democratico da sempre spinge per un premio di almeno il 15% alla coalizione (differenza essenziale in termini di "riorganizzazione" degli schieramenti).

Diverso anche il giudizio dei partiti sulla questione delle preferenze. Come vi abbiamo raccontato, infatti, il Partito Democratico è nettamente contrario all'ipotesi di scegliere i parlamentari tramite preferenze, un meccanismo giudicato "causa della degenerazione sia della campagna elettorale sia del rapporto fra elettori e candidati". La prova di forza del centrodestra è però indice anche di una ritrovata intesa fra la vecchia maggioranza che ha sostenuto il Governo Berlusconi IV e l'Unione di Centro di Casini, che probabilmente spera con una tale mossa di convincere i democratici ad accettare un "compromesso" oppure di assumersi la responsabilità di far saltare l'intero tavolo delle trattative e portare gli italiani al voto con il Porcellum. Allo stesso tempo il voto della Commisisione potrebbe anche essere indice di una "convergenza possibile" in vista delle politiche delle 2013, proprio in linea con le parole di Silvio Berlusconi che aveva fatto capire di essere pronto a fare un passo indietro in vista della ricostruzione del fronte dei moderati. E, a conti fatti, anche alla Camera ci sarebbero i numeri per approvare una tale riforma…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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