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Legge elettorale, ci siamo: l’asse Pd-Fi-M5S regge

Dopo l’accordo sancito tra le maggiori forze politiche presenti in Parlamento (PD, M5S, FI, Lega Nord), la legge elettorale è ormai in dirittura d’arrivo. Nella giornata di ieri sono stati approvati alcuni emendamenti che ne hanno modificato l’iniziale impianto: via i capilista bloccati, no alle pluricandidature, prevista la riduzione dei collegi uninominali da 303 a 225 e la parità di genere 40 – 60. Il testo sarà approvato dalla Camera giovedì 8 giugno e in seguito passerà al Senato.
A cura di Charlotte Matteini
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La legge elettorale è ormai quasi giunta a destinazione. Dopo l'accordo tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord sancito nella notte tra sabato 3 e domenica 4 giugno, il sistema tedesco è in dirittura d'arrivo. Alle 10.30 di questa mattina la commissione Affari Costituzionali riprenderà l'esame degli emendamenti depositati e per le 17 circa il testo sarà pronto per approdare in Aula, dove arriverà nella mattinata di domani. Stando alle tempistiche previste, la legge elettorale dovrebbe essere approvata dalla Camera dei Deputati già giovedì 8 giugno, per poi passare al Senato per la discussione definitiva. Al momento risultato essere stati approvati tutti gli emendamenti presentati da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord, mentre sono state respinte tutte le proposte di modifica avanzate dai partiti più piccoli, fuori dall'accordo parlamentare. Stando dunque alle ultime evoluzioni, il sistema tedesco in salsa italiana non avrà più i capilista bloccati né la possibilità presentare pluricandidature in più collegi.

Per quanto riguarda invece l'eliminazione dei capilista bloccati, richiesta soprattutto dalla minoranza del Partito Democratico, sostanzialmente viene rafforzato l'elemento maggioritario del sistema tedesco all'italiana: con l'abolizione, infatti, la graduatoria degli eletti non verrà più formata partendo dai capilista del listino proporzionale, ma dai primi candidati eletti nei rispettivi collegi uninominali per poi andare a scalare fino all'esaurimento dei seggi. Come già precedentemente annunciato, la legge elettorale manterrà la soglia di sbarramento al 5%, inizialmente osteggiata da molti piccoli partiti, ma salta invece il voto disgiunto.

Al momento è certa anche la riduzione dei collegi uninominali, che verrebbero equiparati a quelli previsti dalla vecchia legge elettorale Mattarellum. Sarà inoltre prevista la parità di genere su base 40 – 60 (40% donne, 60% uomini). Per quanto riguarda la riduzione dei collegi uninominali da 303 a 225, però, alcuni esponenti in commissione hanno richiesto una valutazione tecnica in quanto considerano troppo logori i collegi disegnati all'epoca del Mattarellum, nella prima metà degli anni '90, in quanto con il passare degli anni la demografia della popolazione è cambiata e dunque l'equiparazione ai vecchi collegi potrebbe produrre distorsioni.

Nel corso dell'ultima seduta era stata inoltre annunciata una revisione della normativa elettorale relativa alla raccolta firme per la candidatura della lista. Secondo quanto si apprende dal presidente Mazziotti, "non sarà necessario raccogliere firme per presentare una candidatura nei collegi uninominali della Camera e del Senato", ma sarà invece necessario raccogliere le firme per le liste circoscrizionali. Lo prevede un emendamento depositato in commissione.

"Ci sono ancora numerosi emendamenti accantonati e che riguardano alcuni nodi che la maggioranza che sostiene la legge deve sciogliere: penso alle quote di genere, alle firme a sostegno delle liste e dei candidati, all'ordine di elezione all'interno delle circoscrizioni. Se verranno sciolti tali nodi il relatore ce lo comunicherà dando il parere sugli emendamenti e li voteremo. Se non si riuscirà a votare tutti gli emendamenti, andremo in Aula con quello che abbiamo votato", ha dichiarato il presidente della commissione Affari Costituzionali Andrea Mazziotti.

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