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Legge anticorruzione: Parlamento bloccato, intervenga il Governo

Continua una vicenda che ha dell’assurdo: come è possibile che il nostro Parlamento non riesca ad approvare in tempi ragionevoli una legge anticorruzione degna di tale nome? E davvero non ci resta che chiedere “l’aiuto” dei tecnici?
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Napolitano lancia moniti ed appelli, Monti sollecita, l'Europa "lo chiede". Continua il "teatro dell'assurdo" intorno all'approvazione del disegno di legge anticorruzione, una situazione insostenibile e, diciamolo pure, indegna di un paese civile. Eppure non dovrebbe essere difficile partire da una constatazione di fondo: è la corruzione il cancro del sistema Italia, un mostro che brucia oltre 60 miliardi di euro l'anno e che ha ridotto il Paese nelle condizioni che conosciamo. Una considerazione ribadita più volte non solo dal Presidente della Repubblica, ma dagli stessi leader politici che, dichiarazione dopo dichiarazione, intervista dopo intervista, continuano a dirsi "estremamente preoccupati" per una lacuna giudicata "insostenibile". Una preoccupazione che attanaglia anche il Presidente del Senato Renato Schifani, intervenuto a Ballarò per una specie di intervista (sinceramente non ne abbiamo capito molto il senso, considerate domande e risposte). Insomma, serve una legge severa ed efficace contro la corruzione, che recepisca alcune indicazioni delle istituzioni europee e che porti finalmente il nostro Paese ad un livello minimo di decenza.

E invece il ddl è fermo da mesi proprio a Palazzo Madama, con la discussione paralizzata dai veti del Popolo della Libertà che se, come assicura Quagliariello, "non mette in discussione la necessità di avere uno strumento efficiente per combattere la lotta alla corruzione", allo stesso tempo non può "accettare la logica della scatola chiusa né errori". Il timore dei rappresentanti del centrodestra, che ricordiamolo hanno avuto anni di tempo per intervenire in materia (e lo hanno fatto depenalizzando il falso in bilancio, ad esempio…), è quello che si "sconfini nella sfera dell'irresponsabilità e della delazione". Insomma, la strada sembra quella lunga ed impervia degli emendamenti "migliorativi e non soppressivi" (di cui parla in parte anche il ministro Severino) e il rischio evidente è che dalla discussione parlamentare esca un provvedimento annacquato ed inefficace. Con il risultato, rilanciato anche sulle pagine di Repubblica, che la legge resti "ostaggio di una destra allo sbando, arroccata nelle paure personali del suo leader, politicamente suicida al punto di non avvertire l'urgenza assoluta di mettere il nostro sistema al passo con l'Europa". Il tutto in un Paese che ancora una volta deve fare i conti con l'ennesimo scandalo che coinvolge politici ed amministratori. E se nei prossimi giorni il Parlamento si rivelasse incapace di sbloccarsi dallo stallo, se la politica si confermasse incapace di riformare se stessa, allora sia il Governo ad intervenire. Per una volta applaudiremo anche se verrà posta l'ennesima questione di fiducia.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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