Legalizzazione cannabis: 60 parlamentari bipartisan pronti a promuovere una legge
Larghe intese sulla legalizzazione della cannabis: sono infatti una sessantina di parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti politici, che si sono detti pronti a lavorare per l'approvazione di una legge che renda legale la canapa. L'iniziativa è stata lanciata dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, in passato Radicale ed oggi appartenente al Gruppo Misto: il parlamentare è intenzionato a predisporre la legge sulla base di un movimento d'opinione che raccoglie figure come Roberto Saviano e Umberto Veronesi e che si prefigge di trovare sostenitori trasversali: dovrebbero aderire infatti parlamentari del Partito Democratico, grillini (ed ex ) e persino membri di Forza Italia, come l'ex ministro della Difesa Antonio Martino.
Un intergruppo che lavorerà anche sullo slancio dell'ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia: "Davanti all'oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se sia opportuna una depenalizzazione della materia". La Dna ha chiesto al Parlamento di "bilanciare i contrapposti interessi", affermando che – mentre "bisogna riconoscere il diritto alla salute dei cittadini"- occorre anche tenere in considerazione le "ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse delle forze dell'ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite".
Il mercato illegale immette in commercio tra gli 1,5 e i 3 milioni di chilogrammi di cannabis all'anno, soddisfando una richiesta importantissima da parte dei consumatori, pari a 25/50 grammi a testa. Secondo Dalla Vedova il problema, arrivati a questo punto "non è più dichiararsi favorevole o contrario alla legalizzazione, piuttosto è regolare un mercato che è già libero. Occorre disciplinare, limitare e penalizzare l'uso delle droghe leggere, sul modello di quanto si fa per alcol e tabacco. Perché la repressione, finora, ha avuto costi altissimi. E non è servita a contenere i consumi di hashish e marijuana".