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Le imprese italiane presentano un manifesto per la crescita dell’Italia

Cinque organizzazioni nazionali di imprese italiane hanno redatto il “Progetto imprese per l’Italia” composto da 5 punti programmatici da sottoporre al Governo per rilanciare il Paese.
A cura di Antonio Palma
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Cinque organizzazioni nazionali di imprese italiane hanno redatto il “Progetto imprese per l’Italia” composto da 5 punti programmatici da sottoporre al Governo per rilanciare il Paese.

La crisi economica non rode solo i cittadini consumatori, ma anche le imprese e i commercianti. Non si può più far finta di niente e ora anche le associazioni degli industriali e dei commercianti chiedono interventi mirati e costruttivi al Governo. La Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, aveva già annunciato qualche giorno fa un nuovo manifesto delle imprese per salvare l'Italia. Ieri, quindi la presentazione ufficiale del nuovo documento, pieno di punti chiave e di riforme da metter in atto per rilanciare il nostro Paese.

A redigere il testo da sottoporre al Governo, i rappresentanti di cinque organizzazioni nazionali, da Confindustria all’Abi, passando per la Rete imprese Italia, l’Ania e l’alleanza delle Cooperative italiane. Insomma sigle differenti che raggruppano cooperative, aziende, banche e assicurazioni che hanno sentito l’urgenza di intervenire in un dibattito politico tutto concentrato sul risanamento dei conti pubblici e poco sulla crescita economica.

I firmatari del ‘Progetto imprese per l’Italia’ non si fermano a semplici proposte, ma vogliono dal Governo risposte precise e puntuali, per questo, ad esempio, la Confindustria ha dato mandato alla Marcegaglia di abbandonare ogni tavolo di trattativa con l’Esecutivo se questo non agisce subito. “È la grande urgenza che ha spinto il mondo delle imprese a firmare un manifesto comune” ha detto la Marcegaglia, un pressing sul Governo per chiarire quali sono le condizioni di industriali e commercianti, che dopo anni di abbracci con questo Governo ora temono la sua immobilità.

I 5 punti del Progetto imprese per l’Italia

I punti chiave su cui si basa la proposta delle imprese sono cinque, si va dal ridimensionamento della spesa pubblica con una riforma delle pensioni ad una riforma fiscale e alla cessione del patrimonio pubblico per far cassa, dalle liberalizzazioni agli investimenti in infrastrutture ed energia. Misure eterogenee che in alcuni punti trovano l’accordo di politici e sindacati e in altri il netto rifiuto degli stessi. In particolar modo a non piacere è la cosiddetta patrimoniale, sia il Ministro del welfare, Sacconi, che quello dello Sviluppo economico, Romani, hanno bocciato perentoriamente la nuova tassa sui beni mobiliari e immobiliari dei patrimoni sopra 1,5 milioni di euro, richiesta per abbassare Irpef e Irap.

Stranamente dichiarazioni positive arrivano anche dalle altre parti sociali di solito in opposizione agli industriali, i sindacati. Raffaele Bonanni della Cisl ha affermato di condividere gran parte delle richieste presentate, così come ha apprezzato lo sforzo Susanna Camusso. La leader della Cgil, però, ha già messo dei paletti alle proposte degli industriali facendo sapere che “su pensioni e privatizzazioni non può esserci alcuna convergenza, perché si continuerebbe a scaricare sui lavoratori il prezzo della crisi”.

La presentazione del Progetto imprese per l’Italia

I rappresentanti delle 5 organizzazioni di imprese presentano il manifesto con i cinque punti da sottoporre al Governo

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