Le famiglie italiane in Congo tornano, ma senza bambini

Dopo una lunga battaglia le famiglie italiane bloccate in Congo con i loro figli adottivi si sono dovute arrendere, almeno per il momento, e dovranno fare ritorno in Italia senza i loro piccoli. Il rientro delle coppie di genitori adottivi da Kinshasa infatti si concluderà in una settimana, ma senza i bambini. Una decisione ormai inevitabile dopo che le autorità non hanno autorizzano l'espatrio dei minori e non hanno nemmeno voluto rinnovare i visti dei loro genitori italiani. Alle famiglie ora non resta che attendere che le pratiche di adozione siano riesaminate dalle autorità della Repubblica democratica del Congo che hanno promesso una precedenza alle pratiche burocratiche italiane. "Non sono state riscontrate irregolarità, ma le autorità congolesi non vogliono più subire pressioni" hanno spiegato gli addetti degli enti che seguono l'iter adottivo, ribadendo la difficile situazione nel Paese africano attraversato da nuovi focolai di violenza. "Non è una resa, ma la volontà di lasciare lavorare in tranquillità le autorità congolesi affinché si arrivi ad una conclusione positiva dell'intera vicenda" hanno assicurato.

I bambini che resteranno a Kinshasa saranno ospitati provvisoriamente in varie strutture per minori della capitale del Congo. "I bambini saranno affidati a delle strutture protette scelte in accordo tra famiglie e enti, strutture di fiducia in cui i minori saranno accuditi e seguiti nel modo corretto" hanno spiegato le associazioni che si occupano del caso rassicurando i genitori.  La paura però è che possa passare molto tempo per la soluzione del caso visto che le autorità del Congo dopo aver scopeto alcune irregolarità in alcune  adozioni internazionali, non in Italia, sembrano intenzionate a bloccare ancora a lungo le adozioni.