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Lavoro, aumentano i “posti fissi”: +24% nei primi tre mesi dell’anno

Secondo quanto fa sapere l’Inps nei primi tre mesi del 2015 le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 470.785, con un incremento annuo del 24,1%, mentre le trasformazioni di rapporti a termine e appprendisti sono state 149.041. Renzi: “L’Italia ce la farà”. Cgil: “Regalo a imprese”.
A cura di Susanna Picone
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Secondo quanto fa sapere l’Inps, che ha elaborato i dati dell’Osservatorio sul precariato, è boom di nuovi contratti di lavoro. Aumentano i posti di lavoro e in particolare aumentano i “posti fissi”. Sul complesso delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato effettuate a marzo, l’Inps ha precisato che oltre il 57% fruisce dell'esonero contributivo triennale introdotto dalla legge di Stabilità 2015. Rispetto al corrispondente periodo del 2014 nel primo trimestre sono aumentate le assunzioni a tempo indeterminato (+91.277), mentre sono diminuiti i contratti a termine (-32.117) e le assunzioni in apprendistato (-9.188). Nel periodo considerato, l'aumento complessivo delle nuove assunzioni è di 49.972 unità. Nello stesso periodo sono diminuite di 135.684 unità le cessazioni di rapporti di lavoro, per cui il saldo netto dei rapporti di lavoro è pari a 185.656 unità. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato stipulate in Italia, nei primi tre mesi dell’anno ci sono stati 470.785 contratti, il 24.1% in più rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

I dati Inps – Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono state 149.041 (l'incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 è del 5%). La quota di assunzioni con rapporti stabili è pertanto passata dal 36,61% del primo trimestre del 2014 al 41,84% del primo trimestre di quest’anno. In particolare, nel corso del mese di marzo 2015 la quota di nuovi rapporti stabili ha raggiunto la misura del 48,2%. Nei primi tre mesi del 2015 le cessazioni a tempo indeterminato sono state 382.157, il 7,6% in meno rispetto al primo trimestre del 2014, quando erano state 413.568. Sommate a quelle degli apprendisti e dei rapporti a termine, il numero delle cessazioni rilevate nel primo trimestre 2015 è di 1.012.389, l'11,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, quando erano state 1.148.073. L'Inps ha precisato che sono stati rilevati tutti i rapporti di lavoro attivati nel periodo, anche quelli in capo a una stessa persona, con riguardo a tutte le tipologie di lavoro subordinato, incluso quello somministrato e intermittente.

Renzi: "La macchina finalmente è ripartita" – Con un post su Facebook il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato i dati forniti dall'Inps sui nuovi contratti di lavoro. "I dati ufficiali INPS sul lavoro ci dicono che la strada da percorrere è ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita", scrive il premier sul social network allegando anche due foto in cui lui stesso appare in alcune aziende insieme ai dipendenti.

Se da un lato Matteo Renzi è apparso dunque ottimista, la lettura dei sindacati dei dati Inps è un’altra. “Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori”, ha detto Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, secondo cui il saldo netto non è una vera svolta “considerando anche che i dati si riferiscono ai mesi in cui ha vigenza l'esonero contributivo della legge di stabilità e non il Jobs act”. “Nelle oscillazioni continue di cifre e percentuali, oggi è il giorno dell'ottimismo – così invece segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo – . Se i dati odierni sull'occupazione fossero confermati pure dall'Istat, anche noi ne saremmo contenti. Certamente, la trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato è un fatto positivo per i diretti interessati, ma questo percorso è stato costruito con una riduzione delle tutele a carico degli stessi soggetti coinvolti. Noi ci proponiamo di utilizzare i prossimi rinnovi contrattuali per  attenuare questo rapporto di forza favorevole, ora, solo agli imprenditori. Continuiamo a pensare che per invertire la tendenza della crisi ancora in atto, bisogna fare investimenti pubblici e privati e restituire potere d'acquisto ai lavoratori, con i contratti, e ai pensionati, con la rivalutazione delle pensioni utilizzando positivamente la sentenza della corte costituzionale”. Parla di dati assolutamente positivi e da valorizzare, invece, Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl: “Per la prima volta nella storia in questo Paese assumere a tempo indeterminato nelle imprese costa meno di un contratto a tempo determinato. Per questo noi della Cisl abbiamo chiesto che anche per il 2016 siano garantite le risorse per questo. Abbiamo 3,5 milioni di disoccupati. Quindi, oltre a stabilizzare il lavoro precario, dobbiamo anche far ripartire l'economia del paese per tutti quei disoccupati”.

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