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Lanterna Azzurra Corinaldo, gestore della discoteca: “Ricevo minacce di morte, ma locale era sicuro”

Marco Cecchini, uno dei gestori della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove sono morte sei persone in occasione del dj set di Sfera Ebbasta, si difende: “È un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo”. E racconta: “Sto ricevendo minacce di morte, scrivono sui social ogni cattiveria, mi vogliono in galera”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La tragedia di Corinaldo, con la morte di sei persone in occasione del dj set di Sfera Ebbasta, è avvenuta nella discoteca Lanterna Azzurra. Uno dei suoi gestori, Marco Cecchini, ha parlato in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. “Non c’erano 1.400 persone come dicono tutti – si difende – Assolutamente. Secondo me non arrivavano a mille, anzi calcolando quelli che erano fuori a fumare, dentro ce n'erano poco più di 800. È un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo. Tra l'altro ho consegnato ai carabinieri i blocchetti dei biglietti venduti e quelli invenduti. Si vede subito”. Dal punto di vista della sicurezza del locale, Cecchini si dice “tranquillo”: “Ho un contratto con un'agenzia che mi ha garantito 11 bodyguard. E avevo un'ambulanza a disposizione”.

Il gestore del locale dice di essere nel mirino: “Sto ricevendo minacce di morte, scrivono sui social ogni cattiveria, mi vogliono in galera ma io non ho fatto niente di diverso da tutte le altre volte quando, lo giuro, c'erano state anche più persone”. Poi parla dei quattro gradini che si trovavano in fondo agli scivoli d’emergenza: “Se un tecnico ha fatto il progetto per la sicurezza, una commissione provinciale l'ha approvato dandomi il permesso pochi mesi fa per cinque anni, che colpa ho io?”, afferma Cecchini. C’è poi il discorso dell’apertura delle tre porte di sicurezza: “Tutti e 800 sono fuggiti in quell'unica porta che è sempre spalancata per andare a fumare. Quando la gente ha cominciato a tossire e a gridare, ha visto la luce solo da quella parte e si è imbucata lì trovando il tappo perché nel frattempo la gente era caduta nei gradini”.

A cedere è stata la balaustra: “In condizioni normali – garantisce il gestore – è sufficiente”. “Se dicessi che mi sento la coscienza a posto, ecco il criminale. Se dico di no, sono colpevole – prosegue -. Sono distrutto, mi dispiace e moralmente sono vicino ai genitori e alle famiglie di quei ragazzi morti. Ho trovato per terra la bomboletta spray e l'ho consegnata ai carabinieri. Colpa di quel maledetto che l'ha spruzzata. È una tragedia inimmaginabile”. E assicura che il locale non riaprirà “finché ci sono in giro questi criminali con le bombolette”.

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