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L’analisi costi – benefici sulla TAV del MIT boccia il progetto: “Spreco di denaro pubblico”

L’analisi costi benefici sulla Torino – Lione è stata resa pubblica dal ministero per le Infrastrutture e i Trasporti. La relazione finale indica che, anche nel migliore dei casi, i costi sarebbero superiori ai benefici per almeno 5,7 miliardi di euro. Non è possibile invece determinare con precisione quali saranno i costi per un eventuale “scioglimento” dell’opera, ma si parla di una somma superiore al miliardo di euro.
A cura di Redazione
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Il ministero dei Trasporti ha pubblicato l’analisi costi – benefici sulla TAV Torino Lione, affidata a una commissione di esperti guidata dal professor Marco Ponti. Si tratta di un documento che il ministro Danilo Toninelli e il Movimento 5 Stelle reputano fondamentale per la decisione di portare avanti o meno i lavori della TAV. Il quadro che emerge dall’analisi è piuttosto complesso, anche in considerazione delle tante criticità che si sono sviluppate in questi anni relativamente ai lavori per la realizzazione del tunnel. Il documento, consultabile qui, analizza sia lo scenario “ottimistico” che quello “realistico”, giungendo a conclusioni che rafforzano la linea del Movimento 5 Stelle sullo stop all’opera.

Anche volendo considerare lo scenario “realistico”, secondo la Commissione, la TAV Torino – Lione determinerebbe costi netti rispetto ai benefici per circa 5,7 miliardi di euro. Lo scenario considerato “realistico” prevede uno sbilanciamento di circa 7 miliardi di euro, che potrebbero arrivare a 8 miliardi nel caso in cui si verificassero problemi in corso di realizzazione o non fossero confermate alcune stime preliminari. Le conclusioni della Commissione stabiliscono dunque che “il valore attuale netto economico ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti – conseguente alla realizzazione dell’opera risulta pari a 7 miliardi”, che nella migliore delle ipotesi scenderebbe a 5,7 miliardi e nella peggiore a 8 miliardi. Rispetto alle stime dell’Osservatorio del 2011, si ritiene di entità “quasi trascurabile” il beneficio ambientale derivante dall’opera.

Quanto ai costi legati a una eventuale rinuncia all’opera, nell’analisi tecnico – giuridica redatta dalla Commissione (qui) si legge: “I molteplici profili evidenziati non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento: su tale calcolo insiste principalmente la variabile costituita dall’esistenza di più soggetti sovrani che dovrebbero inevitabilmente considerare in sede negoziale le rispettive posizioni”. Tuttavia, bisognerebbe considerare:

  • il risarcimento per lo scioglimento di contratti in corso per servizi d'ingegneria e lavori, che si può ipotizzare fino a un massimo del 30% dell’ammontare dell’importo della parte di utile ancora da conseguire;
  • una somma tra 16 e 80 milioni a titolo di penalità;
  • una somma fino a circa 400 milioni per risarcire la Francia;
  • una restituzione di 535 milioni di euro alla UE;
  • fino a  300 milioni di euro come ulteriore rimborso alla Francia per le somme ancora non versate.

Toninelli: "Analisi impietosa, Governo decida"

Non tarda ad arrivare il commento del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “Siamo di fronte a un’indagine talmente obiettiva da partire dai dati dell’Osservatorio Torino-Lione del 2011, quindi una fonte che deve tranquillizzare i favorevoli al progetto. Ed è la prima analisi costi-benefici realmente indipendente, lo ribadisco, per cui abbiamo evitato finalmente di chiedere all’oste se il vino è buono […] Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi: stiamo parlando di costi che, su un trentennio di esercizio dell’opera, superano i benefici di quasi 8 miliardi, tenendo conto del solo esborso per il completamento. Una cifra che scende appena a 7 miliardi se si considera uno scenario più ‘realistico’ di crescita dell’economia, dei traffici e di cambio modale”.

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