Lampedusa: immigrati in rivolta per mancanza di cibo e acqua
A Lampedusa l'emergenza sembra non voler finire mai. I timidi tentativi di riportare la situazione alla normalità, come le operazioni di trasferimento degli immigrati effettuate dalla nave San Marco, non hanno prodotto effetti concreti e la tensione sull'isoletta sale ora dopo ora. E proprio oggi è scoppiata una rivolta da parte degli oltre 2.000 tunisini ammassati sulla banchina del porto e nei pressi della collinetta vicina. Gli immigrati si sono lamentati delle condizioni in cui si trovano, chiedendo più acqua e più cibo; poi hanno assaltato un container di generi di conforto.
Ma la situazione è decisamente critica e non solo per gli immigrati: ieri, infatti, il comune aveva fatto sapere che l'acqua potabile presente sull'isola non basta per tutti e che la richiesta di una fornitura straordinaria di ventimila metri cubi, già inoltrata da tempo, non ha ricevuto alcuna copertura economica da parte del Ministero della difesa. Ma nonostante sull'isola ci siano così tanti problemi, gli sbarchi non si fermano. Anzi. Secondo i dati della guardia costiera, nelle ultime 24 ore sull'isola sono sbarcate ben 464 persone; gli ultimi, in ordine d'arrivo, sono 84 tunisini che hanno sfidato il mare con un fatiscente barcone in legno e che sono stati prontamente soccorsi dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza.
Per ora l'unica speranza degli abitanti dell'isola è legata alla nave militare San Marco che ha ricevuto l'incarico di trasportare gli immigrati in altri centri d'accoglienza. Al momento la nave è ancorata al porto, ma con l'ausilio di alcuni voli speciali, nelle prossime ore dovrebbe portar via dall'isola circa 800 immigrati.
Intanto il governo si sta muovendo sul fronte istituzionale: stamattina il Ministro degli Interni Maroni e il Ministro degli Esteri Frattini hanno raggiunto la Tunisia e sono stati a colloquio con Caid Essebsi, primo ministro tunisino. L'obiettivo dell'Italia è quello di frenare gli sbarchi sul nascere e, per farlo, offrirà alla Tunisia mezzi, addestramento e un credito 150 milioni di euro. Ma sull'isola l'emergenza va avanti e, ormai, il numero degli immigrati supera quello dei residenti.