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La spending review approda in Senato per il voto

Dopo l’approvazione in commissione bilancio, la spending review arriva nell’Aula del Senato per il voto. Sicuramente ci sarà la richiesta di fiducia da parte del Governo per accelerare i tempi e passare il testo alla Camera prima della chiusura estiva del Parlamento.
A cura di Antonio Palma
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La spending review approda in Senato per il voto

AGGIORNAMENTO 12.50 – Con voto per alzata di mano il Senato ha respinto sia la pregiudiziale di costituzionalità che la questione sospensiva avanzate dalla Lega Nord e dal gruppo Coesione Nazionale, si è astenuto per entrambi i voti il gruppo dell'Italia dei Valori. Si apre così finalmente la discussione generale congiunta sul provvedimento della spending review e sul decreto delle dismissioni del patrimonio pubblico.

AGGIORNAMENTO 12.40 – Discussione sulla spending review in Aula al Senato iniziata non sotto i migliori auspici. Per via della mancanza del numero legale seduta rinviata di mezz'ora con la Lega nord che va all'attacco contro la maggioranza parlamentare che "non ha senso di responsabilità". Inoltre la Lega nord insieme a Coesione Nazionale sul provvedimento ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità e una richiesta di sospensiva dell'esame del testo in assenza di ulteriori chiarimenti da parte del Governo sull'impatto sociale ed economico del decreto.

Dopo giorni di intensa trattativa tra il Governo, le forze politiche e i gruppi parlamentari in commissione bilancio, oggi finalmente arriva all'esame dell'Aula di Palazzo Madama la legge di conversione del decreto sulla spending review varato dal Consiglio dei Ministri all'inizio di luglio. Il decreto "recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini" potrebbe essere votato già questa sera o al massimo domani mattina, tutto dipende dalla richiesta di fiducia del Governo, che sicuramente arriverà per evitare di allungare i tempi. Monti infatti punta ad approvare il testo definitivamente prima della chiusura del Parlamento per le vacanze estive e il provvedimento deve ancora passare al voto della Camera dei deputati. Anche per questo il testo al Senato sarà accorpato al decreto sulle dismissioni del patrimonio pubblico varato dall'Esecutivo a giugno.

Diverse le modifiche approvate in commissione – Il testo approvato dalla commissione Bilancio del Senato ha subito diversi ritocchi durante l'iter parlamentare senza però snaturarne gli obiettivi principali e sopratutto a saldi invariati per evitare l'aumento dell'Iva ad ottobre. Ultima modifica in ordine di tempo  è arrivata per il settore della sanità con il divieto di prescrizione per i farmaci griffati, ma modifiche ci sono state per esempio per salvare alcuni enti pubblici in un primo momento cancellati o per permettere un aumento della tassazione alle Regioni non in regola con i conti pubblici. Tra le altre cose reperiti i fondi per la ricostruzione delle zone terremotate dell'Emilia anche attraverso un aumento delle multe Antitrust per pratiche commerciali scorrette, e ammorbiditi gli obblighi di vendita delle società controllate dagli enti locali. Infine significanti modifiche anche per quanto riguarda il taglio delle Province con l'allungamento dei tempi e maggiori responsabilità alle Regioni che autonomamente valuteranno gli accorpamenti necessari tenendo presente i criteri stabiliti dal Governo.

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