La Sea Watch 3 è approdata nel porto di Lampedusa, dopo che la comandante Carola Rackete ha deciso di invocare lo stato di necessità e procedere senza l'autorizzazione preventiva. I 40 migranti a bordo sono stati fatti sbarcare all'alba, mentre la comandante è stata arrestata con l'accusa di non aver obbedito a una nave militare.
- Sea Watch, sbarcati i migranti e arrestata la capitana Carola Rackete: andrà ai domiciliari 29 Giugno
- Germania, Francia e Lussemburgo: "Soccorso in mare non è un crimine" 29 Giugno
- La Francia accoglierà 10 migranti della Sea Watch 29 Giugno
- Salvini: “Si è rischiato il morto, da Sea Watch atto di guerra che non può restare impunito” 29 Giugno
- Guardia di finanza a bordo della Sea Watch: perquisizione in corso 28 Giugno
- La comandante della Sea Watch è indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina 28 Giugno
- Sea Watch si avvicina a Lampedusa, ma ancora niente sbarco: evacuati due migranti 28 Giugno
- Sea Watch a largo di Lampedusa, è ancora stallo: "Situazione non sostenibile a lungo" 27 Giugno
- L'annuncio della Sea Watch: "La situazione si sta sbloccando" 27 Giugno
- Sea Watch 3 stava entrando al porto di Lampedusa, ma è stata bloccata 27 Giugno
- Sea Watch chiede aiuto all'Ue: "Non possiamo più aspettare, i migranti sono disperati" 27 Giugno
Sea Watch, sbarcati i migranti e arrestata la capitana Carola Rackete: andrà ai domiciliari
L’odissea della Sea Watch, con a bordo 40 migranti da ormai 15 giorni, si è conclusa nella notte. Una notte lunga, tesa, con la decisione della comandante Carola Rackete di forzare la mano e approdare nel porto di Lampedusa anche senza l’autorizzazione preventiva. Una decisione presa invocando lo stato di necessità, per le condizioni drammatiche delle persone a bordo. L’approdo è arrivato non senza complicazioni, con la manovra al limite dell’imbarcazione che ha rischiato di schiacciare la motovedetta della Guardia di finanza che cercava di impedire lo sbarco e l'accusa dei finanzieri di averli schiacciati sulla banchina. Alla fine i migranti sono stati fatti scendere dalla Sea Watch all’alba, mentre la comandante Carola Rackete è stata arrestata con l’accusa di non aver obbedito a una nave militare.
Carola Rackete ora andrà agli arresti domiciliari, secondo quanto deciso dalla procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. La comandante ha indicato un’abitazione a Lampedusa come domicilio per scontare gli arresti. Entro 48 ore la procura di Agrigento dovrà chiedere al gip la convalida dell’arresto. L’udienza verrà poi fissata entro altre 48 ore. Per quanto riguarda il destino della Sea Watch, invece, dovrebbero scattare il sequestro amministrativo e una sanzione pecuniaria da 20mila euro che, se non dovesse essere pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50mila euro, secondo quanto fanno sapere fonti del Viminale.
Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, accusa la comandante anche per la manovra della Sea Watch che ha rischiato di colpire la motovedetta della Guardia di finanza: “Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”.
Viminale: "Nessun problema di salute per i 41 migranti della Sea Watch"
"Nessuno dei 41 immigrati scesi dalla Sea Watch presenta malattie o problemi particolari come scabbia o disidratazione", lo hanno assicurato fonti del Viminale dopo i controlli di rito sul gruppo di naufraghi salvati dalla Sea Watch e sbarcati a Lampedusa a seguiti del discusso attracco della nave della Ong sull'Isola siciliana che ha portato anche all'arresto della comandante. "Tutti sono stati rifocillati, hanno passato una notte serena e per nessuno di loro è stato disposto alcun accertamento specifico né il trasferimento in elisoccorso verso l'ospedale di Palermo" hanno aggiunto dal Viminale.
Moavero: "Giudici indipendenti, decidono loro sulla comandante Rackete"
"Nei confronti della comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, è stata aperta un'inchiesta e sono state adottate misure da parte della magistratura italiana. In base alla nostra Costituzione, i giudici hanno piena indipendenza dal governo. Con rispetto e fiducia ne attendiamo le decisioni", così il Ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi è intervenuto sul caso del discusso attracco della nave della Ong a Lampedusa e del conseguente arresto della comandate dell'imbarcazione. Le sue parole sono una diretta risposta al suo omologo lussemburghese che su Facebook si era rivolto a lui per un appello in cui chiedeva di liberare la donna.
Sul caso è intervenuta anche un altro Ministro del governo, la titolare della Difesa Elisabetta Trenta. "Quanto fatto da Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, è stato gravissimo" ha scritto Trenta su Facebook riferendosi ala fase di attracco della nave della Ong tedesca e al presunto speronamento di una motovedetta dalla guardia di finanza che ne impediva l'avvicinamento al porto. "Il capitano dell'imbarcazione ha violato le leggi dello Stato italiano rischiando di arrecare danni irreparabili ai nostri uomini e donne in uniforme" ha aggiunto Trenta.
Vaticano: "La vita umana va salvata in qualsiasi maniera"
Sul caso Sea Watch e sull'arresto del comandante Carola Rackete dopo lo sbarco a Lampedusa, in serata è intervenuto anche il Vaticano che per bocca del Segretario di Stato ha ribadito la parole espresse più volte anche dallo stesso Papa Francesco e cioè che la vita umana ha priorità su ogni altra cosa. "La vita umana va salvata in qualsiasi maniera. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario" ha dichiarato infatti il cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato della Santa Sede.
Germania, Francia e Lussemburgo: "Soccorso in mare non è un crimine"
L'arresto della comandante della Sea Watch Carola Rackete dopo l'attracco a Lampedusa sta diventando sempre più un caso internazionale. Il primo ad intervenire è stato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass, che così ha commentato il fermo: "Salvare vite umane è un dovere umanitario. Tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse ma soccorrere vite umane non può essere criminalizzato". A stretto giro è arrivato anche un appello dagli stessi toni del Ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che si è rivolto direttamente al suo omologo italiano Enzo Moavero Milanesi per chiedere i rilascio della donna. “Caro Enzo, salvare vite è un dovere e non può mai essere un reato o un crimine. Non farlo, al contrario, lo è" ha scritto Asselborn in un post su Facebook, aggiungendo: "Vorrei chiedere il tuo aiuto affinché Carola sia Rimessa in libertà. Come in passato il Lussemburgo rimarrà sensibile all'idea di solidarietà con l'Italia per quanto riguarda la ripartizione dei migranti salvati da navi delle ong nel Mediterraneo". infine anche il commento del ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner, secondo il quale "la chiusura dei porti è una violazione del diritto del mare". Secca la replica di Salvini: "Non prendiamo lezioni dalla Francia. Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani".
Roberto Saviano: "Grazie Carola"
Lo scrittore Roberto Saviano interviene sulla vicenda con un ringraziamento pubblico. "Grazie Carola – scrive sui social – per aver messo il tuo corpo in questa battaglia di civiltà". "Carola, hai obbedito alla legge degli Uomini – scrive ancora Saviano – gli stessi Uomini che più di 70 anni fa seppero scacciare nel buco nero della storia quelli che oggi rialzano la testa".
Di Maio: "La legge si rispetta, ma no agli insulti"
"Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, è stata arrestata dopo aver disobbedito all'alt della guardia di finanza, speronando una motovedetta nel tentativo di attraccare nel porto di Lampedusa. E per questo verrà processata, come è giusto che sia, perché ha violato la legge". Lo afferma il vicepremier M5s Luigi Di Maio condannando però "l'escalation di insulti registrata nelle ultime ore". "Non capisco tutto questo circo mediatico", aggiunge.
De Falco: "Carola Rackete dovrà essere liberata, non era tenuta a fermarsi"
"L'arresto di Carola Rackete è stato fatto per non essersi fermata all'alt impartito da una nave da guerra ma la nave da guerra è altra cosa, è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di Finanza. Non ci sono gli estremi. La Sea Watch è un'ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un'emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra". Queste le parole Gregorio De Falco, ex comandante della Guardia Costiera e attualmente senatore del Gruppo Misto, dopo una prima militanza nel M5S.
"Sea Watch non avrebbe potuto andare in altri porti, il più vicino è Lampedusa e non aveva alcun titolo a chiedere ad altri, sebbene lo abbia fatto. Ha atteso tutto quello che poteva attendere – continua De Falco – finché non sono arrivati allo stremo; a quel punto il comandante ha detto basta ed è entrata per senso di responsabilità. È perverso un ordinamento che metta un uomo, o una donna in questo caso, di fronte a un dramma di questo tipo. Quella nave aveva un'emergenza e aspettava da troppo"
La Francia accoglierà 10 migranti della Sea Watch
"La Francia è pronta ad accogliere 10 persone bisognose di protezione tra quelle che saranno sbarcate dalla Sea Watch 3, al pari di altri partner europei che hanno preso simili impegni". Lo afferma in un lungo comunicato il ministro dell'Interno francese Christophe Castaner, precisando che "il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero ha accolto questo impegno".
Preso atto dell'approdo della Sea Watch al porto di Lampedusa, "il ministro Castaner rinnova inoltre l'appello ai suoi omologhi europei affinché sia messo in atto un meccanismo permanente di solidarietà che assicuri lo sbarco rapido e in tutta sicurezza, nel porto più vicino, delle persone soccorse in mare, nel quadro di un dispositivo europeo prevedibile, affidabile e rispettoso del diritto internazionale".
Riferendosi, se pur impliciatamente, alla parole del ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, Castaner ha sottolineato che "la Francia si è presa le sue responsabilità nel Mediterraneo centrale dall'inizio della crisi migratoria ed è falso dire che l'Ue non si sia mostrata solidale con l'Italia in questo contesto".
La comandante della Sea Watch si scusa con la Guardia di finanza
La comandante della Sea Watch, Carola Rackete, si sarebbe scusata con la Guardia di finanza dopo il suo arresto. Carola è arrivata nella caserma della Guardia di finanza intorno alle 3 della scorsa notte e lì è rimasta, fino alle 9 di questa mattina, nell'ufficio del comandante. Le scuse avrebbero seguito la manovra con cui ha rischiato di schiacciare contro la banchina la motovedetta della Guardia di finanza che cercava di ostacolare l'approdo nel porto di Lampedusa. Alla fine il quasi-incidente non ha avuto alcun tipo di conseguenza, ma le manovre della Sea Watch hanno permesso lo sbarco dei 40 migranti a bordo. Gli investigatori stanotte le hanno notificato gli atti che la riguardavano e la donna, in quel momento, si sarebbe scusata ammettendo di aver commesso un errore. Carola, comunque, non è stata sentita durante la sua permanenza in caserma: l'interrogatorio di garanzia è previsto nei prossimi giorni.
Salvini: “Si è rischiato il morto, da Sea Watch atto di guerra che non può restare impunito”
Durante una diretta Facebook il ministro dell’interno, Matteo Salvini, torna a parlare del caso Sea Watch e ad attaccare l’equipaggio e la comandante della nave: “Ho seguito ora per ora, minuto per minuto quello che è successo stanotte a Lampedusa: fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto, si è rischiato il disastro”. Il ministro dell’Interno parla di “atto criminale” della capitana della nave che “ha cercato di schiacciare contro la banchina del porto una motovedetta della Guardia di Finanza, di stritolarla”. Secondo Salvini è stato un vero e proprio “un atto di guerra e non può rimanere impunito, perché non siamo i servi di nessuno”. Sulla comandante Carola Rackete aggiunge: “Mi auguro che venga convalidato l'arresto della comandante della Sea Watch Carola Rackete, e che poi verrà processata, altrimenti è già pronto un decreto di espulsione con destinazione Berlino”.
Sea Watch, Gino Strada: "Istituzioni si comportano in modo fascista"
Gino Strada, fondatore di Emergency, si schiera sul caso della Sea Watch, esprimendo la sua “completa e totale solidarietà” alla nave della Ong tedesca durante un’iniziativa in un teatro di Milano. “La disobbedienza civile è da perseguire di fronte a queste istituzioni che si comportano in modo che non potrei altro che definire fascista. Noi ci impegneremo per cercare di risolvere con la pressione di massa questo problema drammatico, perché oggi sul banco degli imputati c’è chi vuole aiutare”, ha detto Strada. Che ha poi sostenuto che “difendere il valore dell'aiuto e non l'indifferenza è la caratteristica fondamentale di una società civile. Emergency c’è in questa battaglia e ci sarà”.
Conte su arresto comandante Sea Watch: "La legge va rispettata, che piaccia o no"
“Le leggi ci sono, che piaccia o non piaccia. Non voglio sostituirmi alla magistratura. Non spetta a me formulare giudizi. A me spetta il compito di far applicare le leggi e richiamarne tutti quanti al rispetto”: sono queste le parole con cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commenta il caso della Sea Watch con l’arresto della comandante Carola Rackete. “Sono stato un buon profeta”, dice ancora riferendosi al fatto che la questione sarebbe diventata competenza della magistratura, “ma non perché avessi avuto una soffiata ma semplicemente perché da giurista e avendo contezza della violazione compiuta prefiguravo delle responsabilità penali. Adesso spetta alla magistratura applicare le nostre leggi”.
Di Maio: "L'Ue batta un colpo e la nave va sequestrata"
"Sicuramente l'Italia è diventata il palcoscenico dell'immigrazione. Ma queste sono imbarcazioni che non hanno la possibilità e la facoltà di salvare persone in mare. Ora l'Ue deve battere un colpo e dirci che ricolloca quei migranti e allo stesso tempo queste imbarcazioni vanno sequestrate". Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio.
Procura valuta sequestro probatorio della Sea Watch: domani interrogatorio della capitana
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, arrivato a Lampedusa per il caso della Sea Watch ha fatto sapere che sta valutando insieme alla procura "il sequestro probatorio: stiamo studiando le carte. Noi facciamo il nostro lavoro, non ci sostituiamo a nessuno". L'interrogatorio della comandante Carola Rackete, a cui oggi è stato notificato l'invito a comparire per l'indagine a suo carico per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina durante una perquisizione della Guardia di finanza sull'imbarcazione, dovrebbe invece tenersi domani, secondo quanto fa sapere lo stesso Vella. Durante la perquisizione da parte della Guardia di finanza l'equipaggio della Sea Watch, secondo quanto riportato, si è mostrato collaborativo con il personale salito a bordo della Ong. I finanzieri stanno acquisendo filmati e incartamenti senza alcun problema. Intanto i parlamentari saliti ieri sulla Sea Watch ribadiscono, come fa il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, che rimarranno a bordo fino a che non verranno fatti sbarcare i migranti.
Guardia di finanza a bordo della Sea Watch: perquisizione in corso
Una motovedetta della Guardia di finanza si è avvicinata alla Sea Watch, ancora in mare a largo di Lampedusa, a circa tre miglia dal porto. Gli ufficiali della finanza sono saliti a bordo dell'imbarcazione per una perquisizione della Sea Watch 3, su cui si trovano – dopo 14 giorni di loro salvataggio in mare – 40 migranti. Ad annunciare l'arrivo della motovedetta è stato il deputato del Pd, Matteo Orfini, che si trova a bordo dell'imbarcazione dal pomeriggio di ieri insieme ad altri quattro deputati. "Una motovedetta della Guardia di finanza si avvicina alla Sea Watch", scrive su Twitter. Oggi la comandante della nave, Carola Rackete, è stata iscritta nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: un atto dovuto dopo la trasmissione dell'informativa della Guardia di finanza alla procura. Secondo quanto riporta l'Adnkronos, la Guardia di finanza è salita a bordo per notificare l'invito a comparire a carico della comandante. Intanto, nelle ultime ore, il governo italiano ha fatto sapere che almeno quattro paesi Ue avrebbero dato disponibilità ad accogliere i migranti sulla Sea Watch.
Quali Paesi europei accoglieranno i migranti della Sea Watch
Questa mattina era stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad annunciare da Osaka – dove si trova per il G20 – che tre o quattro Paesi europei si sono detti pronti ad accogliere i migranti a bordo della Sea Watch sulla base del principio della redistribuzione comunitaria. Ora a confermarlo sono anche fonti della Farnesina, che fanno sapere come il lavoro svolto su istruzione del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, in collaborazione con la Commissione europea, abbia dato i suoi frutti. La disponibilità sarebbe stata data da Francia, Germania, Lussemburgo e Portogallo. Ma anche altri stati membri dell’Ue potrebbero essere disponibili ad accogliere i migranti che si trovano ormai da 14 giorni a bordo della Sea Watch, dopo essere stati soccorsi in mare. La redistribuzione, comunque, avverrà solo dopo lo sbarco, secondo quanto fa sapere la portavoce del commissario europeo all'Immigrazione Dimitri Avramopoulos: gli "sforzi di solidarietà" che l'esecutivo sta coordinato potranno essere attuati "solo se quando ci sarà lo sbarco".
La comandante della Sea Watch è indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, la nave dell'Ong che da 14 giorni si trova al largo dell'isola di Lampedusa (e da 48 ore circa in acque territoriali italiane) è indagata dalla procura di Agrigento. La capitana aveva deciso negli scorsi giorni di forzare il blocco e di oltrepassare il limite delle acque territoriali italiane, avvicinandosi a Lampedusa e contravvenendo così alle indicazioni fornite dal Viminale, secondo cui l'imbarcazione dell'Ong tedesca non sarebbe dovuta entrare nelle acque italiane. La Sea Watch non si è fermata all'alt intimato dalla Guardia di finanza e si è poi assestata a circa un miglio da Lampedusa, in attesa di far sbarcare i 40 migranti che si trovano a bordo.
La comandante della Sea Watch è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violazione dell'articolo 1099 del codice della navigazione, contestato al comandante che decide di non obbedire all'ordine di una nave da guerra nazionale. Secondo quanto fa sapere la procura agrigentina si tratta di un atto dovuto che segue l'informativa della Guardia di finanza trasmessa agli uffici giudiziari di Agrigento.
La stessa comandante della nave parla in collegamento con la sala della Stampa estera e fa il punto della situazione a bordo. "La situazione psicologica dei naufraghi a bordo peggiora ogni ora di più. Abbiamo persone con problemi post traumatici a bordo e il fatto che non si sappia come e quando la situazione si sbloccherà peggiora le condizioni", afferma Rackete. La comandante, inoltre, ricorda che questa notte è stata fatta una "evacuazione medica per un giovane di 21 anni".
"Prendiamo atto dell’iscrizione della nostra capitana nel registro degli indagati per favoreggiamento e violazione del codice della navigazione – scrive la Sea Watch su Twitter pubblicando anche un breve video con le dichiarazioni della sua portavoce –. Ancora nulla notificato a bordo. Carola: affronterò tutto con il supporto dei legali e di Sea Watch, ora voglio solo le persone a terra".
Fico: “40 migranti a bordo della Sea Watch non possono essere un problema per il Paese”
I 40 migranti che si trovano a bordo della Sea Watch, ormai dai 14 giorni in mare dopo essere stati soccorsi, non possono essere un problema per l’Italia. Ne è certo il presidente della Camera, Roberto Fico. Che esprime una posizione in netta contrapposizione con quella della maggioranza di governo e, in particolare, del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Non credo ci sia alcuna emergenza migrazione in questo momento. Quaranta persone a bordo di una nave non possono essere un problema per il Paese – afferma il presidente della Camera –. Certamente l'Europa deve esserci vicina. Ci vuole forte condivisione europea e spero che gli Stati si facciano avanti il prima possibile”.
Conte: "Tre o quattro Paesi Ue pronti ad accogliere migranti della Sea Watch"
Ci sarebbe la disponibilità di tre o quatti paesi europei ad accogliere i migranti che si trovano a bordo della Sea Watch. A farlo sapere è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che parla da Osaka, dove si trova per il G20: “Tre o quattro Paesi sono disponibili. Si è attivato un meccanismo da parte dell'Europa per la procedura della distribuzione”. A Osaka Conte ha avuto un lungo colloquio con il premier olandese Mark Rutte, proprio sul caso Sea Watch. Il governo, negli scorsi giorni, ha già compiuto un passo formale con l’ambasciatore all’Aja. Conte parla degli incontri avuti a margine del G20: “Abbiamo molte occasione per scambiare opinioni, anche con il presidente americano Trump. Con il premier olandese Rutte ho manifestato l'invito da parte dell'Italia di avviare iniziative. Lui non si sente responsabile sui comportamenti singoli. Stiamo completando le operazioni sulla redistribuzione”.
Sea Watch si avvicina a Lampedusa, ma ancora niente sbarco: evacuati due migranti
La Sea Watch si sta nuovamente avvicinando all’isola di Lampedusa. Ma per il momento non attraccherà al porto. Dopo un’altra notte di attesa a largo del porto italiano non ci sono ancora novità e prosegue lo stallo. A bordo della nave della Ong tedesca ci sono non solo 40 migranti (che per ora non dovrebbero essere fatti sbarcare), ma anche i cinque parlamentari (Delrio, Faraone, Orfini, Fratoianni, Magi) che non lasceranno l’imbarcazione fino a che non verranno fatti sbarcare i migranti.
Nella notte due delle 42 persone che si trovavano a bordo sono state fatte evacuare: un uomo ha lasciato l’imbarcazione d’urgenza per questioni di salute. Con lui è stato condotto in porto anche un minore. Come spiega la stessa Sea Watch su Twitter, il minore viaggiava insieme all’uomo. “Intanto alla nave è tuttora negato l’ingresso in porto e lo sbarco delle 40 persone a bordo. Un giorno di visite, interviste e aspettative e niente”, sottolinea l’Ong.
Secondo quanto fanno sapere i deputati a bordo, dopo l’evacuazione dei due migranti la situazione a bordo “è peggiorata”, tanto da decidere di intensificare i turni di vigilanza per il timore che durante la notte qualcuno si gettasse in mare. “La situazione è insostenibile”, scrive Matteo Orfini. Intanto, secondo quanto riporta l’Adnkronos, la Guardia di finanza ha consegnato l’informativa sulla Sea Watch alla procura di Agrigento. Che per il momento, comunque, non è ancora intervenuta. Ma qualche mossa potrebbe arrivare nelle prossime ore, anche per sbloccare la situazione.
Sea Watch a largo di Lampedusa, è ancora stallo: "Situazione non sostenibile a lungo"
Non si sblocca, ancora, la situazione a bordo della Sea Watch. La comandante dell'imbarcazione, Carola Rackete, nel pomeriggio ha iniziato a dirigersi verso il porto di Lampedusa, senza però mai approdare nell'isola. Un tentativo che non è dunque terminato con lo sbarco dei 42 migranti. Così, dopo che la Guardia di finanza – salita a bordo insieme a cinque parlamentari tutt'ora sull'imbarcazione – ha fatto sapere che la situazione si stava sbloccando, sembra essere di nuovo tornato tutto come prima. Lo stallo prosegue e, secondo quanto fanno sapere fonti dalla nave a Fanpage.it, non ci sono notizie e non si sa quale sarà, nelle prossime ore, il destino dei migranti. Intanto – sottolineano le stesse fonti – la situazione a bordo si fa sempre più critica e, dopo 14 giorni di navigazione, con i migranti buttati a terra, esausti, non sarà sostenibile a lungo. Sull'imbarcazione sono rimasti i cinque deputati – Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi – che non scenderanno fino a che non faranno sbarcare i migranti. Intanto proprio il deputato dem Orfini fa sapere, attraverso Twitter, che una motovedetta si sta avvicinando alla Sea Watch per far scendere un migrante che non sta bene.
Salvini: "Se equipaggio Sea Watch paga multa e viene arrestato, sbarcano in 5 minuti"
“Se si rispetta la legge, e cioè se pagano una multa da 50mila euro, se l'equipaggio o viene arrestato o viene espulso, se la nave viene fermata o sequestrata e la smette di andare in giro per il Mediterraneo e se i 42 immigrati a bordo non rimangono in Italia ma vanno in giro per il resto dei Paesi europei, io li faccio sbarcare in cinque minuti. Ma non voglio che siano gli italiani a pagare le colpe degli altri”. Sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, durante la trasmissione Dritto e Rovescio, su Rete 4. Il vicepresidente del Consiglio parla della Sea Watch e torna ad attaccare l’Ong: “Stanno sequestrando 42 immigrati da 16 giorni. Per tre volte se ne sono fregati e hanno tirato dritto, vanno arrestati. Ho scritto al mio collega olandese e non mi ha risposto. No, zero. Fare la figura dei fessi no perché siamo un grande Paese che non prende lezioni da nessuno”.
Parlamentari rimangono a bordo Sea Watch: “Non scendiamo finché non sbarcano i migranti”
I cinque parlamentari che sono a bordo della Sea Watch – Matteo Orfini, Graziano Delrio, Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi – rimarranno sull’imbarcazione fino a che non verrà trovata una soluzione e finché i migranti non sbarcheranno. “I diritti delle persone prima di tutto. Chiediamo al di là delle polemiche politiche un gesto che serva a quietare questa situazione: per questo abbiamo deciso di restare a bordo della Sea Watch fino a quando non le verrà consentito di attraccare in un porto sicuro, a Lampedusa, e mettere in salvo le persone che ci sono a bordo”, afferma Delrio. “In un modo o nell’altro queste persone devono essere fatte sbarcare”, affermano Fratoianni e Magi. Su Twitter Orfini ribadisce: “Sono sul ponte della Sea Watch. Resteremo qui fino alla fine di questa assurda vicenda. I migranti sono in condizioni di sofferenza psicologica indescrivibile. Crudeltà, non c'è altro modo per definire il comportamento del governo. Vanno sbarcati oggi, non c'è più tempo da perdere”.
Perché ancora non sbarcano i migranti della Sea Watch
Lo sbarco della Sea Watch non è ancora previsto e non sarà imminente. Al di là delle motivazioni politiche e dell’incertezza dovuta al braccio di ferro tra la comandante dell’imbarcazione e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ci sono anche ragioni pratiche che lasciano intendere che lo sbarco per ora non è previsto nell’immediato. A spiegarlo è Beatrice Brignone, segreteria di Possibile, che si trova in queste ore proprio a Lampedusa. Lo sbarco non dovrebbe avvenire a stretto giro perché prima deve attraccare la nave turistica che arriva da Palermo. Poi dovranno atterrare dei voli e durante queste operazioni non è possibile attraccare. Per quanto riguarda l’approdo in porto per necessità pare, invece, che l’ispezione dei parlamentari a bordo fosse considerato un prerequisito essenziale per poter procedere in tal senso.
La vignetta in cui Giorgia Meloni spiega "ai radical chic" come affondare la Sea Watch
Giorgia Meloni insiste con la sua proposta, già avanzata ieri in una diretta Facebook, di affondare la nave Sea Watch 3. In un nuovo tweet la presidente di Fratelli d'Italia ha pubblicato una vignetta "a prova di radical chic" in cui spiega come si svolgerebbe la sua proposta. La fase uno sarebbe "arrestare l'equipaggio", poi bisognerebbe "trasbordare i passeggeri" e per finire "affondare la nave".
L'annuncio della Sea Watch: "La situazione si sta sbloccando"
"Probabilmente la situazione si sta sbloccando", scrive in un tweet la Sea Watch. In un video condiviso dalla Ong su Twitter si vede l'arrivo delle autorità italiane a bordo della Sea Watch, con quelle che sembrano buone notizie per le persone a bordo. "I nostri superiori ci hanno detto di pazientare da parte vostra perché probabilmente si sta sbloccando la situazione", è il messaggio riferito alla comandante Carola Rackete. Che chiede, insieme al suo equipaggio, se gli ufficiali rimarranno, nell'attesa di notizie, a bordo, ricevendo una risposta positiva. In realtà, però, secondo quanto riporta Graziano Delrio (tra i parlamentari del Pd arrivati sull'imbarcazione), la capitaneria e la Guardia di finanza si sarebbero allontanate: "Hanno ricevuto quest'ordine non sappiamo perché. Rimarremo noi e qualche giornalista, deciderà la capitana".
In un tweet successivo la Sea Watch spiega la situazione attraverso le parole della comandante Carola Rackete: "Dopo essere stati lasciati solo in uno stato di necessità, all'interno delle acque italiane, per 24 ore, la Sea Watch ha iniziato ad avvicinarsi al porto di Lampedusa intorno alle 3 di pomeriggio. Ci è stato finalmente detto pochi minuti fa che probabilmente la situazione si sta sbloccando". Dopo questo messaggio, però, sembra poter tornare una situazione di stallo, secondo quanto spiegato ancora da Delrio: "Stiamo cercando di capire se questa notizia di una soluzione sia attendibile o no. Era una notizia arrivata alla capitana pochi minuti fa da parte delle autorità marittime. C'era una soluzione in arrivo ma adesso sembra tutto tornato incerto e siamo ancora qua, vediamo".
Olanda risponde 'picche' a Salvini: "I migranti non li accogliamo"
Oggi era attesa la risposta dall'Olanda, Stato di bandiera della Sea Watch, a cui il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva scritto domenica, chiedendo che si occupasse dei 42 naufraghi che si trovano ancora a bordo della nave. Da L'Aja è arrivata la risposta: "L'Olanda si assume la sua responsabilità in quanto stato di bandiera" della nave umanitaria, ma "questo non significa che si prenderà i migranti" che sono a bordo della nave. È quanto si legge in una dichiarazione inviata all'Adnkronos della sottosegretaria olandese responsabile per l'Immigrazione, Ankie Broekers-Knol, nella quale si anticipa che "sarà presto pronta una risposta alla lettera" del vicepremier leghista. "Siamo a conoscenza del punto di vista italiano come della valutazione italiana delle azioni della Sea Watch 3 – si legge ancora – Per la nostra risposta saranno usati i canali diplomatici. È anche ben noto che il governo condivide le preoccupazioni per le azioni della Sea Watch 3".
Salvini aveva avvertito il suo omologo olandese con questo monito: "Riterremo il governo olandese, e l'Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della Sea Watch".
È partita la staffetta dei parlamentari: un gommone si dirige verso la Sea Watch 3
Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi sono saliti a bordo di un gommone, partito intorno alle 16 dal ‘porto nuovo' di Lampedusa e diretto verso la Sea Watch 3, ferma ad un miglio dalla costa lampedusana. A bordo del mezzo anche giornalisti, cameramen e fotografi. Il gruppo è poi salito sulla nave: i parlamentari hanno spiegato di volere "esercitare" le loro "prerogative ispettive". Sul molo, dove si trovano in questo momento circa una cinquantina di persone, tra volontari di Frontex e uomini delle forze dell'ordine, è arrivata anche la segretaria di Possibile Beatrice Brignone.
Sea Watch 3 stava entrando al porto di Lampedusa, ma è stata bloccata
La nave Sea Watch 3 stava per entrare al porto di Lampedusa. L'imbarcazione con 42 persone a bordo, salvate due settimane fa, era arrivata nei pressi dell'isola intorno alle 17 di ieri, ed è rimasta per tutta la notte ferma a mezzo miglio dall'isola. "Alle 10 Sea Watch ha inviato una comunicazione alle autorità informandole che sono trascorse 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che ha costretto all'ingresso nelle acque territoriali. Alle 14 e 16, non avendo ricevuto alcuna indicazione e assistenza, Sea Watch ha dichiarato di stare procedendo verso il porto. A circa un miglio dall'ingresso del porto le è stato intimato di spegnere i motori. La nave si trova ora a circa un miglio dall'ingresso del porto di Lampedusa", ha detto la portavoce dell'ong Giorgia Linardi. La Guardia di Finanza è poi salita a bordo della Sea Watch.
Sea Watch ha presentato un esposto alla procura di Agrigento
La Sea Watch ha presentato un esposto alla procura di Agrigento affinché si valutino "eventuali condotte di rilevanza penale" da parte delle "autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso" e per chiedere che venga valutata "l'adozione di tutte le misure necessarie" per consentire lo sbarco dei migranti "e porre fine alla situazione di gravissimo disagio" a cui sono sottoposti. L'esposto è stato presentato dagli avvocati Alessandro Gamberini e Leonardo Marino. La nave Sea Wacth 3 non ha rispettato l'alt imposto dalle autorità italiane e si trova adesso a circa un miglio dalla banchina dell'isola di Lampedusa, di fronte al porto. Al momento Guardia Costiera e Guardia di Finanza stanno aspettando istruzioni, e i 42 migranti sono ancora in attesa.