"Lei crede che il parlamentare navighi nell’oro? Si campa facendo i conti della serva per la famiglia restano 4 mila euro". Sono queste le parole più significative dell'intervista a Repubblica del Ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, che proprio ieri, non appena si era diffusa la voce di possibili tagli alla "casta", era stato protagonista di un curioso distinguo, spiegando come a suo modo di vedere Berlusconi dovesse puntare tutto sul consenso dei parlamentari: "Coccoliamoli, tanto nel Paese comunque ci detestano".
E sarà proprio il discusso taglio azzeramento dello stipendio ai ministri uno dei punti di discussione dell'imminente Consiglio dei Ministri, anche perchè il provvedimento nelle ultime ore è finito al centro di un vero e proprio mistero. Già, perchè a leggere le 82 paginde del documento presentato, "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria – Titolo I Riduzione dei costi della politica e degli apparati – Razionalizzazione e monitoraggio della spesa delle amministrazioni pubbliche", non sembra esserci traccia della volontà di "mettere le mani in tasca" ai titolari dei Dicasteri; così come è di poche ore fa la voce che vuole gli emolumenti ridotti della metà a partire da luglio. Insomma, una gran confusione proprio intorno al provvedimento di maggiore impatto mediatico del complesso della manovra tremontiana. Così come allo stesso modo molto controversa è la riforma fiscale proposta dal Ministro, che per molti versi ha deluso le aspettative di un Silvio Berlusconi deciso a rilanciare la propria immagine attraverso la tanto agognata, ma mai complessivamente realizzata, "riduzione delle tasse".
IL CASO NAPOLI – Tra le altre cose, va sottolineato come con ogni probabilità il Cdm di domani non discuterà del decreto per consentire alla città di Napoli di uscire completamente dalla situazione di emergenza in cui è precipitata (di nuovo) in queste ultime settimane. In effetti nell'ordine del giorno della convocazione per la riunione non è presente alcun riferimento all'emergenza rifiuti, cosa che ha destato più di una perplessità anche nel fronte della maggioranza di Governo. Infatti erano stati proprio gli amministratori campani del Popolo della Libertà, ovvero i presidenti della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli e della Provincia di Avellino, Cosimo Sibilia a sollecitare l'intervento del Governo con una nota nella quale si sottolineava come fosse necessario che l'esecutivo si impegnasse "ad attivarsi ed assumere misure immediate e concrete in merito alla emergenza ambientale in Campania, attraverso l’inserimento nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del decreto che contenga tra l’altro misure che consentano di trasportare rifiuti fuori regione". Insomma, anche in questo caso, più che l'urgenza e la valenza degli argomenti, potè la paura dello "spauracchio leghista"…
IL CASO NAPOLI –