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La ricostruzione delle 32 morti del naufragio della Concordia

Gli ultimi istanti di vita delle vittime della tragedia all’ombra del Giglio, nella ricostruzione della procura di Grosseto nelle richieste di rinvio a giudizio per le sei persone accusate, tra le quali Schettino: “Respinti dalla scialuppa e precipitati nella voragine della Concordia”
A cura di Biagio Chiariello
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La notte del 13 gennaio 2012, trentadue anime perirono nel naufragio della Costa Concordia perché non trovarono posto a bordo delle scialuppe al ponte quattro, sul lato sinistro della nave. La ricostruzione degli ultimi attimi di vita delle vittime della nave da crociera affondata all'ombra del Giglio è contenuta nella richiesta di rinvio a giudizio, firmata dalla procura di Grosseto, nei confronti del comandante Francesco Schettino e degli altri ufficiali che quella notte si occupavano di guidare la nave da crociera, con oltre quattromila persone a bordo. La fine fu molto simile per quasi ognuna delle 32 vittime: prima il tentativo di salire sulle lance già sul lato sinistro della Concordia, poi la fuga dall'altra parte della nave, costretta dal fatto che l'inclinazione della nave, rendeva impossibile calare altre  scialuppe in mare. Molte di quelle persone, sono rimaste travolte dalla “voragine prodottasi a seguito del definitivo ribaltamento sul fianco destro della nave stessa, precipitando in una zona allegata del medesimo ponte 4″.

Così morì la piccola Dayana – Tra le vittime, viene raccontato anche il modo in cui perse la vita la piccola Dayana Arlotti, quattro anni, in vacanza con il papà. Di lei si scrive: "…non avendo trovato posto sulle scialuppe al ponte 4, lato sinistro, è stata indirizzata da membri dell’equipaggio sul lato destro del medesimo ponte e, mentre stava attraversando il corridoio all’interno della navenei pressi dell’atrio ascensori di poppa e del Ristorante Milano, è caduta nella voragine verificatasi a séguito del definitivo ribaltamento sul fianco destro della nave stessa, precipitando in una zona allagata del medesimo ponte 4 ed è così deceduta per asfissia da annegamento)". Parole, impressionanti, che vengono utilizzate anche per spiegare la morte del padre di Dayana. Per il pm dunque padre e figlia erano insieme, e insieme sono stati fino all'ultimo.

La tragica fine delle vittime della Concordia – Quella notte morì anche il musicista Giuseppe Girolamo, che "non avendo trovato posto sulle scialuppe al ponte 3, lato sinistro" venne indirizzato dall'equipaggio sul lato destro e, "dopo avere ceduto il proprio posto su una scialuppa di salvataggio per favorire l'imbarco di altri passeggeri" morì per asfissia da annegamento, si legge nella ricostruzione.  Anche la giovane sposina, Maria D’Introno, fu inviata dall’altro lato del ponte 4, perché la scialuppa cui si era avvicinata non riuscivano a calarla in mare. Nell’attesa, fu "costretta dal crescente allagamento a lanciarsi in mare" ma, "non sapendo nuotare", morì annegata. E ancora la ricostruzione su come morirono i coniugi Barbara Ann e Gerald Frank Heil "risucchiati verso il fondale dal gorgo prodotto dal definitivo ribaltamento sul fianco destro della nave. Poi deceduti per asfissia da annegamento nelle acque antistanti la località Gabbianara"

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