La Procura sul caso Ilva: “Sequestro sofferto ma non c’era alternativa”
La città di Taranto, sede dello stabilimento Ilva, è bloccata da quando i lavoratori hanno deciso di continuare con uno sciopero a oltranza per protestare così contro il sequestro avvenuto ieri di sei impianti dell’area a caldo del siderurgico. I lavoratori, dagli operai agli ingegneri, sono scesi nelle strade dando vita a numerosi blocchi e affermando che non si fermeranno. Intanto, che il provvedimento riguardo l’inchiesta sul presunto inquinamento ambientale sia stato difficile da prendere è stato confermato dal procuratore generale di Lecce, Giuseppe Vignola, il quale ha illustrato nel corso di una conferenza stampa, il decreto di sequestro degli impianti e l’arresto di otto persone.
“Un provvedimento sofferto e la sofferenza si coglie in ogni rigo” – Queste le parole del procuratore che ha fatto notare come però non c’era alcuna alternativa al sequestro, non c’era alcuna possibilità di adottare altri provvedimenti. Per Vignola “le conclusioni dei periti incaricati dal Gip sono terrificanti”.
Di fronte a una denuncia relativa a 7 anni precedenti e alla spiegazione di una serie di morti, di feriti e di malattie serie che possono portare alla morte e all'ipotesi di danni ai bambini, la magistratura non poteva non intervenire perché era una “notitia criminis” e dovevamo intervenire perché ce lo dice la carta costituzionale, il codice e la nostra coscienza di magistrati e di cittadini.
Il caso Ilva al Consiglio dei Ministri – Il pg ha anche aggiunto che, secondo quanto confermato da rilievi fotografici eseguiti per 40 giorni nel corso dell’inchiesta, “mentre di giorno l'Ilva rispettava le prescrizioni imposte, di notte le violava”. Intanto, il CdM ha discusso del caso esaminando la questione relativa alle misure urgenti per la bonifica e la riqualificazione territoriale della città. Secondo quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi, il ministro dell’Ambiente ha illustrato i contenuti del protocollo d’intesa – tra i suoi obiettivi rientrano lo sviluppo di interventi infrastrutturali di bonifica, gli incentivi alle imprese locali e la riqualificazione industriale dell’area – che verranno realizzati nelle prossime settimane “attraverso appositi accordi e sotto la guida di un Comitato di Sottoscrittori e di una cabina di regia coordinata e gestita dalla Regione Puglia”. Lo stanziamento previsto dal protocollo è di oltre 336 milioni, di cui circa 329 pubblici e 7 privati.