La Nuova Cucina Organizzata resiste e non chiude (VIDEO)
Quindici giorni di proroga. E' questo il tempo che si è dato la Nuova Cucina Organizzata per prendere una decisione definitiva sul proprio futuro. La scelta è arrivata da parte del fondatore Peppe Pagano che, dopo averne discusso con i propri soci, ha scelto di dar credito alle promesse del governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro. Quest'ultimo, dopo i numerosi attestati di stima arrivati fino a qualche giorno fa, ha fatto inviare una lettera ufficiale dal dirigente regionale competente con la quale ha chiesto all'Asl di Caserta di attenersi alla legge regionale in materia di assistenza sociale e sanitaria. Contemporaneamente il governatore ha promesso telefonicamente che in quindici giorni verranno approvate le linee guida della Regione in materia di assistenza sanitaria. In pratica esattamente ciò che aveva chiesto la Nco, e la cooperativa Agropoli che la gestisce, per continuare la propria attività.
Una richiesta che rappresenta: «la necessità di legittimazione del nostro operato – commenta il fondatore Pagano – messo in grave pericolo dall'atteggiamento dell'Asl e dagli altri continui tentativi di delegittimazione, rappresenta una necessità da cui non possiamo più prescindere. Già siamo molto esposti sul territorio e sappiamo di dover combattere quotidianamente con la camorra, ma non accettiamo che ad ostacolare il nostro lavoro siano le istituzioni. Se così sarà allora non varrà la pena continuare». Era proprio questo il motivo per cui stamattina la Nco aveva convocato una conferenza stampa nel corso della quale avrebbe dovuto annunciare la chiusura della cucina e del centro di accoglienza.
A portare i vertici della cooperativa sociale a paventare questa eventualità è stata l'inadempienza dell'Asl Caserta che non attua la legge regionale sui budget di salute. In pratica nonostante i fondi siano previsti per legge, l'Asl che dovrebbe distribuirli alle realtà sul territorio, non “recepisce” la legge e non la attua. «Non è nemmeno un problema di fondi ma di scelta di campo da parte delle istituzioni che devono far capire chiaramente da che parte stanno. Noi non abbiamo bisogno dei soldi della Regione, anzi siamo in attivo e con gli utili realizzati dal ristorante ristrutturiamo altri beni confiscati della zona. I cosiddetti “malati”, che l'Asl vorrebbe in centri psichiatrici, con noi lavorano e sono tornati a casa e producono utili da spendere per il bene della comunità. I loro soldi non ci servono. Serve però che le istituzioni scelgano tutte se stare o meno dalla nostra parte perché non dobbiamo prenderci dei rischi quando poi il nostro modello di recupero sociale non viene riconosciuto a livello istituzionale e si fa di tutto per farlo scomparire».
La Nco chiede quindi una scelta di campo chiara alle istituzioni e se la battaglia anticamorra deve essere combattuta, le istituzioni devono essere in prima linea e non remare contro. A fronte dell'ambiguità di una parte delle istituzioni stamattina si è però fatta avanti la società civile e la magistratura che non hanno fatto mancare il proprio appoggio ai ragazzi della Nco. Presenti nel ristorante di San Cipriano d'Aversa, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, il suo referente campano, don Tonino Palmese, rappresentanti della politica e del sindacato come Arturo Scotto di Sel e Antonella Pepe dei Giovani Democratici del Pd, ufficiali delle forze dell'ordine e infine la parte più vicina delle istituzioni, la magistratura antimafia che ha fatto sentire il suo apporto con la visita del capo della Dda, il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho. Appuntamento quindi tra due settimane, termine entro il quale Caldoro avrà la possibilità di dimostrare che la fiducia che i ragazzi della Nco hanno riposto nella sua parola e nell'istituzione che rappresenta, è stata ripagata.