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La nave Savina Caylyn e l’ultimatum dei pirati: salvate quell’equipaggio

I pirati che nel febbraio scorso hanno peso la nave Savina Caylyn avrebbero diffuso un ultimatum: i banditi hanno richiesto il pagamento di un riscatto di 16 milioni di dollari per rilasciare il mezzo e il suo equipaggio.
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ultimatum pirati

I pirati avrebbero lanciato un ultimatum all'armatore della Savina Caylyn, la nave italiana che da febbraio è nelle mani dei banditi del mare. Il silenzio assordante delle ultime settimane faceva presagire qualcosa di irreversibile, come è stato. Truman Siciliano di Libero Reporter racconta che i pirati avrebbero obbligato i 5 italiani a ripetere in una telefonata ai familiari la seguente frase: "O l’armatore invia un fax dove accetta le nostre condizioni, 16 milioni di dollari come riscatto, oppure entro domani mattina, porteremo a terra il comandante, il Direttore di Macchina e il primo Ufficiale". Lo sconforto dei familiari, che attendono da mesi il rilascio dei loro cari, ha avuto il suo colpo di grazia.

Già qualche giorno fa, a seguito di una telefonata tra l'equipaggio della Savina e l'armatore, la situazione era parsa incrinarsi definitivamente. Secondo Libero Reporter, l'armatore, consigliato dal Ministero degli Esteri, avrebbe deciso di non presentare la telefonata nella sua interezza ai familiari. Tagliata in alcuni punti per motivi sconosciuti,  la chiamata intercorsa tra i pirati e l'armatore è stata fatta ascoltare nel pomeriggio di ieri ai parenti dei marittimi sequestrati, presso la Farnesina. Oltre allo stato di salute dell'equipaggio, da tale comunicazione è trapelato che la nave si sarebbe spostata di 50 miglia: una posizione migliore che i pirati avrebbero deciso di assumere prevedendo l'arrivo dei monsoni. Oltre alle notizie sulla posizione sembrerebbe che  l'imbarcazione, a tre mesi dall'assalto, cominci ad avere carenze di carburante e che i pirati avrebbero intimato all'equipaggio di fare pressioni sul governo attraverso i familiari:  i banditi ben sanno che la cifra richiesta è esorbitante e che l'armatore non potrà sicuramente farvi fronte.

Intanto nelle scorse settimane il sindaco di Procida, Vincenzo Capezzuto, sarebbe stato ricevuto dall'ambasciata somala a Roma. Più volte il primo cittadino dell'isola campana avrebbe chiesto l'intervento della diplomazia africana per far fronte alla situazione dell'equipaggio della Savina Caylyn di cui farebbero parte due procidani, tra cui il comandante della nave, Giuseppe Lubrano Lavadera. Per la comunità procidana, che in occasione del primo maggio ha organizzato una fiaccolata in onore dei marittimi sequestrati, non è l'unica spina nel fianco: lo scorso aprile, infatti, a pochi giorni dalla Santa Pasqua, un'altra nave, la Rosalia D'Amato, è finita nelle mani dei banditi del mare.

Non è mancato l'appoggio delle forze politiche: dopo un intervento al Question Time dell'onorevole Luigi Muro (Fli), il 5 maggio scorso la deputata del Pd Luisa Bossa ha presentato un'interrogazione al Ministro degli Esteri Frattini. La deputata nel corso del suo intervento a Montecitorio ha detto: "Chiedo al Ministro se, come e con quali risultati il Ministero degli Affari Esteri abbia attivato i canali diplomatici a sua disposizione per intervenire sul caso in questione, e quali iniziative, compatibilmente con l’ovvia riservatezza, si intendano assumere per la soluzione della delicata vicenda. Si tratta, sì di una questione di grande delicatezza, su cui sono necessarie cautela e riservatezza, ma su cui, tuttavia, il Governo non può tacere. Vi sono famiglie preoccupate, in tensione e in attesa, che chiedono di capire come si sta muovendo il Governo".

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